PROGRESSO SIGNIFICA BENESSERE O DISOCCUPAZIONE?

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  1. INTRODUZIONE

Un fenomeno di grande attualità consiste in una profonda dicotomia, in un vivo sentimento di forte divergenza di opinioni tra gli effetti reali del grande progresso che si riscontra ai nostri giorni nella tecnologia e nei risultati che ne deriveranno.

Il fenomeno appare sempre più evidente per una caratteristica propria dei tempi moderni e cioè quella della grande velocità con cui migliora la tecnica. Si può dire che sia in corso un viaggio senza fine e velocissimo verso l’eccellenza di diversificati settori, eccellenza che risulta assolutamente inarrivabile poiché si susseguono a ritmo sempre più incalzante delle migliorie sempre più performanti.

  1. ARRIVA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’elemento che in questi ultimi tempi porta veramente ad un nuovissimo ragionamento è sicuramente l’arrivo dell’intelligenza artificiale e, ancora più eclatante, lo smisurato progresso che vi i sta verificando non solo di giorno in giorno ma addirittura di ora in ora.

Ad avviso di chi scrive molte persone sono rimaste colpite da una tecnica sorprendentemente efficace scoppiata così clamorosamente da farli precipitare in un pessimismo così profondo da farli convinti assertori di un vero baratro di modernismo esagerato nel quale sta precipitando l’intera umanità.

Ad avviso di chi scrive la causa di questo sentimento, molto diffuso, è da addursi soprattutto alle difficoltà che tutti noi troviamo nel capire la sua essenza vera.

In un primo momento lo si è attribuito alla scarsità di cultura, a seguito nella scarsa frequenza scolastica oppure all’incontro con culture diverse. Si deve semplicemente ammettere che questo sentimento nettamente negativo è molto diffuso e che, invece di tendere ad esaurirsi, ha la tendenza ad espandersi sempre più velocemente.

  1. L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LA RICCHEZZA

A questo punto appare evidente dover discutere sul pessimismo che accompagna l’AI ed i possibili rimedi.

Una delle possibili ragioni è da ricercarsi nel del modo di vivere che vigeva fino a pochi anni fa e che risulta totalmente scomparso ai giorni nostri. Personalmente sono convinto di un cambiamento radicale che descriverei come segue.

E’ venuta a mancare una convinzione riguardante un elemento specifico: la ricchezza.

Mentre personalmente svolgevo delle splendide attività nel campo della topografia, nei nostri piccoli paesi veneti alcuni giovani intraprendenti riuscivano a creare quello che è stato definito il miracolo industriale del veneto poiché da territorio già dedito ad una povera agricoltura era diventato un fiorente e molto attivo complesso industriale ed artigianale.

Io questo periodo lo lo avrei definito, in senso del tutto negativo, il periodo della ricchezza.

A mio avviso stava nascendo la convinzione che fosse cosa assolutamente necessaria raggiungere la ricchezza perché arrivati a quel traguardo, in maniera più o meno consistente, sarebbero positivamente finiti tutti i problemi.

Si distinguevano due tipi di ricchezza.

La prima, da definirsi assolutamente deleteria, era la ricerca del posto fisso. Tutti esprimono un desiderio fisso e ripetuto in ogni occasione ed in ogni discorso. Questo ritrovato corrispondeva ad un traguardo ideale così concepito: il posto fisso consiste in un posto di lavoro nel quale si può tranquillamente passare il tempo senza fare nulla oppure facendo il meno possibile senza per questo subire rimbrotti di qualsiasi genere e soprattutto nessun trattamento economico diverso da quelli contrattuali. Pertanto chi ha un posto fisso ( soprattutto se dipendente pubblico) deve solo riuscire a far passare il tempo perché ,a scadenze regolari e senza nessun merito personale, merita i regolari avanzamenti di categoria e di compenso economico.

Ciò che ha contribuito a questa convinzione è stata l’elargizione di un sia pur piccolo contribuo mensile avente lo scopo di dare quel lavoro che non esiste a molti disoccupati i quali si sono abituati a vivacchiare “in divano” senza far nulla ma convincendosi che quella era il giusto modo di campare sia pur nelle ristrettezze economiche: fare il nulla motivandolo, giustamente, con l’impossibilità di trovare quel posto fisso tanto agognato

Quanto spiegato riguarda la la stragrande parte parte del lavoratori dipendenti fatta eccezione per qualche elemento eccezionale che invece sente il dovere ed il piacere di svolgere accuratamente il suo lavoro. Ebbene queste pochissime persone sono quelle che riescono a far funzionare il servizio trovandosi accollati gli incarichi più diffusi dovendo comprendere tutti quelli rifiutati dalla massa. Egli si trova subissato di lavoro però prova la soddisfazione di riuscire personalmente a far andare avanti il servizio.

La seconda specie di ricchezza è quella rappresentata da un’ampia disponibilità di denaro guadagnato sia in modo regolare e sia adottando tutti i sistemi di qualsiasi tipologia ivi compresa quella illegale.

Ebbene le persone che sono giunte a questo grado di ricchezza hanno modo di vivere bene senza fare più nulla poiché la sola proprietà di grossi beni frutta degli interessi netti che glielo concedono a piene mani.

Esempi classici sono quelli del proprietario di molti edifici di qualsiasi tipologia come abitazioni, capannoni industriali, attività commerciali come negozi od officine. Ebbene risulta sufficiente affittare con accortezza ad operatori onesti ed il proprietario può condurre una vita dispendiosa dedicandola solo ai suoi passatempi preferiti.

Lo stesso risultato lo ottiene che chi proprietario di grossi importi di denaro perché risulta sufficiente affidare accuratamente le ingenti somme ad enti seri anche fuori Italia per ottenere degli interessi favolosi con i quali vivere agiatamente e senza alcun pensiero. Infine sussistono proprietari di ampie campagne poiché anche questa categoria di proprietari può godere di detti benefici economici.

  1. LA FINE DELLA “RICCHEZZA”

Questa “pretesa di vivere “senza svolgere alcuna attività lavorativa” rappresenta una grave deficienza culturale e morale in quanto l’essere umano è nato proprio per la salvaguardia del genere umano medesino ottenuta dalla procreazione e dall’impegno di contribuire tutti assieme al benessere economico necessario per una vita civile. Ora pensare che intere classi umane pensino di poter vivere senza effettuare alcun lavoro è fuori natura ed inoltre toglie all’uomo ogni soddisfazione vera.

La mia storia del tutto immaginaria, anche se in molte parti corrisponde a realtà, registra attualmente un cambiamento sostanziale e molto stranamente non giudicato per quello che veramente è.

La situazione potrebbe oggi essere riassunta in una semplice osservazione.: al giorno d’oggi sono sparite tutte le modalità di benessere automatico prima indicate, benessere di qualsiasi tipologia di ricchezza , di attività, di investimento che sia in grado di dare .da sola, un interesse economico. Oggi quest’ultimo può tassativamente derivare soltanto da attività personali di qualunque specie se attiva, essendo effettivamente inesistenti i benefici provocati dalla sola ricchezza senza intervento umano.

Spiegherei come, a mio avviso, questa constatazione è venuta a galla in periodi come questo nel quale intere moltitudini vedono ancora nella ricchezza spiegata prima come una insana fonte di benessere non rendendosi conto della attività basata sulla cruda realtà, che ripeto in breve: oggi per poter avere una risorsa economica esiste un solo mezzo che è l’attività umana.

E’ interessante notare come la realtà molto diffusa oggi ed in base alla quale non sussiste più detta forma di beneficio economico se non derivato dall’intervento umano, indica una notevole maturazione del pensiero diffuso che, molto correttamente , non riesce a giustificare un aumento economico che possa provenire autonomamente dalla ricchezza considerata da sé sola. Questo concetto fornisce un fondamento di ingiustizia che oggi viene allontanato dalla mentalità corrente la quale ha percepito chiaramente una definizione nuova e finalmente valida dell’uomo considerato come essere che deve contribuire persona per persona ed ognuno nel suo piccolo a quel velocissimo miglioramento del progresso di cui si è parlato all’inizio e che non può essere considerato esclusivamente il prodotto delle menti eccelse che hanno inventato e continuano a migliorare l’intelligenza artificiale ed altre innovazioni dello stesso genere. In maniera totalmente diffusa. Ogni essere umano deve contribuire nel posto e nel modo che qualcuno gli ha assegnato in questo mondo: i grandi scienziati nei grandi progressi dell’informatica e tutti gli altri nel loro piccolo impegno quotidiano poiché quest’ultimo progresso, paragonato alla elevatissima intelligenza artificiale sarebbe di quantità, di importanza , di valore infimi ma, considerata prodotta uno per uno da tutti i componenti dell’intera umanità, assume un quantitativo anch’esso enorme, vista la naturale obbligatorietà di parteciparvi ognuno di noi nessuno escluso. Oltre a questo è da considerare che il progresso umano non è limitato soltanto ai problemi di alta qualità. Al contrario deve interessare tutti i settori di vita compresi quelli considerati di secondaria importanza mentre sono anch’essi parte vitale del vivere comune.

  1. LA FINE DEI LAVORI RIPETITIVI CON CRESCITA DELLA DISOCCUPAZIONE

Sussiste un’altra caratteristica che implica notevolissime condizioni: al giorno d’oggi: tutte le attività basate sulla semplice ripetizione di un intervento lavorativo da ripetere indefinitamente è destinato a morire perché sostituito via via dalla macchina. Questo fatto comporta inevitabilmente una disoccupazione sempre più generalizzata con conseguente grande massa di ex dipendenti ancora in età lavorativa che si erano illusi di continuare il loro semplice lavoro per sempre nel mentre la cruda realtà li vedrà disoccupati.

A questa diffusa disoccupazione corrisponderà una sempre più richiesta di lavoratori in grado di operare sulla base delle nuove tecnologie.

Segnalerei una grave deficienza. Questo concetto di necessità di nuovo tipo di cultura e di preparazione avrebbe dovuto essere compreso soprattutto dalla scuola la quale avrebbe dovuto per tempo modificare le sue modalità di insegnamento riguardanti non solo le materie da insegnare ma soprattutto facendo capire ai giovani queste inevitabili prospettive cioè una nuova concezione di una vita basata su concetti moderni di preparazione mentale .

  1. LA CONCLUSIONE REALE: UN SICURO PROGRESSO CHE CONTRIBUIRA’ ALL’EGUAGLIANZA DI TUTTI I POPOLI

La conclusione di questa mia modesta storia consiste nella prospettiva di un futuro migliore.

Io credo che il grande progresso della tecnologia cui stiamo assistendo sia un sicuro mezzo di notevole miglioramento della vita umana facilitando tutte le attività nelle quali eliminare tutto ciò che è soltanto ripetizione per anni ed anni. Questo avvenimento positivo andrà ad interessare tutti i campi delle attività manuali o mentali dell’umanità. Da tutto questo deriverà la possibilità di estendere il benessere ovunque anche tra i popoli che finora ne sono stati duramente provati. Oltre all’aumento del benessere economico sarà incrementato quello dell’arte e e della cultura da cui deriveranno sempre migliori progressi.

Non mancherà in tutto questo una inesorabile condizione. L’utilizzazione dei nuovi potenti mezzi di decisione dovrà essere condotta dentro precisi confini sussistendo il pericoli che, sull’esperienza di attività criminali ben note, non abbia da essere utilizzata al di fuori di regole ben precise il che presuppone fin da ora una grande iniziativa di controllo che deve partire dalla fase iniziale per continuare ininterrottamente.

Anche questo importante servizio darà lavoro ad intere schiere di lavoratori essendo pure loro impiegati in attività della massima importanza essendo preposti a garantire l’uso ottimale e corretto delle nuove potenti tecniche , In questo senso torna utile e necessario avere idee chiare sulla realtà derivata direttamente sulle nuove e rivoluzionarie tecnologie dalle quali si deve aspettarsi soprattutto benefici allontanando le convinzioni ancora diffuse della loro pericolosità e della necessità di escluderle dalla normale utilizzazione o almeno di limitarne l’uso.