INTRODUZIONE
Il protagonista del racconto è Giovanni un giornalista di una nuova rivista quindicinale titolata L’INNOVAZIONE.
Come riassume già il titolo, il quindicinale tratta in genere le novità industriali, agricole, artistiche, letterarie ecc. . Lo scopo ricercato è stimolare la curiosità dei lettori trattando gli episodi reali e futuribili ma dai quali discende il progresso della vita umana partendo dal lavoro da svolgere, per arrivare alla vita privata delle famiglie, ai divertimenti di cui tutti hanno diritto, alla cultura , all’arte e alle altre mille eventualità che riguardano la vita.
Quello che Giovanni aveva rimproverato più volte al direttore della pregiata rivista era la sentita mancanza di un secondo collaboratore col quale ripartire il troppo intenso lavoro che egli doveva svolgere da solo. Per la verità tempo addietro era stata ventilata nella ditta l’intenzione di assumere un secondo giornalista lasciando proprio a Giovanni la scelta tra tre candidati che si erano proposti a seguito di una offerta di impiego pubblicata sui giornali. Quella volta Giovanni li aveva scartati tutti e tre adducendo la motivazione che nessuno presentava quel minimo di predisposizione che un giornalista, oltre ad una seria cultura di base, doveva avere. Passata quell’occasione la direzione aveva sempre evitata l’idea di nuove assunzioni. Questa assenza di un aiuto aveva comportato un superlavoro per Giovanni in quanto allo scadere di ogni quindicina occorreva avere degli articoli validi, pronti e da pubblicare.
Nella realtà del suo lavoro Giovanni usa mettere tutto l’impegno e la passione che lo pervadono, facendo di tutto per scrivere validi articoli su un argomento come l’innovazione, Scopo precipuo della rivista e che attraverso gli anni dimostrerà, la genialità di una felicissima scelta di contenuti con l.
La ragione va ricercata sulla grande attenzione che Giovanni pone nel suo lavoro. Egli, scelto un determinato evento di cui scrivere, svolge tutte gli approfondimenti possibili ricercando e studiando su internet, sulla stampa ed anche nella letteratura tutto quello che vi è disponibile, facendo sopralluoghi diretti sul luogo dove nascono e si sviluppano gli eventi che preludono ad innovazioni in senso generale. Una volta sul posto Giovanni fa tutto il possibile per conoscere a fondo gli studi in corso. Di norma le aziende che mirano ad un continuato progresso della loro attività accolgono volentieri giornalisti che ne propongono la pubblicazione sulle pagine della stampa e nel caso di Giovanni l’accoglienza è ancora più gradita perché in azienda sono ben note sia le caratteristiche della rivista che sono quelle di portare la tecnica in generale a livello di comuni lettori e quindi di una platea assai vasta ma con un certo approfondimento tecnico mentre, al tempo stesso, conoscono le ottime capacità di pubblicista tecnico che sono proprie di Giovanni.
Vista la difficoltà della materia, egli deve con continuità aggiornare la conoscenza dell’informatica facendosi anche aiutare dai valenti tecnici che vi lavorano.
L’IMPEGNO DI GIOVANNI
Nel periodo fu cui si tratta in questo racconto Giovanni si trova impegnato in un settore di grande attualità ed importanza : “l’innovazione digitale”. Con quel termine “innovazione digitale” continuamente citata ed esplicitata in ogni dove, si intende un concetto molto ampio al centro di tutti quei cambiamenti tecnologici, organizzativi, culturali, sociali e creativi in grado di migliorare l’esistenza quotidiana. Detto in pochi termini si tratta di una vera rivoluzione attuata dall’arrivo della digitalizzazione che deve atdottarsi nella vita e nell’ambiente dove viviamo. Si capisce bene l’interesse che può rappresentare per un giornalista come Giovanni che già da tempo si interessa molto acquisendo dai media tutte le notizie possibili ma soprattutto recandosi in quel formidabile complesso americano che si dedica in particolare a quel problema che sta evolvendo giorno per giorno ed ampliando in modo sempre crescente il suo campo di azione. Una volta acquisiti i concetti principali il difficile è semplificarli e descriverli in modo che siano comprensibili per i lettori della rivista anche nel caso non siano degli specialisti di informatica.
L’INCONTRO CON IL COLLEGA PIETRO
Giovanni, quando è in patria, cerca di leggere tutta la stampa corrente compreso anche il settore dei quotidiani che trattano l’argomento, notando che, in quella tipologia di giornalismo, la semplificazione di quel concetto così difficile che egli sta sperimentando. è giunta ad un grado molto più elevato del suo e quindi con una tecnica che gli appare così bella da indurlo ad avere un incontro con un cronista per poter discuterne. Durante quell’incontro con Pietro, questo il nome del giornalista che era riuscito a scovare, Giovanni ha modo di capire che molte delle particolarità a lui ben note in virtù delle ricerche effettuate, non sono affatto chiare al suo interlocutore. Pietro, che aveva intuito la preparazione specifica di Giovanni in merito a quell’argomento di cui conosceva l’importanza e soprattutto le prospettive che preludevano ad un futuro pieno di incognite ma di enorme successo, gli parlò della grande importanza che aveva l’argomento. Egli si trovava pienamente d’accordo su tutto ciò però riteneva la sussistenza di un inconveniente relativo ad una eventuale collaborazione assieme e dovuto fatto che, scrivendo su due diversificate testate giornalistiche, non era opportuna alcuna affinità nei loro articoli i quali, in quel caso, si riferivano ambedue alla innovazione digitale.
Giovanni tentò di controbattere sostenendo che sarebbe stato comunque possibile differenziare visto che erano diversificati anche gli indirizzi delle due testate giornalistiche essendo il quotidiano di Pietro orientato verso la questione sociale del fenomeno digitale di cui si trattava mentre invece la rivista quindicinale era diretta verso la parte puramente tecnica e specifica dello stesso fenomeno. Giovanni sosteneva che quell’incontro tra di loro due poteva preludere ad un lavoro da svolgere assieme e dal quale aspettarsi un successo imprevedibile, però continuava a percepire una certa avversità da parte di Pietro. Ciononostante Giovanni, reso conscio dell’alto livello del suo interlocutore assieme alla sua poca conoscenza del difficilissimo problema, concordò un patto di collaborazione la quale avrebbe dovuto concludersi in due maniere differenti: con un resoconto semplificato per la pubblicazione sul quotidiano e più dettagliata per la rivista “L’innovazione” che agiva proprio in quel settore specifico. A quell’accordo fecero seguito diversi incontri con Pietro verificandosi discussioni molto importanti in quanto, mentre Giovanni lo metteva al corrente di dettagli complessi, Pietro lo aiutava alla stesura di resoconti molto belli. È però da rilevare che, mentre Giovanni era veramente fiducioso della loro collaborazione, continuava a percepire una certa contrarietà da parte dell’altro.
Quando poi Giovanni considerò la necessità di tornare in America, poiché nel frattempo erano succeduti notevoli progressi, i due decisero di fare il viaggio ed il sopralluogo assieme, nonostante Pietro avesse dimostrato la solita contrarietà. Da rilevare inoltre che Pietro sveva un fratello che lavorava, con un incarico direttivo, in una società di trasporti aerei al quale potevano rivolgersi in caso di dover organizzare velocemente i viaggi aerei.
Quel viaggio si dimostrò estremamente valido per gli scambi di opinioni e soprattutto per la qualità degli approfondimenti fatti a con i tecnici che lavoravano nell’ambiente e che Giovanni conosceva da tempo. Ma quello che stava nascendo da quella conoscenza tra i due giornalisti era la sensazione di avere in mano un tesoro di notizie che alla fin fine risultavano sprecate per due giornali visto che per tale scopo i due dovevano sforzarsi di usare delle semplificazioni che finivano per far perdere gran parte dell’interesse vero del problema. In particolare Pietro si era reso conto, e lo andava ripetendo a Giovanni, che tutte le nozioni possedute assieme a quelle residue che restavano da acclarare, meritavano un successo superiore a quanto i due giornali avrebbero, anche nella migliore delle ipotesi, potuto dare. Tutto questo ragionamento diventò estremamente importante quando poterono capire che in America stava uscendo quello che poteva considerarsi una vera rivoluzione che partendo dal campo informatico avrebbe interessato la vita intera in tutto il mondo. Questa rivoluzionane colta sul nascere si chiamava Metaverso ed era un nuovo sistema informatico che in un futuro molto prossimo avrebbe modificato non solo tutti i sistemi digitali ma avrebbe influito su molti valori della vita umana dal lavoro, al divertimento alla cultura, all’arte, insomma la vita umana nel senso vero. Pur ritrattandosi di un evento eccezionalità importante non mancavano le critiche poiché, al momento di cui si parla, si era solo nel campo delle supposizioni sia pur con molteplici conclusioni ottimistiche date dai risultati celle esperienze già ad un grado avanzato di realizzazione. Come detto fioccavano anche le critiche al nuovo sistema informatico formulate da schiere di tradizionalisti che vedevano promuovere ed in maniera eclatante quella tecnica modernista che sconvolgeva sempre più le vecchie abitudini e, in questo caso, l’intero modo tradizionale di vivere . Quello che risultava sicuro ai due giornalisti era l’occasione fondamentale che si presentava loro per il grande interesse del nuovo argomento di importanza veramente eccezionale come eccezionali sarebbero stati i resoconti da pubblicare nei loro giornali
PUBBLICAZIONE DI UN LIBRO
La conclusione fu abbastanza facile : scrivere assieme un libro avente per oggetto specifico i veri miracoli che si prevedevano dalla innovazione ” Metaverso “allora in in arrivo, fermo restando che ambedue potevano, ognuno per conto proprio, scrivere articoli semplificati in funzione dei giornale dove effettivamente pubblicarli. Ma un grande interesse veniva rappresentato dal fatto che i due giornalisti possedevano qualità complementari l’uno dell’altro essendo Giovanni molto bravo a seguire e comprendere la complessa parte tecnica del lavoro mentre Pietro aveva una grande abilità nella sua descrizione riassuntiva al punto giusto da renderla comprensibile per i futuri lettori.
A questa decisione fece seguito un trimestre di lavoro frenetico con assunzione di nuove notizie per concludersi con la redazione del volume ” l’innovazione digitale” che ebbe poi un grande successo editoriale. Ma l’aspetto altrettanto interessante fu una grossa novità. Siccome il libro appena uscito aveva come autori due giornalisti di due testate nettamente differenti essendo l’una quella di un quotidiano e l’altra di una rivista tecnica quindicinale, ebbero inizio in ambedue i giornali una serie di articoli sullo stesso argomento di base che ovviamente era l’innovazione digitale ed in particolare il nuovo sistema Metaverso . Ne derivò anche un grande successo editoriale in ambedue i settori poiché, pur trattando uno stesso argomento, ognuno di essi lo faceva in maniera diversa. Da una parte il quotidiano non dava che scarne notizie riguardanti la tecnica mentre si diffondeva in maniera molto approfondita e molto interessante sugli effetti veramente rivoluzionari, in bene ma anche in male, che le nuove scoperte informatiche avrebbero quanto prima indotto nella vita del mondo intero, al tempo stesso , la rivista tecnica, una volta spiegato riassuntivamente lo stesso aspetto, si dilungava però in maniera veramente interessante sugli aspetti tecnici della stessa rivoluzione. L’insieme dei due modi di disegnare sulla stampa cartacea una vicenda così interessante costituì un vero e proprio scoop editoriale di cui si parlò ampiamente sia alla televisione che in tutti i molto mezzi di comunicazione esistenti.
LA RINUNCIA DEL COLLEGA PIETRO
Il vero successo ottenuto dalla brillante iniziativa dei due giornalisti li fece riflettere e chiedersi se col tempo non avessero potuto rifare un procedimento analogo relativamente al progresso in corso di tutt’altro settore diverso da quello informatico di cui avevano scoperchiato pentole molto importanti.
Fu Giovanni a voler incontrarsi con Pietro per parlargli del nuovo settore che avrebbe potuto interessare. Dalle discussioni avute risultò chiaramente che Pietro considerava totalmente finita ogni attività comune tra di loro due. A quel punto a Giovanni non restò che ringraziare Pietro per quanto di buono avevano fatto assieme e dichiarando che egli stesso avrebbe continuato da solo nella strada intrapresa.
Bisogna dire che Giovanni non riuscì affatto a capire questa specie di gelosia che aveva Pietro nei suoi confronti probabilmente dovuta al constatare la sua difficoltà nel comprendere a fondo quel mondo complesso rappresentato dall’informatica soprattutto se utilizzata, come accadeva in dettaglio nell’attuale attività dei due giornalisti.
IL NUOVO LIBRO DI GIOVANNI
Il nuovo impegno di Giovanni riguardava una innovazione meno eclatante di quella precedente ma che si stava comunque realizzando ma con molta lentezza. Si trattava della sostituzione delle automobili con motore a scoppio con quelle aventi motore elettrico la cui rivoluzione, già iniziata, continuava con un regressivo ritardo giustificato chiaramente dai grandi interessi economici che venivano messi in discussione dal nuovo mezzo di trasporto personale ed in particolare dal fatto che gli enormi consumi di petrolio che derivavano dal trasporto su gomma attualmente adottato sarebbero stati falcidiati dal nuovo sistema per sostituirli con il consumo di quella energia elettrica di cui il nostro paese non disponeva se non acquistandola dall’estero dove veniva prodotta soprattutto tramite quell’energia nucleare che l’Italia aveva bandito.
Nel mondo intero risultavano già diffusi alcuni tipi di auto interamente elettrica e su di essa ci sarebbe già stato tanto da scrivere sia riguardo la ancora incerta costituzione delle nuove vetture e soprattutto sul nuovo modo di usarle. Ma quello dove il nuovo loro libro avrebbe potuto spaziare era sulla tipologia delle future macchine. Per queste informazioni si dovevano raccogliere notizie da tutto il mondo essendo già ben noto come da oriente ad occidente, dappertutto, si stavano elaborando progetti nuovi e rivoluzionari.
Giovanni cominciò a girare il mondo intero visitando le industrie e ricavando notizie veramente eclatanti e riguardanti, oltre alle automobili già in uso, soprattutto le loro innovazioni anche troppo futuristiche .
Ad esempio Giovanni scoprì una ditta la quale stava progettando un’automobile che prevedeva di posizionare il motore elettrico, anzi quattro piccoli motori elettrici, all’interno delle ruote. Il risultato straordinario che stavano esaminando, era un modo completamente diverso di comportamento della vettura in quanto il programma del computer di bordo avrebbe modulato la corsa della vettura in modo straordinario grazie alla regolazione continua della velocità di rotazione ruota per ruota.
Da rilevare come questa seconda operazione di pubblicazione di innovazioni notevoli e relative ad un elemento come l’automobile, operasse su Giovanni una intensa opera di convincimento sull’opportunità di scrivere un secondo libro. Quando questo secondo libro fu finito e pubblicato, Giovanni iniziò anche una campagna di articoli sulla rivista quindicinale cui si contrapposero parecchi articoli che Pietro scriveva sul suo quotidiano. In essi Pietro non si limitava a descrivere i pochi particolari tecnici di sua conoscenza ma piuttosto insisteva sulla scarsa presa della automobile elettrica constatabile sull’intera categoria di automobilisti i quali disdegnavano quasi completamente il nuovo tipo di veicolo preferendo di gran lunga continuare a comprare e ad usare macchine con motore a scoppio di diverso tipo cioè a benzina, a gasolio oppure a metano. Un altro punto sul quale insisteva Pietro nei suoi articoli erano gli inconvenienti della macchina elettrica concentrati su pochi elementi quali erano la lunga e costosa serie di batterie indispensabili per avere un’autonomia pur sempre troppo bassa e difficoltosa per la ricarica degli accumulatori che richiedeva tempi lunghissimi. Un altro fattore di critica era relativo alla possibilità di inserire i motori elettrici nelle ruote dichiarata irrazionale in quanto non era ammissibile montare sulle ruote delle masse pesanti ed al tempo stesso rotanti nel mentre tutte tali masse dovevano essere portate dal corpo vettura dovendo essere di tipo assolutamente statico in quanto si considerava inammissibile che una parte del motore elettrico ruotasse assieme alla ruota alla quale avrebbe trasmesso delle fastidiose vibrazioni.
L’insistenza con cui Pietro elencava prioritariamente i difetti della macchina elettrica trascurando quasi totalmente i vantaggi, primo fra tutti quello della mancanza di inquinamento dell’aria, agli occhi di Giovanni appariva come una netta ed incomprensibile critica alla sua persona al fine di convalidare in tutti i modi l’inimicizia che ormai lo divideva dallo stesso Giovanni.
In conclusione nascevano continuamente delle motivazioni di dissidio che evidentemente Pietro coltivava dentro di sè in maniera che Giovanni non riusciva a giustificare.
UNA GRAVE DISAVVENTURA
Quello che costituì il colmo fu un avvenimento grave che fece seguito.
Accadde che, allo scopo di aumentare il successo che stava avendo il nuovo libro di Giovanni il quale, come ben sappiamo, parlava esclusivamente delle automobili elettriche, la redazione della rivista “L’innovazione” organizzò un convegno teso a riunire gli interessati sia tecnici che normali personaggi comunque appassionati, per presentare, alla presenza dell’autore, il nuovo libro discutendo sui vantaggi e sugli inconvenienti presenti sulla nuova vettura elettrica.
Nel periodo in cui era fissato tale convegno Giovanni era all’estero però aveva prenotato l’aereo per la serata precedente in modo da poter senza plausibile dubbio essere presente al convegno nella sua qualità di autore del libro.
Purtroppo il destino crudele fece in modo che tutto ciò non potesse affatto accadere e, per tutto il tempo della discussione in convegno, Giovanni brillò per l’assenza clamorosa dell’autore proprio nella serata di presentazione del suo volume passando ai giornalisti e tecnici presenti ogni discussione e prevalentemente le pesanti disapprovazioni della macchina elettrica e pertanto dell’intero contenuto del libro.
Ma cosa era successo a Giovanni? Egli in realtà alla sera che precedeva il giorno del convegno era atterrato in Italia all’aeroporto che distava dalla sua città di residenza e dove si teneva il convegno, per un centinaio di chilometri. Accadde però che l’aereo avesse scambiato destinazione a tutti i bagagli caricandoli su altro velivolo di cui al momento dell’atterraggio non si sapeva nulla. Purtroppo nella valigia di Giovanni erano contenute le chiavi sia dell’automobile parcheggiata all’aeroporto sia della sua casa di abitazione ma soprattutto era contenuta una cartella che si era portata appresso per riguardarla più volte poiché era la relazione ufficiale che avrebbe dovuto leggere nella presentazione e quindi discutere al convegno. In quella cartella era contenuto il disco di memoria che conteneva i files di lavoro che Gìiovanni si era portato appresso per poter apportare eventuali modifiche al testo precedente. A quel punto Giovanni si trovava nell’impossibilità di partecipare al convegno stesso fatta salva l’assicurazione dell’aeroporto che garantiva che tutte le quaranta valigie smarrite, un volta individuato l’aereo dove erano state caricate erroneamente, sarebbero arrivate nel primo mattino del giorno seguente. Tutti i passeggeri potevano passare la notte nell’albergo dell’aeroporto per ripartire senz’altro l’indomani di primo mattino con le loro valigie in mano.
Le cose non andarono assolutamente in questo modo e le valigie con la cartella di Giovanni arrivarono solo nel tardo pomeriggio obbligando Giacomo a mancare al suo impegno, durante il quale fiorirono le critiche negative sul sistema di auto elettriche e soprattutto sulle qualità della macchina elettrica che, a detta dei convenuti, figuravano erroneamente apprezzate nel libro di Giovanni.
Facile immaginare il disappunto dello stesso Giovanni dovuto ad un caso incredibile come quello accadutogli, tanto incredibile da metterlo in sospetto. Egli ricordava infatti che il suo ex socio aveva un fratello che era direttore proprio della società proprietaria dell’aereo sul quale egli aveva volato. Egli si ricordò che con Pietro si riferivano a quel personaggio tutte le volte che avevano bisogno di sbrigare in fretta le loro prenotazione dei viaggi in aereo.
LA DENUNCIA DI TRUFFA
Quel dubbio atroce della esistenza di una vera e propria truffa, indusse Giovanni a presentare una denuncia contro la società aerea, specificando il danno che gli era derivato e richiedendo, oltre al rimborso in denaro, la indicazione esatta delle modalità dell’errore subito e sulle motivazioni che egli stesso riteneva non dovute a casualità ma ad un turpe disegno di cui egli voleva essere messo al corrente. Il direttore della società invitò Giovanni ad un colloquio per ricercare se era possibile definire bonariamente la questione ritirando la denuncia già presentata. Durante il colloquio Giovanni si dichiarò disponibile a ritirare la denuncia a patto che fosse definite le motivazioni dell’errore in quando gli sembrava impossibile che lo scambio di destinazione di tutti i bagagli fosse dovuto al caso, visto e considerato che esistevano senza dubbio delle procedure di sicurezza per curare che i viaggiatori fossero sempre seguiti dai proprio bagaglio depositato nel medesimo aereo. Il direttore si riservò di definire la procedura e di essergli esauriente non appena esperite le indagini.
Dopo qualche giorno Giovanni fu invitato a presentarsi nuovamente al direttore della società aerea il quale gli comunicò che era stato facile scoprire l’accaduto in quanto il bollettino in base nel quale era designato l’aereo dove trasportare i bagagli figurava manomesso a mano da un funzionario cui era già stata comminata una grave ammenda. Giovanni volle sapere il nome che risultò essere proprio il fratello di Pietro.
A questo punto Giovanni restò tanto impressionato da non saper cosa fare. Gli sembrava impossibile che un suo collega fosse arrivato al punto di lasciare quaranta persone senza bagagli per una semplice gelosia di lavoro. Assolutamente doveva sussistere una motivazione estrema per giungere a tanto.
La cosa poteva venir chiarita soltanto scaricando direttamente su Pietro tutta la responsabilità dell’accaduto.
L’ULTIMO INCONTRO GIOVANNI-PIETRO
Quando Giovanni ebbe Pietro davanti agli occhi lo investì con le colpe più gravi dichiarandole assolutamente ingiustificate e soprattutto incomprensibili. Fu proprio la parola incomprensibili a far scatenare Pietro. Egli volle raccontare che da ragazzo appena uscito da scuola si era presentato per chiedere lavoro proprio davanti a lui, Giovanni in persona, il quale lo aveva cacciato via definendolo di incapacità totale, di mancanza della necessaria cultura: in poche parole offendendolo in maniera così grave da fargli giurare a sé stesso che se il destino lo avesse fatto reincontrare egli si sarebbe vendicato nel peggiore dei modi. Quando dopo anni ed anni Giovanni comparve alla sede del suo quotidiano per chiedere aiuto proprio a lui, Pietro capì che era giunto il momento della vendetta e, pur se consapevole dei rischi che correva per il suo lavoro, ebbe chiara in mente la scena che sarebbe accaduta. Infatti fu sufficiente aspettare e si presentò l’occasione per boicottare il più bel lavoro fatto da Giovanni con il trucco dei bagagli smarriti. Egli aggiunse un altro dettaglio importante. Anche suo fratello, importante funzionario della società di aerei, venne minacciato di gravi conseguenze ed in dettagliato del suo licenziamento in tronco ma egli si salvò dimostrando che l’increscioso fatto accaduto, aveva messo in luce una grave disorganizzazione nel settore bagagli della società aerea non essendo concepibile che il dirottamento di una quarantina di valige non venisse immediatamente rilevato dal sistema automatico provvedendo a rimediare velocemente. Al contrario il fatto servì ad accertare un grave disservizio dato dal lungo periodo che si rese invece necessario. Tutto questo salvò il fratello che venne incaricato del rinnovo totale del sistema di controllo e consegna e bagagli.
Sentendo il racconto della verità su tutta la procedura tesa a distruggere il suo libro sulla elettrificazione delle automobili, Giovanni ebbe modo di giustificare il proprio comportamento di quei tempi, asserendo di aver allora constatato nel giovane Pietro una impreparazione totale per cui sentì che era suo dovere negare l’assunzione comportandosi in quel modo. Ma ribatté Pietro, io poi ho ripreso la scuola che avevo abbandonato essendomi reso conto della situazione e riuscendo a laurearsi brillantemente in materie letterarie. Bene, gli venne ribadito, allora il mio gesto fu un toccasana per te. Sei costretto ad ammettere che devi a me ad il tuo successo e quindi viene totalmente a mancare ogni motivazione di attuale dissidio tra noi due. Fatta questa dichiarazione ufficiale si avvicinò a Pietro porgendogli la mano e chiedendoli una grande stretta con la quale veniva messa una pesante pietra sopra il passato. Non mancò di asserire che ammetteva di essere stato troppo duro nel test di ammissione di Pietro tra il personale della sua rivista porgendo le sue scuse a Pietro medesimo.
Una volta ricostituito il sodalizio a due, Giovanni più Pietro sono tornati in auge, sul giornale quotidiano ed anche nella rivista quindicinale, gli articoli sull’importante argomento “innovazione” che comprendeva la grande novità del nuovo e rivoluzionario sistema Metaverso. In particolare Giovanni, per rimediare ai danni provocati al suo ultimo libro dalla sua assenza forzata dal convegno, uscì con una vera serie che, soddisfacendo in toto alla missione “innovazione”, ebbe modo di spiegare i continui progressi veri e futuribili dell’automobile elettrica che andavano dalle ultime ricerche sulla costruzione di batterie sempre più performanti e leggere. Esisteva poi uno studio, che egli si affrettò ad illustrare nella rivista, basato sulla futura presenza su tutte le strade principali, di un cavo sotterraneo ed in grado di trasmettere via aerea la corrente elettrica di ricarica continua delle batterie. È comprensibile che, se questa invenzione andasse a buon fine, sarebbero stati risolti i gravi problemi che oggi soffre l’automobile elettrica. Un altro argomento importante trattato nella rivista e nel ,libro di Giovanni, riguardava le dannose vibrazioni trasmesse, durante le rotazione dai motori elettrici inseriti nelle quattro ruote. A quel difetto si proponeva di rimediare prima di tutto costruendo motori elettrici molto leggeri ed in secondo luogo eliminando gli scoordinati movimenti verticali delle ruote con una nuova tipologia di ammortizzatori attivi in quanto regolati dal sistema automatico in funzione delle asperità della pavimentazione stradale in corrispondenza di ognuna delle quattro ruote rilevata in tempo reale dal sistema medesimo.
La conclusione dell’evento quí raccontato consiste in un molteplice e positivo risultato che riguardava in primo luogo il libro di Giovanni sulle vetture elettriche ed inoltre sia il quotidiano cui collaborava Pietro e sia la rivista quindicinale di Giovanni. In particolare l’ampia presentazione di una incredibile innovazione come Metaverso, fatta in anticipo rispetto a molta stampa, costituì un grande successo per la curiosità di leggere tante novità come la visione tridimensionale, la presentazione di ogni utente sotto forma di personal avatar, la previsione di servizi incredibili e d’altro canto lo scetticismo provocato in molte lersone legate alla vita tradizionale, costituirono un particolarissimo ed apprezzato impegno editoriale attuato con una lunga serie di articoli attentamente seguiti da un consistente numero di lettori.