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INTRODUZIONE
Alberto era nato nel dopoguerra in un paese di media grandezza situato ai piedi della catena delle Alpi e del quale il suo papà era il medico di famiglia. In paese la popolazione era per lo più dedita all’agricoltura non essendo presente alcuna attività industriale o artigianale nè piccola nè grande. E’ stato proprio in quel dopoguerra che le cose hanno cominciato a cambiare per la nascita di piccole attività artigianali che costruendo occhiali e lampadari sono man mano aumentate di volume ed anche di numero fino a costituire in un ventennio una vera e propria area industriale adiacente al centro abitato.
L’AMICA
Nella famiglia vicinale della sua casa un paio d’anni dopo la sua nascita era arrivata Laura, una bambina con la quale Alberto avrebbe poi intrattenuto una grande amicizia diventando la persona che gli era più facile avvicinare proprio per la adiacenza di abitazione.
Ai due ragazzi piaceva molto discorrere su molti argomenti che da giovanissimi riguardavano solo i piccoli giochi che svolgevano tutti i giorni. Diventando grandicelli i loro ragionamenti comprendevano anche argomenti da adulti come ad esempio il modo di vivere, di intrattenere rapporti fra di loro e gli amici, la moralità che veniva loro spiegata e raccomandata dai genitori.
A tale riguardo era Alberto, un po’ più anziano, al quale piaceva parlare dei rapporti fra i due sessi sostenendo che quando ci si vuole bene si deve essere corretti e parlare di tutto perfino delle intimità in modo da mantenere al massimo livello l’onestà, la rettitudine ed infine l’apertura totale del modo di pensare. In questo settore Laura sarebbe stata più leggera sostenendo che a suo avviso bisognava invece mantenere una certa libertà di azione poiché anche nelle grandi amicizie deve sussistere qualcosa di personale, di intimo di cui è preferibile non discutere con nessuno.
Fin da questi primi ragionamenti veniva a galla una certa differenziazione tra i due amici e, nel mentre Alberto era ligio agli insegnamenti ricevuti e vedeva nella rettitudine assoluta il giusto modo di comportarsi, Laura dimostrava una maturità prematura e caratteristica del sesso femminile in quanto nella sua rettitudine, che comunque riteneva essenziale allo stesso modo di Alberto, purtuttavia sentiva dentro di sè un enorme bisogno di evasione dalla consuetudine, al modo sorpassato di vivere dei suoi genitori per i quali, tanto per fare un esempio, non sussistevano giorni di ferie in un’intera vita, nè divertimenti assolutamente corretti come fare qualche viaggio, partecipare a spettacoli teatrali o musicali. In altri termini dentro a Laura ribolliva un vivo desiderio ancora incerto, del tutto incognito ma per lei incredibilmente bello, appassionante senza sapere cosa fosse.
Il problema, per Alberto, era considerata cosa importantissima e pertanto egli raccontava alla ragazza, sia pur in disaccordo, tutto quello che gli passava per la testa soprattutto nei riguardi della loro amicizia. A suo avviso tra di loro esisteva un sentimento di ammirazione reciproca, di grande stima e di condivisione dei punti di vista che, pur non assumendo alcuna forma ufficiale, purtuttavia era un sentimento grande che ambedue avrebbero dovuto conservare per sempre, nello stato in cui si trovavano in quel momento oppure in quello di altro genere che avesse acquisito caratteristiche diversificate attraverso gli anni.
Pur nella condivisione dei concetti di base purtuttavia Laura non era pienamente convinta di tutto ciò che affermava il ragazzo tanto è vero che le capitava spesso di delineargli che quello che egli sosteneva circa la loro amicizia era bello e grande ma , secondo lei, troppo rigido. Era sua convinzione che la vita avrebbe dovuto comprendere una felicità ancora superiore che lei non sapeva definire ma che era certa un giovane avrebbe dovuto provare. Si trattava di una felicità giovanile che lei sentiva dentro di sè e che non appena fosse riuscita a capirla appieno la avrebbe fatta intendere anche a lui.
Accadeva loro di parlare anche dell’amore fra sessi toccando una sfera così profonda da essere difficile da descrivere. Alberto sosteneva che l’argomento era completamente al di fuori della loro amicizia e che quest’ultima era una cosa molto molto più grande ma, in questa affermazione, c’era pieno disaccordo tra loro.
Un bel giorno Laura si sentì pronta a descrivere quelle spinte che lei sentiva dentro di sè ma che Alberto giudicava troppo complessa per loro ancora ragazzi giovani.
Laura allora si ripeté nel descrivere un’immagine del tutto personale dell’amore e lo faceva con tutto l’ardore della sua gioventù che intravvedeva delle vicende, degli avvenimenti, dei rapporti completamente sconosciuti ma, lo sentiva in sè, così belli da percepire chiaramente e vivissima la necessita di aprirsi completamente al partner anche contravvenendo a qualunque tradizione, uso, costume o desiderio. Le sue immaginarie descrizioni di quello che sarà il suo futuro, a suo avviso, non avevano nulla in comune con l’amicizia di loro due che, pur se molto importante, era in ogni caso troppo semplicistica perché facente parte della normalità mentre quello che lei percepiva doveva essere eccezionale, insuperabile, divino . Dal modo di pensare di Laura, che tuttavia Alberto stimava molto, egli intuiva perfettamente che la ragazza era più avanti di lui e quello chelei pensava delineava un’intelligenza, un’intuizione superiori, poste al di là di tutto e dalla quale sarebbe senz’altro derivata tanta felicità per lei ma, lo sentiva chiaramente, anche grandi errori dovuti all’eccessivo incondizionato apprezzamento di tutto ciò. secondo Alberto tutte queste gioie assolutamente grandi le avrebbero impedito di preoccuparsi della base, del fondamento di quello splendido edificio che stava sognando.
Alla fine delle lunghe discussioni, alcune delle quali nettamente discordanti tra di loro, Alberto felice ma anche timoroso di questo essere superiore, le ripeteva questa frase pregandola di ricordarla bene : io Laura, qualunque cosa accada nel nostro futuro, ti vorrò tanto tanto bene per sempre. Ricordalo. Qualunque sia il nostro destino, questa é la verità: io ti vorrò sempre bene !
IL SEGRETO DI ALBERTO
Anche nella mente di Alberto, similmente a quella di Laura, frullava da sempre un pensiero fisso che aveva tenuto per sé. Egli trovava allo stesso tempo meraviglioso ed incredibile un fenomeno naturale che alla fin fine era quello che aveva garantito attraverso i secoli la presenza degli esseri umani sulla terra : la nascita dei bambini. Egli non riusciva a capire come nel ventre di una donna potesse formarsi un bambino che poi usciva ed andava a formare il genere umano . Ad Alberto questo sembrava un fatto incredibile e meraviglioso allo stesso tempo. Egli non pensava, come accadeva a Laura, alla bellezza dell’amore quanto ammirava invece questo fenomeno eccezionale che egli era sicuro un bel giorno avrebbe fatto diventare anche se stesso padre di un bambino. Alberto gustava più di ogni altra cosa al mondo questa nascita ma la vedeva come un miracolo di cui non aveva mai parlato a nessuno perché quando lo aveva fatto con i suoi amici aveva constatato che tutti lo consideravano una cosa naturale, un fatto normale senza significati speciali. Per gli altri il mondo era fatto così e non c’era nulla da meravigliarsi.
Per Alberto invece di trattava di un vero miracolo che teneva religiosamente dentro di sé vivendo con la fiducia di poter essere un giorno partecipe diretto del miracolo diventando anch’egli papà di un angioletto bellissimo .
Di tutto questo non aveva avuto il coraggio di parlarne nemmeno a Laura temendo che questo fatto, effettiva parte integrante di quell’amore da lei tanto sognato, non avesse da alterarne l’immagine in sé e per sé e sempre in mente della sua grande amica.
LA SCUOLA
Nel frattempo essi avevano terminato le scuole medie e discutevano sulla strada da seguire in avanti. Soprattutto il problema era gravoso per Laura in quanto i genitori le avevano accennato che le loro modeste possibilità economiche non permettevano di prospettare la frequenza dell’università dovendo assolutamente accontentarsi di un diploma quinquennale ed in dettaglio quello di diventare ragioniera in quanto era quello il diploma che loro ritenevano più adatto per il suo futuro.
La discussione in questo tema diventava difficile per Alberto il quale, dai suoi genitori, non aveva ricevuto nessuna restrizione ma invece la massima libertà di scelta. Nonostante l’aspetto spiacevole per Laura, egli asseriva che, pur comprendendo benissimo il fattore economico, purtuttavia le chiedeva di dover spiegare ai genitori il suo punto di vista che era quello dell’importanza che assumeva la cultura in funzione del progresso della società la quale andava migliorando di giorno in giorno e, diceva Alberto, quando noi saremo maturi, il nostro futuro, non dal punto di vista economico ma solo da quello delle modalità di vita, della soddisfazione personale, sarebbe stato completamente funzione di ciò che li avrebbe allora attorniati e dell’importanza che in quell’ambiente avrebbe rappresentato la base culturale.
Alberto si basava soprattutto sulle caratteristiche fondamentali di Laura tutte basate sulla sua passione per la letteratura, per la storia, per la filosofia e che egli vedeva del tutto analoga alla propria grande passione per la tecnica. In sostanza egli le raccomandava di far in modo di frequentare il liceo classico e poi fermarsi come era stato spiegato dai genitori ed incominciare a lavorare sicuro come era che una Laura fatta come solo egli sapeva , avrebbe ottenuto più risultati che nel caso fosse diventata ragioniera.
LA SCUOLA SUPERIORE
Laura partecipava e condivideva in toto in il punto di vista del ragazzo ma vedeva nel suo futuro delle condizioni irrevocabili che erano assolutamente quelle di indirizzarsi al diploma di ragioneria.
Alberto allora le spiegava che egli era ben a conoscenza delle sue caratteristiche e particolarmente di quanto Laura prediligesse le materie letterarie. Laura : ma allora cosa dovrò fare io?
Alberto si sentiva in difficoltà nel rispondere però continuava a ripetere quello che si erano impegnati di sostenere a spada tratta nella loro vita e cioè dire sempre ad ambedue le cose come stanno senza infingimenti. Ed Alberto allora insisteva: tu devi fare gli studi classici poi ti fermi e puoi trovarti un lavoro ma avrai sempre in te la base per continuare quello che tu sei nel profondo.
Ancor una volta la loro amicizia molto grande portò Laura a dargli ragione. Io mi sento portata per quella destinazione là e per quello dovrò battermi e sostenerlo al massimo.
Laura parla chiaro ai suoi genitori. Era d’accordo per fare solo cinque anni oltre le scuole medie ma quegli anni lei non voleva perderli e pertanto fatto il liceo classico lei si sarebbe fermata e trovato lavoro così come avevano desiderato i genitori stessi. Questi alla fine provarono a farla considerare bene la situazione spiegando che il diploma di ragioniera le avrebbe aperto molte porte basate sulla praticanvece quello di quinta liceo non le sarebbe servito nulla essendo soltanto teoria.
Laura comprendeva il loro punto di vista però aveva netta la sensazione che i genitori non avessero capito come stava procedendo il livello mentale dell’intera società e con tutte le buone maniere li convinse a lasciarla decidere per suo conto e così alla fine fu fatto.
Durante il corso degli studi lei capiva l’importanza di quello che stava studiando soprattutto per una mentalità nuova che le si era aperta davanti e per la quale lei prospettava un futuro il più roseo possibile vedendo avverarsi piano piano tutto quello che Alberto le aveva previsto. A sua volta quest’ultimo faceva lo scientifico ma già pregustava la strada che avrebbe scelto. Egli si sentiva portato in tutti i sensi verso l’aeronautica, la missilistica e tutto ciò che riguardava lo spazio aereo.
IL NUOVO SENTIMENTO
Durante gli anni del liceo in Alberto era nato un sentimento più forte nei riguardi di Laura ed egli, come d’accordo, glielo confessò in toto pensando di essere contraccambiato. Al contrario trovò nella ragazza una contrarietà assoluta. Lei gli diceva : la nostra amicizia è qualcosa di diverso di più forte di quello che provano due ragazzi tra di loro. Io ho tanto gradito i tuoi punti di vista sulla vita, sullo studio, sulla moralità ecc. ecc. che non intendo rovinarli con un sentimento diverso, con un voler bene che tutti i giovani hanno in sè stessi senza alcuna preparazione al riguardo, lo hanno per natura e che io stessa vorrei avere allo stesso modo . Il nostro è una cosa completamente diversa che sopravvivrà di fronte a qualunque altro avvenimento reale. Tu Alberto devi capirmi in tutto questo cosi come io ti ho capito in tutta la tua mentalità. Allora Alberto le chiese: ma tu hai già in vista un altro giovane completamente al di fuori di me? . La risposta fu tragica. Lei si era appena dichiarata con un compagno di scuola del quale era profondamente innamorata.
Il colpo fu tragico per Alberto.
Egli si fece raccontare più particolari e riuscì a intendere che Laura era convintissima di aver già trovato quell’amore grande che lei aveva sempre sognato nel mentre Alberto aveva capito perfettamente che lei era travolta da un amore grande ma totalmente teorico che non le avrebbe permesso di vedere la realtà che stava vivendo. Egli, in virtù della grande amicizia e dei patti fatti tra di loro, sapeva che il suo dovere sarebbe stato quello di metterla in guardia spiegandole bene la realtà dei fatti ma ciò significava demolire il sogno di tutta la sua vita, farle mancare proprio quel miraggio che lei aveva avuto in mente in tutta la sua esistenza e che aveva descritto a lui più e più volte. Questo Alberto non poteva assolutamente farlo, anche perché egli non era sicuro di essere nel giusto e, al contrario, poteva darsi che la strada buona per Laura fosse veramente quella.
Nel prendere la sua decisione Alberto considerò che, qualora egli avesse messo in pratica quello che pensava e quindi provocato a Laura la perdita del suo grande amore, dimostrandole che era errata alla base, allora lei non lo avrebbe mai perdonato, mai per tutti gli anni che le restavano da vivere, qualunque altro avvenimento fosse accaduto a lei stessa, per il semplice fatto che, quello intravisto da Laura, per lei era sicuramente l’amore quello vero senza se e senza ma .
In sostanza Alberto si era convinto che, in ogni caso, egli doveva considerare di aver perduta per sempre Laura.
Ma allora che fare?
LA GRANDE DECISIONE
La cosa fu subito e ben chiara ad Alberto. Il suo era un dovere unico e cioè lasciarla immediatamente in piena libertà di fare le sue scelte senza dirle niente di quello di cui era certissimo.
La cosa gli appariva tanto tragica ma perfettamente chiara che chiese ai suoi genitori se l’università poteva frequentarla in Inghilterra perché aveva necessità di imparare bene l’inglese.
Ovviamente i genitori accettarono di buon grado ed egli salutata tanto calorosamente Laura spiegandole che andava in Inghilterra proprio per lasciarla libera di fare la sua vita, si trasferì in Inghilterra .
Prima però le ripeté una frase in maniera ancora più decisamente : io Laura ti amerò per sempre. Tu fai pure la tua vita io ti lascio libera di farla come desideri ed io farò la mia senza pensare a te. Ma sia ben chiaro che io ti amerò per sempre.
L’AMORE DI LAURA
Laura, essendone totalmente ripagata, era fortemente innamorata di un suo compagno di scuola che aveva tutte le caratteristiche per renderla felice. Sportivo al massimo, bello e simpaticissimo ed amico di tutti. In poche parole era una persona che fin dal primo incontro ispirava a tutti fiducia, simpatia, cultura e gentilezza. La sua famiglia era benestante e quindi gli dava da scegliere totalmente sulla sua vita. Quello che Laura provava per lui era un mondo intero di entusiasmo, di felicità vera, goduto nel pieno della sua giovinezza e nella maniera più completa. Egli infatti stava per laurearsi in ingegneria edilizia dove conosceva già un grosso impresario che gli aveva assicurato di assumerlo non appena laureato per insegnagli come condurre quell’impresa che egli aveva fondato e che al momento andava benissimo. Infatti fece appena in tempo di laurearsi per andare a prepararsi a fare il responsabile dell’impresa. Nel frattempo si sposò con Laura alla quale egli pose come condizione di aspettare un quinquennio per gli eventuali figli allo scopo di lasciarla laurearsi in lettere ed a se stesso di impratichirsi nel nuovo lavoro. Laura era ben conscia dei doveri precisi che da sempre si era messa in mente e non esitò un attimo per acconsentire così come sarebbe stata d’accordo per qualunque richiesta del suo amore, visti i propositi che da sempre albergavano nel suo cuore e riguardanti l’amore stesso.
Così accadde e dopo sei anni egli era diventato il responsabile dell’impresa edile.
Laura, dopo essersi resa conto che doveva ad Alberto, quando la aveva caldamente consigliata di non frequentare l’Istituto per il diploma di ragioniera bensì il liceo classico, la possibilità di iscriversi all’Università, d’accordo con il marito si era laureata in lettere ed aveva cominciato e continuato con successo a scrivere articoli per una importante rivista.
Ogni volta che le capitava di compiacersi per la laurea e per quello che scriveva con grande soddisfazione, le restava fisso in mente lui, Alberto, con un sentimento che era una immensa gratitudine per tutto quello che egli aveva fatto per lei ma non tanto per per il cammino verso il liceo classico da lui ritenuto indispensabile ma soprattutto per averle offerto la piena libertà di sposarsi non con lui medesimo che la amava più di tutto nella sua vita, ma con un altro uomo. Tutto questo la riempiva di una grande gioia di riconoscenza che però le lasciava in fondo al cuore uno struggimento, una nostalgia al centro del quale c’era costantemente lui, Alberto, che immaginava sempre come una grande. indimenticabile, importante persona, pur senza intravvedere nemmeno come eventualità remota che avesse potuto essere Alberto l’oggetto del suo grande amore.
I PERCORSI DI ALBERTO E LAURA
A sua volta Alberto, praticamente messa nel dimenticatoio Laura e finita l’università, lavorava in America facendo parte di grande e complesso studio di progettazione della missilistica.
Frattanto la vita di Laura continuava nel modo migliore che si usava allora . Lei era molto soddisfatta del suo lavoro mentre quello del marito lo impegnava molto. Anche il tempo libero egli lo dedicava in riunioni dell’impresa edile alternato a quelle con colleghi ed amici che gradivano molto stare assieme.
A Laura capitava spesso di pensare alle belle discussioni che aveva avuto con Alberto ed al tempo stesso le accadeva di constatare che il suo ruolo di sposa componente principale di una famiglia, in pratica non esisteva .
Quello di cui sentiva la grave mancanza era il soddisfacimento del suo desiderio intensissimo di diventare mamma. Quando lei accennava alla eventualità di un figlio, il marito le faceva presente l’impegno di ambedue che imponeva sempre di rimandare la cosa. Continuando di questo passo Laura si accorse che quel grande sentimento di amore vero che aveva provato per il fidanzato stava scemando di tempo in tempo e capì perfettamente che sarebbe finito per cessare del tutto. Erano molte le domande che lei poneva a sé stessa e molto spesso riusciva con sicurezza a rispondere ai propri gravi interrogativi. Lei conosceva bene il marito e sapeva della vera passione che aveva sempre avuto per il sesso femminile e di questo passo Laura, pur non avendo alcuna prova effettiva, che oltretutto non le interessava per nulla, purtuttavia aveva capito che, essendo scomparso il grande amore di loro due, il marito con tutti i contatti che aveva al di fuori della famiglia aveva ripreso ad essere lo stesso di quando lo aveva conosciuto e cioè un campione nel far incantare il sesso femminile ed egli stesso ad approfittarne.
Laura, memore di quello che aveva concordato con Alberto in merito alla sincerità che doveva essere totale tra coloro che si amano, tentò più volte di intavolare il discorso con il marito, pur senza mai riferirsi al suo eventuale interesse per altre donne ma invece allo scopo di auspicare un’apertura piena, una comunicazione continua e veritiera di tutto tutto quello che facevano e quello che pensavano. Lei riteneva che questo dovesse essere la base di vita di una coppia di sposi ma trovò invece una contrarietà assoluta con il marito che continuava invece a chiederle se quella novità era dovuta a suoi dubbi sulla sua fedeltà coniugale. A questo riguardo Laura rispondeva che non era quello il problema in quanto lei non voleva nemmeno saperne nulla, quello che invece le premeva era la comunità di coniugi, il dirsi sinceramente tutto, cosa che non avevano mai fatto. A quel punto anche Laura si convinse che le cose andavano proprio in modo contrario e la colpa era anche sua in quanto questo impegno lei avrebbe dovuto sentirlo e chiederlo subito fin dal primo giorno dopo il matrimonio, anzi lei avrebbe dovuto risolverlo addirittura prima quando erano solo fidanzati.
IL RICORDO DI ALBERTO
Tutto quello che stava accadendo la fece tornare indietro e ripensare ad Alberto e soprattutto a quella volta che egli le aveva confessato di essere innamorato di lei e lei stessa, la Laura di quel tempo, gli aveva obbiettato che quello che mancava era quell’innamoramento che doveva superare di gran lunga il loro rapporto tanto era più grande. Poi lei questo grande, grandissimo amore lo aveva trovato ed era proprio grande e fin troppo grande avendole fatto tralasciare le cose più importanti. Lei era stata innamorata tanto perdutamente del bel ragazzo da trascurare completamente quello che avrebbe dovuto essere l’impegno principale del matrimonio : la vera comunione interiore la quale, in realtà, non era mai esistita.
Laura provò e riprovò ad istituire questa regola ma trovò sempre il rifiuto più assoluto in suo marito. Le accadeva allora di risentire le parole del suo vecchio amico e percepire in fondo all’animo un bene profondissimo per lui, quel bene che quando egli glielo aveva annunciato non lo aveva affatto compreso per un motivo molto semplice : il suo cuore era già preso dalla sua utopia giovanile perchè, come ben aveva previsto Alberto , proprio di questo si trattava.
LA PROSPETTIVA DI DIVORZIO
Continuando nella situazione di una famiglia risulta chiaramente che in realtà la sua non esisteva proprio. La famiglia di Laura era diventata soltanto una convivenza con l’unico scopo di una carriera indirizzata al benessere economico. Nel suo intimo lei, senza averne nessuna prova per cui, del resto, non sentiva nessun interesse di conoscenza, era sicura che il marito frequentava del tutto tranquillamente più donne. Lei, con un dispiacere estremo, non intravedeva nessuna possibilità di diventare mamma anche perché, vista la situazione, non c’era nessuna motivazione di avere una famiglia più numerosa con i figli che, per il marito, avrebbero soltanto costituito un inciampo per l’assiduo lavoro. A questo punto non le restò altra soluzione che fare un accenno al marito solo per sapere cosa pensasse egli sulla eventualità di sciogliere il matrimonio di una famiglia quasi inesistente. Stranamente egli le confermò che aveva notato lo spegnersi di quel sentimento che aveva un tempo e che, nella situazione attuale, anch’egli vedeva, come era accaduto a molti dei suoi amici e colleghi, di scogliere un matrimonio che non aveva più nessun senso, tanto nei tempi correnti si dimostrava che la cosa migliore era in ogni caso quella di fare immancabilmente le cose che più interessavano. Oltre tutto non avevano quei figli che avrebbero molto sofferto vedendo la famiglia sciogliersi. Il solo fatto che il marito ed eventuale papà dei suoi figli considerasse questi ultimi con una tal leggerezza da non vedere la vera grandezza di essere padre, la convinse sempre più della inconsistenza totale di quella famiglia che lei, assieme ad Alberto, aveva sempre considerato come una cosa grande, addirittura immensa se completata dall’arrivo di quei figlioli che suo marito ora considerava come semplice ingombro familiare.
In quel momento Laura non sapeva veramente cosa pensare. I suoi genitori erano molto anziani e vedevano tutto bene in quello che riguardava la sua famiglia. L’unica problema per loro era l’assenza di nipotini che ritenevano dovuta a qualche problema fisico che non li faceva arrivare.
IL RICORSO AD ALBERTO
Nella mente di Laura apparve una cosa importante : ricorrere ad Alberto. Ma come poteva farlo dopo tanti anni di silenzio? Non era veramente possibile. Quella sarebbe stata solo una vigliaccheria che in lei non doveva nemmeno passare per la mente.
Laura passò un anno senza nulla decidere, un anno di vita senza senso. Non aveva nemmeno più la voglia di lavorare, di fare quella cosa che amava tanto e cioè lo scrivere perché la sua fantasia era completamente inaridita.
Interessante sapere cosa era successo nel frattempo ad Albero. Egli era sempre in America dove aveva fatto grandi progressi nel suo lavoro e nel suo interesse per la cultura e per quello che gli era sempre piaciuta molto cioè l’arte e la musica. Aveva convissuto per periodi brevi e con donne diversificate. Sue compagne di lavoro con le quali gli sembrava poter costituire una famiglia ma dopo qualche breve periodo di convivenza nel quale non riusciva ad evitare il confronto con quella che era stata la compagna vera del suo cuore.
Egli non intratteneva con nessuna di esse un rapporto vivo e, a parte il sesso, non gli restava nulla proprio nulla. Gli sarebbe bastato potere parlare una volta, una sola, con Laura perché aveva sempre lei nel cuore. Il suo desiderio era sempre lo stesso ma non poteva mancare all’impegno che si era assunto quel giorno che le aveva restituito tutta la sua libertà.
LA DECISIONE
Nonostante l’impegno che Alberto aveva assunto ocn sé stesso di dimenticare Laura egli l’aveva sempre nel cuore e si chiedeva spesso cos’era diventata Laura per lui e ne esaminava due aspetti quello fisico e quello intellettuale. Per il primo egli la considerava perduta in doppio modo. Da quello sessuale lei non aveva saputo conservarsi per lui e invece si era data ad un altro al quale aveva donato con il massimo entusiasmo tutta sé stessa senza pensare minimamente a quello che questa offerta avrebbe significato per lui che la adorava. Questo per Alberto diventava sempre di più una offesa che la cancellava ai suoi occhi.
Poi c’era il secondo aspetto di Laura ed era quello che Alberto aveva da sempre definito con il termine di ”condivisione” e si trattava di una perfetta identità di vedute fra due persone le quali vivevano veramente in simbiosi spirituale scambiandosi vicendevolmente tutto quello che avevano in mente e condividendo tutte le loro decisioni e loro opinioni : in poche parole tutta la loro vita.
Questo insieme “condivisione” che Alberto considerava un vero tesoro, Laura lo aveva al pari di lui ed era quell’elemento ideale e sublime, quel capolavoro che, nell’idea di Alberto, lei non avrebbe mai perduto ma anzi avrebbe contribuito per tutta la vita a tenere vivo. Ed Alberto si era spesso chiesto in che modo lei avrebbe agito per realizzare tale trasmissione.
Ma c’era un altro fattore importante. Alberto fin da bambino considerava che il fenomeno, la circostanza più favolosa della natura intera, per lui era l’arrivo di una nuova vita. Egli si era sempre meravigliato di questo vero miracolo e non capiva veramente come fosse possibile la nascita di un figlio con tutte le sue caratteristiche e soprattutto con quelle mentali.
Premesso tutto questo si capisce come egli in quel vivere lontano non smetteva mai di pensare che forse Laura aveva già un bambino magari di quattro o cinque anni e si figurava che da tempo lei si premurasse di insegnargli quella grande cosa della condivisione perché lei era sicuramente cosciente che essa doveva durare nel tempo, doveva continuare ad essere apprezzata da tutti e quindi da chi se non da suo figlio?
Ecco, Alberto non pensava tanto alla perdita di Laura quanto aveva sempre in mente la sopravvivenza della ”condivisione” vedendo in lei l’unico essere ben cosciente di tale prerogativa. Il suo tormento vero era il fatto che a Laura fosse capitato quello che considerava il vero miracolo della natura le cioè la nascita stupefacente di uno o più bambini senza la sua presenza lì ad assistere a quell’evento straordinario, incredibile. Il suo era diventato un vero tormento, un’ossessione
Un bel giorno non ne poteva più e decise di fare qualcosa. Egli di Laura non sapeva nulla ma conosceva il nome e l’indirizzo dei suoi genitori che un tempo abitavano vicino a casa sua e che pensava potessero essere ancora vivi. Riuscì a conferire telefonicamente con il padre. Dopo essersi dichiarato per il vecchio amico suo vicino di casa spiegò che da tanti anni non sentiva sua figlia Laura e che aveva desiderio di sapere se stava bene e, siccome voleva salutarla, lo pregò di chiedere a lei il permesso di farle un saluto telefonico. Allo scopo gli diede il suo numero di telefono pregandolo di chiederle se potesse essere lei a chiamarlo soltanto per un saluto dopo tanti anni di silenzio.
L’INCONTRO CON LAURA
Il papà di Laura fece immediatamente una telefonata a Laura la quale restò stupita e così contenta della telefonata che in tempo brevissimo Alberto sentì suonare il suo telefono ed immediatamente riconobbe la voce di Laura
Egli restò bocca aperta e si trovò nella situazione di non riuscire a dire quasi nulla. Poi, ripresa la voce, le disse che aveva telefonato per una sola motivazione. Avrebbe voluto soltanto un particolare che non riusciva a superare e non erano grandi cose come la visione di Laura sposata con un altro, non era nemmeno l’impegno, piú volte confessato che egli l’avrebbe amata comunque per tutta la vita. No, tutto questo, tutto l’amore, pur se molto importanti, li aveva trasmessi , condensati in Laura tenendo per sé il grande piacere goduto quando le aveva donato con tutto sé stesso la felicità nell’offerta della piena libertà.
La sua vera ossessione era adesso un’altra cosa che gli appariva grandiosa, solenne ed era il sapere Laura mamma dei bimbi arrivati senza la presenza fisica di quello stesso Alberto. Ecco questo pensiero lo struggeva cosí intensamente da averlo costretto a ritrovarla dopo tanti anni pur con tutti i rischi che questo ritrovamento avrebbe comportato.
Non c’è parola per descrivere la commozione che prese Laura. Non è stato tanto il sentire la voce di Alberto che da sola la avrebbe impressionata ma quando lo senti parlare con commozione di quei bambini che lei aveva tanto desiderato ma che stava scoprendo erano anche la fissazione che aveva pure Alberto: i suoi bambini che lei non avrebbe mai potuto avere erano in testa a lui, proprio ad Alberto. Fu presa da un sussulto di pianto irrefrenabile che le fece sospendere immediatamente la telefonata. Fu capace soltanto di chiedergli l’indirizzo perchè voleva scrivere quello che le passava per la testa in quel momento.
CONCLUSIONI
Da quel momento quella Laura che non riusciva più a scrivere i suoi articoli per la rivista stampp0ata, si sentì spinta da una forza sovrannaturale dello scrivere in maniera splendida tutta la sua storia a partire dal bellissimo innamoramento con quello che era ancora suo marito e che seppe dettagliare nella sua meravigliosa intensità e grandezza da farle dimenticare le cose essenziali della vita che stava per iniziare commettendo gli errori tanto madornali di non averle fatto capire cosa stava facendo e costringendo per sua intera colpa il marito ad una vita che non gli confaceva assolutamente mentre lei era ricoperta, sorpassata, oscurata dal suo amore smisurato, quello stesso amore di cui lei aveva spiegato allo stesso Alberto essere così grande da far sbiadire in lei la loro immensa amicizia .
Ma quello che Laura riuscì a spiegare bene fu l’argomento bambini che, cosa sublime, stava tanto a cuore sia ad Alberto che a lei, ad una Laura che li desiderava tanto. Quindi erano tutti due a sentire la grave mancanza ma soprattutto era lei, lei che non solo non aveva avuto bambini ma ormai era destino che non li avesse mai.
La lettera terminava con una preghiera : lei avrebbe avuto necessità di parlare con lui, estrema necessità. Tutte cose, ammise Laura, che erano di Alberto, tutte sue,
Alla sera quando tornò a casa, incominciando ad usare quella sincerità che lei gli aveva richiesto, fece al marito una accurata descrizione della sua giornata e di tutto quello che le era capitato.
Gli spiegò anche che sentiva la necessità di parlare con quell’amico di gioventù che non vedeva né sentiva da tanto tempo ma col quale aveva passato tutta la sua gioventù.
Laura terminò il suo discorso magnificando il grande amore che c’era stato tra di loro due, ringraziandolo caldamente e garantendo che lei lo avrebbe ricordato per sempre come il più bello degli avvenimenti di tutta la sua vita .
Al marito piacque molto tutto ciò e confermò che anche per lui quell’amore era stato cosa grande, perché sostenne che quella era la definizione esatta, era stato veramente l’elemento essenziale, determinante, meraviglioso e probabilmente irripetibile per lui tanto da fargli presumere che non si sarebbe risposato mai. D’altra parte anche le cose belle finiscono e quella bella cosa che era stato il loro amore era anch’esso finito per ambedue. Pensava anche che avrebbe proposto ciò che si poteva fare in futuro per ricordarlo nella maniera più opportuna. Fini per ringraziarla prima di tutto per la tanta felicità che gli aveva donato, felicità che non finiva ancora perché avrebbero insieme deciso il modo migliore per festeggiarla nel futuro.
Aggiunse che in ogni caso i loro rapporti futuri sarebbero stati sempre improntati sul volersi un bene profondo, costituendo una grandissima amicizia preceduta da un divorzio attuato consensualmente e senza alcun problema in quanto ambedue erano pienamente disponibili.
A questo punto Laura aveva ben chiare le idee sul da farsi ma non sapeva in che modo comportarsi con Alberto al quale aveva spiegato tutto l’accaduto ma al telefono ma da lui non aveva sentito alcun commento essendosi riservato di farlo soltanto a quattro occhi.
Egli, di fatto, aveva ben chiaro nella mente cosa fare.
Prima di tutto voleva vedere di persona Laura e capire come erano messe le cose nella realtà.
In secondo luogo voleva spiegarle che la situazione si stava ripetendo un’altra volta ma stavolta toccava a lei tagliare tutto con il passato. Precedentemente era stato lui, Alberto a realizzarlo abbandonando l’Italia ma questa volta egli avrebbe proposto a Laura di farlo lei stessa ma non sapendo ancora nulla egli pensava che l’incontro tra loro due era meglio avesse luogo li in America dove era lui perché sarebbe stato necessario per decidere conoscendo interamente l’ambiente. Pertanto Alberto propose di incontrare Laura li a casa sua in America per mettere in tavolo tutte le carte chiaramente.
Difficile ora descrivere l’emozione dell’incontro. Pare impossibile ma il più commosso non era Alberto ma era Laura la quale non riusciva più a sciogliersi dall’abbraccio che continuava silenziosa e piangente a mantenere stretto stretto stretto quasi per farsi capire che non avrebbero potuto mai più lasciarsi loro due ma che avrebbero dovuto essere per sempre stretti l’una all’altro.
Ed il racconto finisce qui risultando superfluo descrivere quella fine che appare la più ovvia possibile con i due personaggi sposati e sistemati in America .
La prima affermazione di Laura il giorno stesso del matrimonio fu la seguente. “Alberto tutti due abbiamo sofferto a lungo per la constatazione che il destino mai ci avrebbe concesso quei bimbi che ambedue desideravamo con tutto il cuore . Ebbene io vorrei che ci impegnassimo fermamente fin d’ora a non far mai nulla per respingere le creature se e che quello stesso destino ci vorrà mandare. Infatti uno dopo l’altro arrivarono ben quattro figli ricevuti e trattati con tutto l’amore del caso e che diedero ai genitori la più bella soddisfazione che desideravano ripagando in toto la sofferenza per i tanto bramati ma allora inarrivabili bimbi.
Alberto non poté evitare di presenziare con tutto sé stesso a quei quttro miracoli volendo assolutamente essere lì veramente lì per viverli assieme a lei.
Quella raccontata è la storia di un grande amore finito perché Alberto ha fatto a Laura il più gande dono che avrebbe potuto farle e cioè lasciarla libera di sposare il suo nuovo amore e quindi di darle tutta la felicità possibile. Era questa, al tempo stesso, la propria vera felicità : far felice Laura.
L’amore poi ritorna ma non tanto per un suo rinnovo quanto invece perché ambedue, benché sempre lontani, soffrono per la mancanza del bene grande che dovrebbe derivare direttamente dall’amore stesso e cioè la nascita dei bambini.
Risulta chiaramente come si voglia dimostrare, con questo racconto. che l’amore per i figli é il più grande dei sentimenti veri e dal quale derivano le altrettanto vere soddisfazioni della famiglia.