IL PRIMO APPUNTAMENTO

INTRODUZIONE

Anita è una ragazza di 23 anni che frequenta l’università con lo scopo finale di applicarsi nel desainer grafico. Appartiene ad una famiglia benestante la quale nell’educazione della figlia si era sempre preoccupata di farla crescere con i migliori insegnamenti e con un comportamento esemplare e proprio di tutti i componenti della famiglia e cioè di carattere molto buono , studiosa e colta.
Anche le amicizie con le quali aveva trascorso felicemente fanciullezza e gioventù era sempre stata delle migliori. Nello studio, aveva scelto in base alle proprie caratteristiche  di apprendimento ottenendo quindi e sempre risultati buoni.

Il suo carattere era sereno e sempre disposto verso le migliori qualità morali e l’entusiasmo per impegnarla nel migliorie dei modi prediligendo cultura, l’arte ed anche lo sport.
In definitiva si può affermare che siamo in presenza di una bella ragazza piena dei migliori  propositi e completa in tutto quello che può definirsi validissimo quando ci si riferisce in genere ad una persona vista nel suo insieme.

ANITA E L’AMORE

Nel periodo in cui si svolge questo racconto  Anita è caratterizzata da un grande impegno nello studio, ciononostante ciò, sulla sua mente viaggia spesso il vivo desiderio di incontrare un compagno del quale trovare le migliori qualità che si possano immaginare.

Era portata in continuazione a idealizzare un amore di quelli splendidi che la avrebbe presa in tutto il suo insieme spingendola ad impegnare tutta  sé stessa per soddisfare questo grande amore totalmente corrisposto da un altrettanto ideale partner immaginario.

Con queste fantasie che occupavano piacevolmente la sua mente, il tempo passava inesorabile senza che lei avesse nemmeno intravisto qualche giovane che assomigliasse anche lontanamente a quanto figurava nella sua mente.

IL PRIMO APPUNTAMENTO

Questo stato di cose, stava per diventare preoccupante tanto da farla improvvisamente arrivare ad una decisione frutto della sua viva intelligenza. Si era convinta di non potere più restare inerme a lasciar passare quegli anni preziosi nel nulla  ma che invece era arrivato il momento di darsi da fare, a scuotersi energicamente in quel modo e che la sua intelligenza fertile le avrebbe sicuramente suggerito.

Nel riflettere a fondo, scoprì l’esistenza di organizzazioni che gestivano un servizio che si sarebbe dimostrato utile anche per lei. Allo scopo lei provvide subito a ricercare informazioni soprattutto tramite internet riuscendo ad aver dettagli particolari su un aprogramma tv che si chiamava ” Primo appuntamento” e che svolgeva l’attività di ricerca, di predisposizione di un appuntamento e di una cena nel ristorante la quale consentiva ad una coppia di trascorreva un paio d’ore assieme dove poter esplicare una prima conoscenza anche con la possibilità di costituzione di un rapporto durevole.

Allo scopo Anita presentò domanda di partecipazione tale primo incontro spiegando preliminarmente le caratteristiche  che avrebbe dovuto possedere l’eventuale  compagno di una serata al ristorante. Tra l’altro ci tenne a segnalare che avrebbe preferito un giovane appassionato di designer grafico che era anche la sua grande passione.
L’organizzazione le rispose di inviare una sua foto ed inoltre la descrizione dettagliata delle caratteristiche della persona da lei auspicate. Una volta in possesso di questi elementi avrebbero provveduto alla ricerca di quella persona soprattutto sulla base dei loro elenchi delle persone che avevano presentata una analoga domanda. Il tutto avrebbe richiesto un tempo di sei giorni trascorsi i quali si sarebbero fatti vivi comunicando la loro proposta che lei era libera di accettare o come pure di richiederne delle modifiche.

Da quel giorno Anita trascorse giorni e giorni di ripensamento alternando dubbi e sicurezze mentre la sua mente vagava in mille immaginazioni riguardanti la persona che avrebbe incontrato.
La prima visione che le apparve è stata quella poetica, romantica fino allo stremo e quindi la più improbabile. In sostanza in quel primo incontro della durata massima di qualche ora, lei sognava di incontrare l’amore quello duraturo, addirittura eterno. Per l’occasione, nella sua fantasia, al ristorante si sarebbe presentato una persona avente tutte le caratteristiche per farla innamorare a prima vista. Nella sua convinzione il primo incontro non poteva essere che quello lì.

In seguito si corresse giudicando obiettivamente che sarebbe già stata una grande e bella occasione se fosse avvenuto l’incontro con un ragazzo che corrispondesse a quello suoi sogni e cioè interessante non tanto nel suo aspetto fisico quanto invece nel modo di ragionare, nella cultura di base che, essendo molto impattante, doveva comprendere almeno qualche tipologia scolastica superiore alla scuola dell’obbligo. Se poi egli avesse passione per la grafica ed in genere il disegno ed anche quella per lo sport e l’atletica allora si sarebbe avverato il massimo dei suoi sogni
Soprattutto lei riteneva necessario un carattere simile al suo, cioè con molta e correttezza di comportamento.
Ma le variegate soluzioni che la preoccupavano erano quelle di incontro con qualcuno che fosse molto lontano da tutte le sue aspirazioni nel qual caso Anita riteneva che tutta la negatività le sarebbe apparsa evidente fin dalla prima frase perché lei era convinta di possedere tutti i mezzi per riconoscere nell’immediato gli eventuali aspetti inaccettabili. Ciò che la preoccupava era il di non riuscire a sopportare quelle negatività nemmeno per il periodo della cena ed, al riguardo, lei temeva che la cosa le facesse troncare immediatamente ogni rapporto non solo a fine della cena ma addirittura all’inizio della discussione.
Subito dopo però il senso di quest’ultima versione dell’atteso avvenimento veniva ancora corretto considerandolo troppo truce e quindi aggiungendo alla serie di altre visioni più tranquillizzanti ed in base alle quali lei si sentiva in obbligo di non essere precipitosa nel giudicare quanto sarebbe accaduto ritenendo più utile accogliere di buon grado tutto quello che accadeva magari considerandolo tutt’altro che definitivo ma suscettibile invece di cambiamenti che avrebbero potuto aver luogo più tardi, magari in occasione di contatti esterni oppure di tipo telefonico o tramite scambio di mail e comunque con il solo scopo di prendere assieme il caffè.
Fatte queste numerose ipotesi e dopo averle considerate a fondo ed aggiornate mille volte in particolari dettagliatissimi, Anita pensava di aver elencato tutto ciò che, secondo lei, comprendeva tutti gli avvenimenti che sarebbe potuti accadere in quel primo.
Vedremo invece che il destino deciderà altrimenti e in modo molto più significativo.

L’INCONTRO AL RISTORANTE

Come dice il proverbio, il tempo passò in fretta ed arrivò il momento di presentarsi puntualmente al ristorante che si trovava in una città non molto lontana da casa sua e lì trovò il nuovo conoscente che era già arrivato. Fatti i convenevoli di rito al banco del caffè, la coppia si trovò seduta frontalmente al tavolo dove ambedue avevano modo di guardarsi direttamente negli occhi.
Anita, che era senz’altro una bella ragazza, poté immediatamente constatare che Marco, questo il nome, era un pò più attempato di lei ma di una presenza così bella ed elegante da dare, fin dal primo momento, una otima Impressione.
A quel punto Anita chiedeva a sé stessa quali delle sue mille ipotesi fosse quella corrispondente alla verità che via via si stava rivelando .
La realtà si dimostrò diversa poiché il giovane esordì spiegando di essere molto onorato di poter partecipare all’esperimento ma che doveva segnalare una sua deficienza che avrebbe potuto compromettere tutto fin dall’inizio. Egli infatti si dichiarò molto timido e che senza dubbio si sarebbe trovato in difficoltà nel presentare argomenti interessanti. Anita sostenne che, anche se ciò fosse stato realistico, non avrebbe compromesso nulla in quanto lei avrebbe fatto di tutto per non metterlo in difficoltà essendo a sua volta una ragazza semplice e che questa cosa, a suo modo di vedere, non avrebbe avuto nessuna importanza. Fatta questa doppia introduzione i due personaggi iniziarono a discorrere in maniera del tutto normale ed in piena serenità.
Quello che avvenne ad un certo punto contribuì a modificare totalmente l’incontro a due. Marco annunciò ad Anita che si sentiva di aprirsi con lei in una forma che non aveva mai usato con nessuno facendo restare ammutolita la ragazza : si trattava di raccontare un fatto straordinario e lo faceva perché la aveva sentita appena accennare che la sua passione era il disegno ed in particolare il lavoro di designer graphic. Di questo dettaglio aveva assolutamente evitato di parlare ad alcuno, tenendo gelosamente quell’argomento per sè. Ebbene , le disse, ora sto per dirti non solo che quella è anche la mia passione ma che sto facendo un lavoro che io intravedo meraviglioso ed imponente per la grandezza del progetto che sto compilando.
Queste prime parole furono sufficienti per appassionare Anita che incominciò col dire che lei nella richiesta fatta alla direzione dell’organizzazione del primo appuntamento, aveva proprio chiesto se era possibile scegliere qualcuno appassionato di quella specialità di disegno avendo intrapreso anche lei la stessa strada.
Quando Marco riprese la parola era trasfigurato dalla foga di spiegare che stava ideando un museo non molto grande ma importantissimo per le opere d’arte che avrebbe dovuto contenere, museo da costruirsi ex novo in Inghilterra e di cui aveva già presentato delle bozze sufficientemente dettagliate per definire la quasi utopistica ma bella soluzione che egli aveva proposto e con la quale era risultato il migliore di tutti gli altri concorrenti e quindi con buone probabilità di ottenere un incarico prestigioso che avrebbe costituito un suo risultato notevolissimo soprattutto per la carriera che ancora si trovava agli inizi. Da quel momento tutti i discorsi rimasero concentrati su quel progetto mentre Anita, una volta capito sia pur a grandi linee ma però direttamente dall’autore la rivoluzionaria soluzione che aveva presentato per il concorso, ne era diventata essa stessa entusiasta entrando vivamente su particolari che la affascinavano mentre nella sua mente si sentiva protagonista di un vero sogno vista la valida tipologia di persona che aveva davanti.
Purtroppo però il tempo a loro disposizione in ristorante era ormai finito e quell’affascinante discussione dovette essere sospesa sul più bello.
Nello svolgimento dei preparativi per lasciare il ristorante, Anita dentro di sé non faceva che pensare alle sue anticipate e più volte modificate, visioni immaginarie di quell’incontro concludendo che lei stessa ne aveva previste tante versioni ma non era nemmeno immaginabile una una realtà così bella. Quello che lei constatava era il fatto che era stata lei stessa a facilitare quell’incontro quando tra le caratteristiche del compagno da scegliere aveva segnalato la tipologia designer.

Al momento del commiato sarebbe stato di prammatica che loro due si scambiassero dei giudizi sul primo incontro, il che risultò veramente difficoltoso perché era giunto nel momento clou della serata ed ambedue avrebbero desiderato che i loro discorsi potessero continuare per delle ore senza mai cambiare tema.
Marco , ancora nell’entusiasmo dell’ultimo argomento, aveva una richiesta da fare essendo preceduta da scuse anticipate per il suo ardire. Anita immediatamente arcuì che stava per aaver luogo la fine dell’inconro in tutta la sua interezza e bellezza. Non fu così. Marco con frasi sempre rispettose si fece coraggio per chiedere una cosa semplice e cioè, invece di tornar a casa di furia, di fare due passi in città magari fermandosi ad un bar per bere una camomilla che avrebbe contribuito. favorevolmente al sonno successivo.
Anita si senti molto confortata per la discrezione usata da Marco nel presentare una richiesta che lei era disposta ad accettare purché non molto prolungata in quanto aveva piacere di tornare presto a casa.
Detto fatto si ritrovarono in un caffè dove accadde la desiderata riapertura del loro intercalare avendo sempre per oggetto quel suo progetto del quale lei si sentiva molto onorata di essere messa al corrente e poter anche esprimere dei concetti se non addirittura dei modesti pareri dettati dalla sua fertile fantasia.
La precauzione che ambedue usavano, piacque molto alla ragazza la quale cominciava a farsi un’idea personale e particolarmente buona del giovane architetto. A lei sembrava che questo suo modo di fare tendente in ogni campo a sminuirsi, a limitarsi molto in quello che riguardava il suo ricercato campo di lavoro mentre l’entusiasmo che comunque lo pervadeva nelle spiegazioni finiva veramente per rapirla.
Ad un certo punto nei discorsi venne introdotto il tema rapporti di coppia . Ad Anita risultò molto semplice affermare che per lei l’estensione di quel settore era pari a zero non avendo mai conosciuto alcuno con cui iniziare un rapporto anche semplice semplice.
In questo senso mentre lei non aveva nessun problema a dichiararsi quello che veramente era e cioè una semplice e studentessa, egli come posizione e ruolo svolto si trovava ad un livello da tenere molto riservato mentre, avendo avuto delle esperienze delle quali, in questo primo loro incontro non era il caso nemmeno di fare cenno.
In conclusione l’incontro per Anita risultò di grande interesse, e prima di tutto per l’estrema serietà che risaltò dal comportamento di entrambi ed in secondo luogo per la constatazione che Marco era una persona molto corretta e molto interessante per l’ampiezza dei suoi i interessi personali e professionali. La conoscenza, in conclusione, risultava un’esperienza che sarebbe stato opportuno approfondire.
A fine incontro nel riportarla a casa con automobile e Marco si arrischiò ad asserire che era rimasto molto contento della conoscenza fatta restando disponibile a continuare qualora lei lo avesse voluto. Anita si dichiarò pienamente d’accordo nel non lasciar perdere una conoscenza straordinaria come quella vissuta troppo brevemente e che apprezzava molto, proponendo semplicemente uno scambio di dati per poter continuare ad approfondire nel prossimo tempo tramite telefono e messaggi vari. Marco si dichiarò molto contento della decisione.
Nei giorni seguenti la ragazza si sentiva tutta contenta e sicura di non sbagliarsi sul fatto di aver conosciuto una persona di elevato livello in tutti i sensi, compreso quello di poter prevedere una grande amicizia suscettibile dei più impensabili seguiti. Il giorno dopo lei senti che avrebbe potuto verificare facilmente la giustezza del suo pensiero. Infatti, essendo in possesso di tutti i dati di Marco, fu facile scoprire direttamente su internet che egli aveva sette anni più di lei e che era un architetto con un affermato studio di “designer graphic ” in una città non molto lontana dalla sua. Tutte queste notizie le tenne par sé al fine di verificare fino a che punto Marco avrebbe continuato ad aprirsi con lei. A distanza di qualche giorno ricevette una mail, con la quale Marco ringraziava per il tempo trascorso insieme mentre confermava il desiderio di approfondire la conoscenza ritenendo questo un provvedimento importante ma un po’ difficile da esperire via mail o telefono. Per questo si dichiarava disponibile a venire nella sua città in una giornata festiva a pranzare assieme per ripetere l’esperienza fatta ma questa volta non alla sera bensì a metà giornata. Egli riteneva necessario chiarire vis á vis alcuni punti logici che avrebbero reso più facile ogni successivo approccio via telefono o mail.
Anita notò la finezza di Marco nell’evitare l’incontro serale e si dichiarò anch’essa disponibile in un giorno a scelta di Marco poiché essa, studentessa quale era, non aveva problemi di sorta.

APPREZZAMENTI E DELUSIONI

Anita rimase tutta contenta ad aspettare il nuovo incontro e pochi giorni dopo lei si trovò in macchina con Marco che la portava a pranzo in un locale raffinato. Per strada si fermò qualche minuto ad un negozio dove doveva ritirare un pacco che era pronto.
Quando furono a tavola ambedue si dichiararono molto contenti di quel secondo incontro. Marco aprì quel pacco che aveva ritirato e che conteneva una piccola spilla per lei che lei gradì a fondo aggiungendo che apprezzava molto la sua gentilezza.
Seguirono riscontri di normale caratteristica ed ad un certo punto fu proprio la ragazza ad entrare in temi più personali dichiarando in anteprima che, tenuto ben presente il grande piacere che le procurava egli con la sua presenza e con ragionamenti di cui avevano già accennato, ma che tuttavia non si sentiva in grado di essere all’altezza di una persona come Marco a causa della sua giovane età ed alla impreparazione a cose grandi come poteva essere l’amicizia con una personalità come lui.
Marco per tutta risposta le disse che era proprio di questo argomento che voleva discutere perché egli, al primo incontro, si era presentato come un ragazzo in vena di ricerca di presenze femminili per gioco mentre egli si riteneva a posto in tutti i sensi e che si era presentato per delle conoscenze serie e quindi che Anita non aveva nulla da temere poiché in quei contatti sfigurava solo un’amicizia e nulla più. Anita confessò che lei di amicizie o comunque di conoscenze importanti non ne aveva nessuna esperienza non avendone mai avute. Allora Marco comunicò che lo scopo principale di quell’incontro doveva essere una sua comunicazione importante e decisiva per il loro futuro.
Marco spiegò di aver trascorso grande amore per una ragazza seguito da una grande delusione che lo aveva colpito profondamente sconvolgendo alcuni principi del suo modo di vivere, addirittura portandolo alla grave convinzione di non avere mai più una donna al suo fianco, Da allora Marco si era definitivamente ripromesso di passare tutto Il resto della sua vita assolutamente senza una compagna fissa e senza matrimonio. Dichiarò che era bene chiarire ad Anita questo suo impegno in base al quale la sua vita futura avrebbe dovuto svolgersi senza la costituzione di una normale famiglia e quindi senza che a casa sua soggiornasse una donna con qualsiasi ruolo. Quello che loro potevano conseguire era soltanto un’amicizia, anche se splendida come essa si stava ripresentando ai suoi occhi ma sempre e soltanto di amicizia doveva trattarsi.
Per Marco quella decisione comportò un brutto periodo di solitudine privo di alcun approccio amichevole e soprattutto rifiutando qualsiasi contatto con il sesso femminile. Nel raccontare questi dettagli egli cambiava completamente di umore abbandonando quella apertura alla felicità che Anita aveva sempre riscontrato in lui in tutto il tempo trascorso assieme. Ella ebbe la sensazione che tutto ciò alludesse ad un episodio probabilmente ancora più grave dell’abbandono di quella ragazza di cui aveva parlato..
Questo stato di isolamento Marco lo aveva interrotto facendo il primo incontro al ristorante al solo scopo di avere un passatempo ma sicuramente senza disdire l’impegno assunto di esclusione dalla sua vita futura qualsiasi tipo di donna. In quel primo incontro aveva però conosciuto la giovane Anita che lo aveva colpito profondamente per la sua giovanile vitalità e gioia di vivere e questo fatto costituiva una grave mancanza al patto concordato con sé stesso di “mai più donne ” al quale riteneva ovviare in maniera particolare e cioè impegnandosi ufficialmente, come stava facendo in quel momento, in una sola amicizia che escludesse assolutamente ogni approccio amoroso. Tutto questo voleva fosse stato ben chiaro ad Anita restando confermato che nel caso di mancata condivisione l’amicizia con la ragazza poteva benissimo terminare in qualsiasi momento finanche all’attualità.

LA TRAGICA DECISIONE DI ANITA

Anita era rimasta molto delusa dalla decisione inderogabile e comunicata in maniera definitiva da Marco, di limitare il loro eventuale rapporto ad una sola amicizia assolutamente escludendo ogni manifestazione amorosa e tanto di più ogni tipo di convivenza.
Questa decisione, in contrasto con il clima idilliaco trascorso in compagnia, rimase fisso in mente da Anita ed il fatto che fosse escluso a priori ogni atteggiamento posto al di fuori della sola amicizia, le era rimasto indelebilmente in quanto lei lo trovava inumano essendo sua profonda convinzione che la speranza non la si possa escludere in nessun caso, essa invece dovrebbe restare costituendo il soccorso di riserva che aiuta a vivere.
Oltre a questo, la nuova regola di vita comportava tassativamente che anche una grandissima amicizia con Marco avrebbe comportato la rinuncia di Anita al suo sogno di creare una famiglia e di diventare madre : in pratica si trattava di distruggere il sogno fondamentale di ogni donna , cosa assolutamente inaccettabile per lei.
C’era in Anita un’altra sicurezza : se lei fosse diventata veramente e stabilmente amica di Marco e nient’altro, questi un bel giorno avrebbe preteso di soddisfare il sesso senza la presenza di quell’amore che lei riteneva assolutamente necessario per offrire il proprio corpo, al contrario lei mai e poi mai lei lo avrebbe dato senza amare il partner.
Tutto questo aveva un significato preciso che imponeva la decisione drastica di dover assolutamente interrompere immediatamente i suoi incontri, pur tanto piacevoli, con Marco. Questa gravissima decisione richiedeva di essere messa in atto subito in quanto ogni rinvio della sua attuazione avrebbe peggiorato la situazione man mano che l’amicizia fosse diventata più importante.
Anita ritenne giusto di non far precipitare le cose lì dove si trovavano col ribadire subito la gravità della dichiarazione di Marco, al contrario pensò di alleggerire l’ambiente facendo tornare piano piano Marco alla bonomia di prima, ad essere il gentiluomo gentile, sereno e dimostrando gradevole compiacimento per gli incontri con Anita.
Ad ambedue era tornato il buonumore con l’evidente soddisfazione di stare insieme a raccontarsi sempre più dettagliatamente la propria vita, i propri valori morali e, finito il pranzo, Marco la invitò a terminare quei delizioso incontro su un posto che conosceva bene e dove avrebbero bevuto qualcosa davanti ad un panorama delizioso. Così fu fatto ed arrivarono ad un bar su una posizione spettacolare con una terrazza dove sedettero bevendo e gustando delle specialità di dolci ed inoltre di incognite porzioni cinesi salate e fatte apposta per scambiarsi discorsi piacevoli ed interessanti. Alla fine della sosta al bar, ebbri di felicità per un pomeriggio di grande interesse, piacere e poesia, la ragazza fu riaccompagnato a casa con vivi ringraziamenti di Marco per la disponibilità dimostrata assieme a dichiarazioni di compiacimento per tutto l’ottimo comportamento di Anita stessa e con il convincimento condiviso di desiderare la continuazione dell’amicizia che stava maturando ma che non avrebbe dovuto diventare nessun altro sentimento. Si salutarono calorosamente con un impegno preciso di completare l’azione appena cominciata e, per il momento, tanto soddisfacente per tutti due , fatto però eccezione per l’animo di Anita il quale , nel profondo, era di tutt’altro umore diventando esattamente quella che era prima dell’inizio della deliziosa avventura avuta con Marco. Lei si sentiva ancora una ragazza non più giovanissima ed assolutamente senza alcuna conoscenza maschile che la soddisfacesse, nessuna che assomigliasse a quella serie di personaggi di cui aveva fantasticato prima di accedere al primo incontro. Aveva sì incontrato una figura eccezionale come Marco, eccezionale in tutti i sensi perché fin troppo bella da un lato e dall’altro con una remora così grave da annullare tutto quello di bello che aveva provato con immenso piacere. Nonostante tutte le belle cose, alla fine Anita dovette concludere che la soluzione da attuare era una ed una soltanto: chiudere subito il rapporto con Marco prima che fosse troppo tardi.

Ed infatti la ragazza passò immediatamente alle vie di fatto. Anita prese il diavolo per le corna e scrisse immediatamente un lungo messaggio a Marco nel quale, dopo aver descritto il piacere che stava provando grazie alla fortunata conoscenza nata casualmente con lui e quindi provando un grande dolore per sentirsi obbligata a scrivere il messaggio, indicò con precisione ciò che le aveva fatto provare Marco imponendosi un limite esatto della loro eventuale amicizia e specificando bene cosa significava tale limite per ambedue. A suo avviso quel rigido confine riguardava direttamente un problema gravissimo ed era la distruzione di ogni speranza, cosa che lei riteneva inaccettabile perché la speranza deve essere l’ultima a morire . Invece Marco voleva farla morire subito, anzi nella sua vita l’aveva già fatta morire.
Lei sostenne che la decisione per lei dolorosissima era quella di troncare subito ogni loro rapporto. Alla fine chiedeva un ultimo incontro nel quale spiegare meglio la questione e , dopo averlo ringraziato per tutto il piacere ricevuto, sarebbe stata presa la decisione di interrompere in tutto e per tutto ogni relazione tra loro due con il proprio diniego assoluto e temporalmente immediato della sua continuazione.
Alla prima lettura del messaggio Marco restò sbalordito e volle farne una attentissima rilettura soppesandola bene e con un rigoroso esame di controllo della situazione tenuto presente che egli pensava di rinviare a lunghi tempi ogni decisione. Ne fece seguito un grande dubbio con cui chiedere a sé stesso se invece fosse tutto vero quello che aveva scritto Anita quando sosteneva che era necessario tagliare subito il loro rapporto .
In definiva Marco accettò la decisione di un ultimo incontro personale dove stabilire e definire assieme la fine del loro rapporto avendo trovato le decisioni di Anita molto obbiettive e precisando che per una quindicina di giorni era impegnatissimo per lavoro.
Fissata la data ed il luogo dove trovarsi ambedue dovevano trascorrere due settimane durante le quali esistevano due menti in subbuglio , essendovi compresa anche la ragazza, nonostante tutta la sua sicurezza di essere nel giusto , sentì che lavoravano in pieno per definire dei dubbi atroci.
Per Anita era giunta la fine dell’unico suo caso di conoscenza di un uomo e che oltretutto era stato provocato da lei stessa quando aveva deciso di fissare il primo appuntamento nel ristorante. Poi c’era Marco che era pieno di una serie di dubbi. Il primo riguardava la domanda “è bene che mandi in fumo la mia decisione di non voler più avere contatti intimi con le donne?”
Dei due personaggi la più serena era Anita perchè la sua decisione era presa in maniera definitiva ed era semplicissima da prendere non essendo accettabile nessun patto che mandasse in fumo ogni speranza nel futuro.
La più complessa decisione senza dubbio era quella di Marco il quale doveva scegliere tra due elementi che erano la sicurezza del male e la speranza del bene. Infatti se egli rimaneva nel suo proposito di non avere mai più donne in casa, aveva una sicurezza certa ed era quella di aver incontrato donne cattive che lo avevano messo in crisi in base ad una motivazione che aveva un aspetto determinante poiché era sicuro di aver incontrato donne non adatte alla sua persona. L’altra soluzione aveva un difetto fondamentale ed era l’aleatorietà della decisione a farlo propendere per la sicurezza. Questo dubbio continuava a tormentarlo ed era per questo che aveva scelto una quindicina di giorni di tempo per decidere definitivamente sulla fine prevista da Anita.
I giorni passavano ma l’incertezza restava anzi accadeva che invece di sciogliere i dubbi, il passare dei giorni lo fece propendere per la seconda soluzione, proprio quella che sentiva la più piacevole e che gli dava molte speranze di belle cose ma non indicava che dal punto di vista matematico la facesse vincere. Questa era la situazione sempre più imbrogliata.
Alla fine la meravigliosa amicizia invece di continuare e approfondire era sul ciglio del precipizio con due persone decise a dare la spinta necessaria per farla cadere nel nulla.
Dei due era di gran lunga Anita a soffrire di più le conseguenze della fine di un sogno troppo bello.
Oramai le risultava inutile il rimpianto, il pensare che tutto si sarebbe in qualche modo sistemato, il prospettare un’amicizia con una personalità così belle non aveva più senso .

Marco, alla fine, risponde per mail affermando che quella di Anita era una decisione giusta e definitiva e chiede solo un intervallo più lungo per avere l’ultimo incontro essendo molto impegnato nel lavoro. Anita capisce e si convince che la sua meravigliosa favola era finita e che ormai non c’era nulla da fare e bisognava eliminare il rimpianto accogliendo la realtà in tutta a sua crudezza.
Passa il tempo e Anita riprende in pieno la sua vita di prima con studio e passatempi soliti.
Marco, per conto suo continua a perfezionare il suo progetto del museo fiducioso com’è di doverlo realizzare in tutta a sua completezza e complessità e non ha nemmeno il tempo di pensare ad Anita , visto e considerato che la storia che la riguardava era totalmente finita. Quello che mancava era solo l’ultimo incontro con lei per salutarsi calorosamente e per consolidare il ricordo di una bella avventura.

UN AVVENIMENTO TRAGICO DEMOLISCE IL MORALE DI MARCO

Ancora una volta il destino crudele interviene a dissipare le sue cose belle ed importanti. Dall’Inghilterra arriva la risposta ufficiale del concorso alla progettazione del museo e dal quale risulta che era risultato vincitore un gran architetto giapponese famoso in tutto il mondo per gli splendidi musei che aveva progettato e diretto nella costruzione.

Inimmaginabile la delusione di Marco che si chiude in sé stesso disperato. Si guarda intorno e non ha nessuno cui poter consolarsi nel raccontare l’episodio e che magari potesse interessarsi per verificare se le cose si erano svolte nel modo legalmente giusto. Non è raro che, in occasioni del genere, qualche rilevante interesse economico riesca ad infrangere la legge essendo molte le possibilità che lo permettono.
Nel caso del progetto di Marco, che era stato considerato ottimo al momento della presentazione preliminare consentendogli di partecipare al concorso, era abbastanza facile dimostrare che un grandissimo architetto che andava per la maggiore in tutto il modo per la creazione di musei, finisse per essere preferito ad un giovane architetto, del tutto sconosciuto e che si assumesse per la prima volta la progettazione di un museo, preferendolo in barba alla importanza e alla bellezza della soluzione presentata da lui stesso. Sicuramente era grande il dispiacere di Marco e quello che lo angustiava di più era non poterne parlare a nessuno perchè non aveva parenti né amici in grado di farlo. Per questo Marco restava chiuso in casa a purgare il suo dolore da solo essendo questa la modalità più triste e più dura da superare soprattutto se chiusi in casa da soli.

Dall’altra parte Anita, mentre continuava nella sua abitudinaria vita e pur sapendo che non aveva più niente da spartire con Marco, si chiedeva come mai egli, così preciso negli appuntamenti, non avesse ancora fissato la data per il loro ultimo incontro col quale dare personalmente ufficialità alla fine della loro amicizia appena cominciata e già finita.
Lei, col passare di diverse settimane era sicura che, ben sapendolo impegnatissimo nel suo progetto del museo, si era del tutto dimenticato di quella piccola storia avuta con una giovanissima ed impreparata Anita, sicuramente l’aveva scordata, cancellata dalla sua memoria tanto fervida trattandosi di una piccolezza priva di importanza.

LA VITALITA’ DI ANITA

Quando Anita sentì il telefonino suonare e poté constatare che era Marco il chiamante, pensò che finalmente egli telefonasse per fissare quella data ed infatti dopo averlo salutato si affrettò a dirgli che per lei andava bene qualsiasi data per stabilire ufficialmente la fine della loro piccola storia. Stranamente dall’altro capo del filo seguì un lungo silenzio. Sembrava che Marco non sapesse come cominciare il suo discorso. Anita, da canto suo, non voleva essere lei ad affrontare quel triste tema e quindi stava in silenzio anche lei. Si trattava sicuramente di un silenzio imbarazzante, privo di significato. Invece quando Marco, al massimo della commozione, disse due sole parole, lei restò ammutolita. Egli si limitò a dire. “Anita. Ho perso l’incarico di progettare il Museo, sono solo e disperato ed ho bisogno di tè”. Lei rispose: ” ho capito, prendo un taxi e tra un’ora sono da te”.

CONCLUSIONE

Il racconto finisce qui perché arrivato alla fine del “ PRIMO APPUNTAMENTO” che era l’oggetto
specifico da raccontare in sé e per sé. Al lettore la facoltà di immaginare un seguito