ATTRICE A TUTTI I COSTI

INTRODUZIONE

Maria e Antonio sono sposati da due anni. Lei bellissima ed anche lui ha un aspetto piacevole.
Nasce una bambina anche lei molto bella chiamata Laura la quale fin da piccola denuncia una grande passione. Come ha in mano una penna e un pezzo di carta vi fa dei disegni incomprensibili ma che a lei piacciono tanto da indurla continuamente a tracciare segni sulla carta. Stranamente questa irrefrenabile passione della bambina non viene notata dai genitori che considerano quei segni soltanto degli scarabocchi.

MODELLA DI ABBIGLIAMENTO PER BAMBINI

La bimba è così bella che la mamma non riesce ad evitare di pubblicare spesso su blog il suo ritratto. Un giorno riceve la lettera di una ditta che produce abbigliamento per bambini e che propone un provino essendo alla ricerca di una bimba per lanciare un nuovo capo. La mamma in cuor suo sente la conferma di ciò che era già sua profonda convinzione : Laura è così bella che nella vita ricaverà da questa bellezza successi strepitosi.
La bambina viene accompagnata e soggetta ad una serie di scatti fotografici da cui risultano foto molto belle. La società fa un accordo con i genitori i quali acconsentono di buon grado che venga utilizzata per essere fotografata con l’abbigliamento in corso di lancio commerciale e quindi pubblicata su riviste di moda. Così viene fatto, ottenendo un ottimo risultato. Per un paio d’anni vengono ripetuti altri servizi con fotografie di Laura che si mantiene veramente bella. La vicenda continua fino ai quattro anni della bimba offrendo ai genitori tanta soddisfazione e buoni introiti economici. A quell’età la società di abbigliamento annuncia che il loro è un prodotto per bambini piccoli e non hanno più interesse per l’impiego di Laura e quindi vengono a cessare tutti i suoi impegni fotografici .

LA SCUOLA

La bambina comincia la scuola e finalmente può sfogarsi in quello che è la sua vera passione : il disegno. Anche se la maestra le spiega che i vari quaderni devono essere usati in un certo modo, ciononostante Laura alla fine di un lavoro sia di scrittura, sia di storia e perfino di matematica, occupa una pagina per disegnarvi una figura che secondo lei illustra il tema appena studiato. In questo riesce, sia pur in maniera tutta sua particolare, a rappresentare graficamente quello che la sua mente ha visto. Il colmo si verifica con la matematica quando per disegnare la soluzione di un difficile problema di matematica traccia con la matita un fulmine che scende dall’alto per finire sul banco di una scuola con lo scolaro seduto al suo posto.

LAURA PREDESTINATA ATTRICE

Mentre Laura vive questa sua passione per il disegno, i suoi genitori, senza apprezzare tutto questo, hanno l’idea fissa che Laura da grande sarà un’attrice oppure modella come quelle che appaiono in Tv e nelle riviste di moda. Da rilevare come questa convinzione, derivata dalla vicenda vera di essere stata protagonista di molte belle immagini diffuse dalle riviste di moda però senza che tutto ciò sia atto a previsioni veritiere sul futuro della ragazza, in realtà provoca nei genitori una convinzione errata su una previsione molto rosea ma per nulla garantita. Al contrario si forma la convinzione che questo successo debba verificarsi anzi continuare, come già avvenuto da bambina, per le innate qualità di futura attrice della ragazza, ignorando la concezione senza dubbio più importante della sua passione per il disegno.
Oltretutto nessuno della famiglia ha chiaro in mente che, per sfondare in qualsiasi campo ivi compreso quello di diventare attrice, sono necessari studi approfonditi. Soprattutto viene a mancare una prova anche minima che riguardi la presenza nella ragazza delle caratteristiche fondamentali come la vera predisposizione per l’arte di recitare ed anche determinati pregi di presentazione fisica che un soggetto deve avere per sfondare in un campo niente affatto facile come quello di cui si parla. Ma ci sono aspetti molto importanti in tutto ciò. La ingiustificata convinzione di un futuro artistico radicata nei genitori ha contribuito ad allontanare quelle doti di cui si è detto. Laura infatti cresce senza nessuna passione per la recitazione che sente esserle imposta e ciò ne peggiora perfino il suo aspetto fisico. pur restando sempre una ragazza molto bella.

Dovendo frequentare la scuola media superiore lei sceglie l’unica di quel tipo presente al suo paese e relativa al diploma di perito edile nella quale si insegna molto bene la materia del disegno che a lei piace molto. Oltre alla rappresentazione in pianta, prospetto e sezione delle opere edili studiate, alla scuola si insegna anche la prospettiva e la teoria delle ombre. La sua grande passione per il disegno spinge Laura a formulare spesso delle domande all’insegnante sulla prospettiva di cui é veramente innamorata, sulle ombre portate e proprie, sui disegni pittorici dal vero. In poche parole, avendo un professore molto bravo ed amando moltissimo il disegno, Laura approfitta per allargare al massimo la sua conoscenza di quella scienza che la soddisfa moltissimo. A sua volta l’insegnante, felice di aver per la prima volta un alunno così entusiasta della materia, con il suo insegnamento va oltre il mero programma scolastico e diverte , oltre a sé stesso, tutta la classe, spiegando e facendo alla lavagna disegni di varia tipologia e che Laura segue con massima attenzione e memorizzando attentamente le tecniche, i trucchi di composizione ed infine ottenendo brillanti risultati nei disegni che lei stessa continua a fare.

Le nozioni di disegno che Laura apprende nei cinque anni di media superiore, integrate dai molti dettagli approfonditi col professore, le consentono di perfezionare quelle modalità di rappresentare gli oggetti ed i panorami che Laura eseguiva ritraendoli a vista. Sono soprattutto le regole di prospettiva e quelle delle ombre ad offrirle un nuovo metodo di esecuzione dei disegni che continua a fare a casa. Tutto ciò aumento in lei la passione per il disegno : quelli che premia erano degli schizzi spontanei si trasformano in veri quadri molto belli a vedersi con soggetti i più disparati che le passano per la mente. Ne deriva una pittura astratta che affianca quella prettamente figurativa riferita a oggetti e panorami reali.
Arrivata così ai 18 anni di età e finita la scuola media superiore, Laura viene forzatamente iscritta ad una scuola di recitazione senza prestare alcuna attenzione al suo desiderio sempre orientato verso l’arte del disegno. Ne deriva che la ragazza salta a piè pari lo studio delle basi dell’arte di recitazione passando direttamente ma incautamente alla recitazione stessa. Anche in quella scuola, pur se di livello modesto, appare chiaramente che Laura, oltre che priva di entusiasmo, non possiede assolutamente quelle innate qualità di recitazione che dovrebbero costituire il bagaglio di ogni attore. Nonostante tutto Laura termina il corso di recitazione. Ha 20 anni ed esegue una miriade di provini ai quali, in una continua successione, partecipa assieme ad altre sue coetanee senza mai ottenere nulla di concreto ma solo pareri negativi sul suo impegno artistico.
Anche questa vicenda contribuisce a indebolire la sua convinzione di essere un’attrice predestinata.

LA RINUNCIA AL FUTURO DI ATTRICE

Un giorno, percorrendo una strada della città, la ragazza passa davanti alle vetrine di uno studio di graphic designer che si dedica soprattutto al disegno avente scopi pubblicitari e si ferma incantata ad ammirare alcuni dei lavori esposti. Lei percepisce chiaramente che quello è il lavoro che le piacerebbe fare ma l’aver tentato di farlo capire anche ai genitori non è servito a nulla . Essi sono sempre convinti dell’altra strada che lei deve intraprendere. Laura prova un grande dispiacere nel continuare a contraddirli facendoli restare sempre più contrariati.
Nella ricerca di una soluzione al suo vero problema Laura arriva ad una conclusione. Farà ancora il prossimo provino già fissato per una data molto vicina e dall’esito, questa volta, dipenderà la decisione di abbandonare o continuare quella strada. Il provino ha luogo ed in quella seduta gli esaminatori non le lasciano nemmeno finire il breve pezzo che stava recitando per prova e la sommergono di severi giudizi negativi . Il dispiacere che lei prova la fa decidere in maniera definitiva dichiarando ai genitori che il suo futuro di attrice è terminato ed assolutamente da dimenticare.

LAURA LASCIA LA FAMIGLIA

Nasce una discussione vivacissima soprattutto con il padre il quale arriva al punto da dirle che così stando le cose e vista l‘età di 23 anni ormai raggiunti, è arrivato il momento che lei pensi di andar a vivere per conto suo. Laura deve trovarsi un alloggio in cui abitare mentre loro provvederanno economicamente a tutte le spese fintanto che Laura non si troverà un lavoro remunerativo che le permetta di diventare autonoma. D’altro canto essi saranno sempre pronti ad aiutarla nei momenti di difficoltà ma resta deciso che lei deve vivere per conto suo considerando grave un rifiuto come quello che lei ha avuto il coraggio di esprimere a proposte così promettenti. La cosa finisce per creare dei forti dissidi poiché la ragazza attribuisce questo doloroso distacco ad una vera e propria mania da lei sempre respinta di avere genitori letteralmente offuscati da un diffuso e pessimo modo di giudicare la moderna gioventù con cui si impone anche a lei di diventare quella attrice che lei non avrebbe mai potuto essere.

Laura comunque assicura che vorrà sempre molto bene ai genitori ma che ne resterà completamente estranea fintantoché essi non le riconosceranno ufficialmente quel loro grave errore. Detto questo Laura trova una camera in affitto in una diversa città dove si trasferisce definitivamente dopo averli salutati piangendo.

UNA PROPOSTA DI LAVORO ENTUSIASMANTE

Pochi giorni appresso Laura è, come al solito, estasiata davanti alla vetrina di uno studio di designer quando passa per puro caso Antonio un suo coetaneo ed ex compagno di scuola che a suo tempo la aveva seguita tentando un approccio sentimentale. In quel casuale incontro per strada ed in una città lontana dalla loro, egli si ferma per salutarla ed approfitta della strana occasione, per passare due parole con lei. Le chiede come mai sia ferma davanti a quella vetrina dove non sono affatto esposti oggetti che le ragazze amano come ad esempio dei bei vestiti oppure gioielli o scarpe di nuovo tipo. Laura gli spiega brevemente che ha molta passione per il disegno e che si ferma spesso in quel posto per ammirare quel tipo di opere. L’amico appare stupito e la invita a prendere un caffè assieme perché avrebbe proprio un particolare da spiegarle in merito al disegno. Una volta seduti al bar, Antonio le fa presente che egli occupa un posto di responsabilità in un mobilificio dove da molto tempo segnala al titolare la necessità di avere in sede un bravo disegnatore/progettista che sia in grado di dare un impulso nuovo alla ordinaria produzione del mobilificio. Le chiede se si sentisse di provare ad affrontare quel settore nel qual caso egli fin da subito farebbe accenno al titolare. Laura risponde che sarebbe molto interessata alla cosa che rappresenta da tempo il suo sogno ma che, pur conoscendo bene il disegno geometrico avendone svolto un ottimo corso quando si é diplomata perito edile, però non ha alcuna pratica di rappresentazione grafica e di progettazione nel campo specifico dei mobili e quindi ha timore di non riuscire. Antonio le fa presente che in ogni caso è anch’egli presente nella falegnameria e potrebbe aiutarla in caso di difficoltà. Le fa anche notare che l’azienda è in possesso di molti disegni della loro produzione pronti da esibire ai clienti e che potrebbero essere fatti consultare da lei stessa per aiutarla a capire di che cosa si tratta poiché quello che servirebbe al momento è qualcuno che, partendo da quegli elaborati grafici, avesse sue idee nuove per migliorare progressivamente la produzione come del resto sta’ succedendo agli altri mobilifici che escono continuamente con nuovi modelli. Egli però prima di muoversi vorrebbe fare una piccola prova portandole un disegno e verificando la sua prima impressione alla vista del documento grafico.

In quella prova Laura, osservati attentamente i disegni costruttivi dei mobili di una cucina, traccia in poche righe la vista prospettica del mobile modificandone a suo piacimento alcune linee. Quello che risulta è una prospettiva semplificata ma molto chiara di un mobile per cucina che lei in quattro e quattro otto ha immaginato modificando qualche linea rispetto al disegno esecutivo. Antonio resta stupefatto e dichiara immediatamente che lei sembrerebbe ai suoi occhi proprio quel personaggio che manca nel mobilificio. Si porta via lo schizzo allo scopo di farlo vedere al suo principale al quale fa una descrizione così entusiasta da spingerlo a fissare un appuntamento per conoscerla. Laura tutta contenta si presenta molto ben disposta ma con un grande timore di non saper sostenere le domande di tecnica che prevedeva le sarebbero state poste.
Il colloquio invece verterà su tutt’altri argomenti.

Il giorno prefissato si trovano riuniti il titolare del mobilificio assistito dal ragioniere addetto alla parte economica dell’azienda, il responsabile della lavorazione ed infine Antonio, l’amico d Laura. Il titolare debutta con una domanda di strano intento. Come prima cosa egli afferma di non aver alcun interesse a conoscere le sue caratteristiche professionali essendo state già illustrate da Antonio ed inoltre perché è convinto trattarsi di elementi che si devono imparare sul posto e con il tempo. Piuttosto la invita a descrivere sé stessa come persona destinata, se tutto andrà bene, a convivere in quell’ambiente per lungo tempo avendo contatti con lui e soprattutto con il personale e lo staff del mobilificio.
Laura, da quella ragazza straordinaria che è, esordisce nel modo più imprevedibile che si possa immaginare.
Io, dice Laura, per soddisfare il suo quesito spiegherò la parte negativa di me e della mia famiglia. Sono figlia unica e vivevo con i miei genitori in grande armonia e volendosi veramente bene. Ora vivo da sola per un grave dissidio che ho avuto con loro. I miei genitori sono le persone migliori del mondo ma hanno commesso con me un grave errore: totalmente influenzati dalla parte peggiore della moderna società che mette al primo piano solo le cose appariscenti. Loro si erano fissati di voler fare di me una attrice come quelle che si vedono continuamente alla Tv. Per anni ed anni mi hanno fatto fare le cose che, secondo me, non hanno senso. Dopo avermi fatto seguire dei corsi di recitazione sono stata sottoposta ad un vero martirio di provini dai quali appariva chiaramente che io non avevo nulla di adatto a fare l’attrice. Quei provini mi hanno fatto provare le delusioni più forti cui una persona può essere soggetta unitamente al grande dispiacere di vedere i miei genitori, ai quali voglio molto bene, totalmente assorbiti dalle false certezze della moderna società. Per fortuna io ho sempre avuto una grande risorsa personale: il disegno di cui ho imparato i principi geometrici nella scuola media superiore diventando perito edile ma soprattutto passando tutto il mio tempo libero a sfogarmi con i disegni con i quali ho invaso tutta la casa di papà senza che egli capisse che questa era la mia vera passione. Io passo molto tempo ad osservare, per quanto possibile. I lavori di designer famosi perché quelle sono le cose che mi appassionano veramente.
Poi ho incontrato Antonio, vecchio amico che mi ha condotto qui davanti a voi. Posso dire che mi è bastato quel poco che ho conosciuto dei vostri prodotti per dire che mi sembra di essere adatta a contribuire al loro progredire in qualità e disegno qualora vogliate invitarmi a farlo. Ovviamente avrei bisogno di un primo periodo di tempo necessario per farmi conoscere a fondo il lavoro del mobilificio e la parte grafica attuale. Passato questo tempo potreste capire meglio se io sono atta ad eseguire quanto vi necessita.
Il titolare ammise di essere rimasto molto soddisfatto nel sentire da lei per prima cosa la sua parte negativa mentre di solito gli aspiranti lavoro spiegano soprattutto e soltanto il loro lato positivo. Decide di instaurare un rapporto di lavoro provvisorio e di prova, trascorso il quale si sarebbe dato seguito alla questione.

Laura si affrettò ad acquistare un testo che illustrava i più bei lavori di designer al mondo ed un altro sulle nuove tecniche di disegno sia manuale che tramite i nuovi mezzi informatici. Oltre a questo si abbonò ad una rivista quindicinale sulla progettazione del mobilio e passò e ripassò più volte quelle pagine cercando di ritrarne tutto quello che avrebbe potuto tornarle utile sull’eventuale suo futuro lavoro. Il tutto era di suo gradimento per cui non le costava nessuna fatica assorbire e meditare entro di sé gli argomenti e le regole che riguardavano la nuova impresa che che lei stava per affrontare.

L’INIZIO DEL LAVORO

In realtà Laura cominciò a lavorare fin dal giorno successivo al colloquio e nel periodo seguente chiese di conoscere nella teoria ma soprattutto nella pratica le lavorazioni in atto volendo rendersi conto dell’intero processo di costruzione reale di un mobile a partire dal disegno per finire con la dipintura o la lucidatura del mobile finito. Fatto questo passò in rassegna tutta la parte progettuale e soprattutto i disegni in base ai quali si svolgevano due procedimenti : prima di tutto la realizzazione ed in secondo luogo la pubblicità del mobile finito. Lei ritenne di sentirsi in grado di imparare a far bene il suo lavoro del quale dichiarò subito essere entusiasta ed in modo particolare del disegno atto a pubblicizzare in maniera convincente i possibili compratori. Per offrire una prova tangibile tentò di disegnare il suo primo poster concernente una veduta da un angolo della stanza con un mobile da cucina che andava per la maggiore nelle vendite del mobilificio. Da notare come il modo di disegnare di Laura prescindeva totalmente dalle regole classiche dei veri designer che del resto aveva cominciato ad apprezzare ed a conoscere a fondo ma invece era un lavoro grafico derivato dalla fantasia di Laura stessa e come tale da considerarsi un’opera pittorica di ottima qualità. Si trattava soltanto di una prova ma Laura mise tanto impegno da risultare un manifesto pubblicitario talmente avvincente che la direzione del mobilificio decise di pubblicarlo, così grezzo com’era, in una importante rivista mensile di primo piano nella attività di arredamento. Da rilevare come nell’epoca in cui si svolge la nostra storia, la pubblicità dei mobili era fatta tramite figure molto realistiche perché eseguite con i programmi 3d di computer esistenti in commercio ma nessuno poteva disporre di una prospettiva fatta a mano come era quella di Laura che brillava per l’interpretazione del tutto personale che la disegnatrice aveva messo nel suo lavoro. La pubblicazione di quell’elaborato era stata così bene accolta dalla direzione del mobilificio da decidere che le loro prossime novità mobiliari venissero reclamizzate con disegni di fantasia come quello appena realizzato da Laura. Oltre a questo le venne descritta la novità di un nuovo mobile assieme ai relativi disegni geometrici chiedendole di provare lei ad apportare qualche miglioramento estetico/funzionale. Laura capì che questa era una prova di quello che lei era in grado di fare ed allora decise di agire con la massima accortezza. Innanzitutto fissò un incontro con il responsabile della falegnameria chiedendo a lui se a quel mobile era possibile apportare delle modifiche vantaggiose. Egli le precisò che occorreva studiare un sistema migliore per gli angoli ad incastro che rappresentavano maggior difficoltà costruttiva. Laura provò insieme a lui ad elaborare un’angolatura semplificata dal punto di vista costruttivo mentre lei stessa si riservava di studiarne la parte estetica. Dalla combinazione dei due interventi rispettivamente costruttivo ed estetico risultò un nuovo tipo di incastro angolare con un profilo molto interessante sia per la facilità costruttiva e sia per l’estetica in quanto Laura decise rimanesse in vista anche ad opera ultimata. Per farne capire l’essenza Laura disegnò in prospettiva un mobile Ideale i cui spigoli erano modellati nel modo da lei studiato. Il risultato presentava un certo interesse per cui venne deciso di provare ad utilizzare il nuovo incastro in un mobile campione. Oltre all’aspetto estetico la nuova modalità di esecuzione dava all’osservatore una chiara prova che il mobile era costruito in vero legno massiccio il che, a quei tempi, costituiva un ulteriore pregio del mobile. Il risultato finale fu ottimo ed a Laura venne dato l’incarico di disegnare il mobile completo in tutte le sue parti in quanto esso veniva a costituire una novità interessante. Anche in questa fase lei si fece aiutare dal capo falegname che le spiegò con precisione l’intero mobile. Fu questa la prima di una lunga serie di progetti che Laura eseguì in tutte le fasi costruttive fornendo anche le necessarie istruzioni per realizzare esattamente il nuovo tipo di incastro avente il duplice scopo di semplificare la lavorazione ed al tempo stesso di migliorare l’aspetto finale. Nel discutere con il capo falegnameria del nuovo tipo di incastro, Laura precisò che a suo avviso il nuovo manufatto specifico, per essere veramente bello, doveva essere anche funzionale ed inoltre dimostrare nella sua forma questa buona funzionalità. In questo modo il falegname doveva curare particolarmente il secondo aspetto e trovare una forma che evidenziasse lo scopo perseguito: solo allora diventava anche bello da vedersi. Da rilevare che dopo qualche mese dall’uscita in commercio del nuovo mobile, qualche mobiliere aveva copiato il nuovo sistema di incastro angolare e si poté notare che esisteva in commercio qualche sua cattiva imitazione. La vicenda costituì ulteriore conferma della validità della soluzione creata da Laura.

La passione e l’inventiva di Laura venivano prepotentemente alla luce quando doveva progettare mobili su misura. Era allora che ella non si limitava allo studio del solo mobilio ma entrava anche in merito alle opere murarie tutte le volte che, con leggere modifiche alle strutture dell’edificio ed in combinazione con la reale forma del mobilio, se ne potevano ritrarre degli evidenti vantaggi.

Risulta qui interessante descrivere da un esempio eclatante .

Un problema difficile da risolvere era dovuto, nelle cucine ad angolo e cioè nelle cosiddette cucine ad elle, all’impossibilità effettiva di ricavare la portella d’accesso al vano d’angolo. Alcune ditte avevano brevettato dei cestelli girevoli oppure delle svasature ad angolo del mobile per potervi piazzare dei piccoli sportelli.

La cucina che Laura doveva progettare era confinante con con il corridoio di accesso di una ricca villetta, accesso dal quale era divisa tramite un muro portante. Laura pensò di escludere dal mobilio della cucina la parte inaccessibile per lasciarla a disposizione dell’accesso posto da tutt’altro lato e ricavandovi un appendiabiti. Progettò di aprire nel muro da 30 centimetri una specie di portone di due metri di larghezza e di altezza tra ingresso e cucina e vi progettò un appendiabiti compreso nello spessore che prima era occupato dai mattoni mentre previde di fianco una cassettiera porta scarpe della larghezza di 60 cm, altezza di un metro e profondità di ben 90 cm dati per 30 centimetri dal posto prima occupato dallo spessore dei mattoni e per 60 dal vuoto cucina. A lavoro ultimato si ebbe un risultato notevole. Dalla cucina non si notava nulla perché la novità era rappresentata dal lasciare a disposizione del locale ingresso tutto il volume d’angolo del mobile cucina mentre nell’ingresso figuravano, senza sporgere da filo muro. un ampio appendiabiti in parte chiuso ed in parte a vista ed avente di fianco tre cassetti molto profondi e sormontati da ripiani in vista sui quali poter appoggiare dei soprammobili, dei fiori ecc.

In conclusione Laura si dimostrava molto brava nello svolgimento del suo lavoro ed inoltre attenta a tutte le condizioni locali per impostare il mobilio sulla base del luogo dove sarebbe stato messo,

LAURA – DIVENTATA VERO DISEGNATORE PROGETTISTA – SI FIDANZA CON ANTONIO

Risulta evidente che Laura iniziava a rappresentare esattamente quell’elemento di novità che il suo amico Antonio le aveva prospettato fin dal primo incontro. Altrettanto evidente che l’amico stava seguendo dietro le quinte il vero successo che andava ottenendo la sua attività ed ad un certo punto volle avvicinarla per congratularsene. In quella occasione Laura gli spiegò l’entusiasmo che provava per il suo lavoro facendo risaltare che lo doveva interamente a lui ed all’incontro casuale capitato in quella giornata così importante. Laura si diffuse anche nel raccontare la specie di febbre ardente che le si era scatenata per ciò che stava facendo. Gli spiegò a grandi linee il percorso che aveva seguito per conoscere tutta l’attività di progettazione e costruzione dei mobili rivolgendosi anche al capo-falegnameria che le era stato di grande aiuto nel progettare quel tipo di incastro prospettato per la futura lavorazione. Antonio le fece presente che tutto ciò lo conosceva perfettamente avendola seguita passo passo senza mai farsi notare in quanto sarebbe stato pronto ad intervenire in aiuto, come le aveva a suo tempo garantito, per superare qualche problema spinoso ma, fortunatamente, di tutto ciò non si era presentata alcuna necessità. Laura, da sola, era stata bravissima ed aveva rappresentato quella tipologia di disegnatore che egli stesso aveva da molto tempo sognato. Dopo essersi complimentato con lei cambiò totalmente il suo modo di parlare. Diventò un altro Antonio umile e piacevole nel confessarle che tutte le cose belle accadute avevano accresciuto in maniera preponderante l’ammirazione che da molto tempo egli provava per lei. Allo stesso tempo le chiedeva di poterla seguire da vicino partecipando non solo alla sua attività lavorativa ma anche alla vita che lei stava conducendo completamente da sola. In poche parole le chiedeva di poter entrare nella sua vita mentre a sua volta egli desiderava ardentemente lei entrasse un pochino in quella di lui stesso. Laura, terminato l’imbarazzo provocato da questa esplicita dichiarazione lo pregò soltanto di lasciarla riflettere per qualche giorno, passati i quali fu lei stessa a cercarlo per dargli affettuosamente il suo benestare. Si capisce come l’approccio terminò con un vero e proprio fidanzamento.

IL RICORDO INDELEBILE DELLA FAMIGLIA

Più il tempo passava e maggiormente Laura sentiva il grande cruccio di non poter mettere a parte i suoi genitori di questa sua doppia felicità di aver trovato un lavoro che le dava immense soddisfazioni ed al tempo stesso, aver trovato quell’amore che il suo cuore sognava da sempre.

Le era sorto nell’animo un grande dispiacere dovuto ad un dubbio atroce. Dentro di sé sentiva l’obbligo di dover essere lei, in quanto figlia ed in quanto con notizie importanti da comunicare a loro, a rompere il ghiaccio e a ripristinare l’ottimo rapporto di una volta. Tutto questo cozzava però con la sua dignità fortemente ferita da anni di una tortura continua e, quel che è peggio, dovuta ad un’infatuazione dei genitori per le informazioni deteriori che la moderna società, aiutata dai media, propina a larghe mani e che lei non poteva veramente sopportare .

A loro volta i genitori a casa stavano attraversando il periodo più brutto della loro vita, addolorati come erano per l’assenza della loro unica figlia. Erano sempre più frequenti delle discussioni così accese da cominciare a minare il profondo sentimento di affetto che da sempre aveva costituito la loro forza. La mamma non riusciva più a tollerare la mancanza di quel tesoro che aveva illuminato di luce intensa la sua vita matrimoniale. In secondo luogo aveva assistito al crollo del suo sogno che era ancora quello di veder in sua figlia quell’artista che ancora costituiva lo scopo di tutta la vita di mamma e papà. Ma c’era un motivo di tristezza ancora più grande ed era il dubbio che la tormentava sempre più ed era quello atroce di aver sbagliato nell’avere, fin dalla nascita, cullato un desiderio insano, di aver avuto una vera mania nel volere ad ogni costo sua figlia artista distruggendo tutte le aspirazioni che sicuramente Laura, come tutti i figli, aveva. Da vera mamma aveva, in quei giorni. la sensazione esatta del dispiacere provocato a sua figlia costretta a subire questo sopruso per anni ed anni. Dall’altra parte il padre si sentiva veramente di averla in un certo senso cacciata di casa perché convinto fosse la cosa giusta da fare per sbloccare una situazione ormai senza soluzione. Questi ed altri pensieri profondi stavano veramente minando un matrimonio,

IL RITROVATO CONTATTO CON LA FAMIGLIA

Nel frattempo Laura sentiva crescere la citata necessità di fare qualcosa per rompere quel freddo che persisteva verso i genitori ma voleva farlo in modo da non cedere nei riguardi della condizione precisa che aveva lei stessa stabilito ed in base alla quale il primo passo dovevano farlo loro ammettendo il grave affronto fattole per anni ed anni.

Fu Antonio a trovare una soluzione originalissima e che avrebbe risolto il problema senza dimostrare debolezze o rimpianti : far arrivare anonimamente ai genitori alcune copie delle riviste settimanali nelle quali figurava la pubblicità dei mobili con disegni di Laura essendovi chiaramente riportato a grandi caratteri il nome dell’autore cioè quello di lei stessa.

Cosi fu fatto.

I genitori quando ricevettero una dopo l’altra diverse riviste di mobilio cui essi non avevano nessuna necessità, senza immaginare nemmeno lontanamente che fosse opera di sua figlia, cominciarono a chiedersi lo scopo di questo arrivo ripetuto settimanalmente e cercarono di capirne la ragione. La mamma per quella innata attitudine veder dentro le cose senza capirne l’origine ed il motivo, sostenne subito, senza aver capito nulla, che era arrivata la soluzione dei loro problemi. Le ultime riviste arrivate avevano tra le pagine un foglietto bianco con scritto la parola “QUI” la quale doveva per forza avere un significato preciso. Bisognava quindi osservare bene quella pagina. La mamma si accorse che il nome in grande dell’autore dei progetti di mobili era simile a quello di sua figlia Laura e lo comunicò subito al marito. Questi meravigliato sostenne di aver capito tutto. Qualcuno dei loro conoscenti si era accorto della omonimia tra un grande progettista e la loro figlia scomparsa dalla scena e quindi aveva pensato di far loro il piacere di ricordare Laura, loro figlia, grazie a quella strana coincidenza riguardo il nome ed avevano iniziato a fargli arrivare per posta le riviste. La moglie lo guardò fisso negli locchi e gli disse : ma come ragioni? Ma non hai capito nulla ! Ma non ti ricordi le ultime parole di Laura prima di andar via di casa? Lei aveva sostenuto che non si sarebbe fatta viva se non dopo che noi avessimo riconosciuto il nostro errore di averla obbligata a fare l’attrice. Ed ora ti faccio capire subito la verità dei fatti: è finalmente arrivato quel momento che io avevo previsto, il momento della verità

Si precipitò al telefono per chiamarla e partire sicura con le scuse da lei richieste a suo tempo, domandarle perdono e dichiarare che finalmente avevano capito che il disegno era fin da bambina la sua vera passione e non certo quello di fare l’artista come loro avevano preteso erroneamente da lei.
Ora si sentivano orgogliosi di avere una figlia che aveva dimostrato una grande intelligenza e coraggio di affrontare e risolvere da sola i suoi problemi.

Finalmente risulta soddisfatta la condizione “sine qua non” posta da Laura per poter riabbracciare i suoi genitori cioé l’ammissione espressa dai genitori medesimi di aver sbagliato nell’imporle per anni e anni di fare l’attrice.

L’INCONTRO CON I FAMIGLIARI

Laura ed Antonio si recarono a salutarli e mentre lei li abbracciava disperata per il molto tempo passato senza di loro e e per la contentezza di stringerli tutti due al petto, Antonio un po’ imbarazzato di fronte a manifestazioni così commoventi, non si sentì in grado di dire una sola parola. Fu Laura a presentarlo come l’uomo che aveva desiderato di incontrare da sempre. Fortunatamente durante il pranzo di festeggiamento dell’incontro, Antonio riuscì ad intavolare il discorso sulla sua conoscenza di Laura soprattutto raccontando quanto era stata brava nello svolgimento del suo lavoro ma tralasciando del tutto di parlare del rapporto diretto tra loro due. Ovviamente toccò a Laura raccontare del bene che li univa e dell’accordo che esisteva tra di loro ma per i genitori fu una gioia intensissima sentire il suo comportamento descritto da Antonio essendo egli stesso commosso nel dirlo.

LA RIPRESA DEL LAVORO

Tornati al loro lavoro trascorsero un periodo abbastanza lungo occupandosi totalmente dell’attività da svolgere che per Laura, sempre più impegnata, diventava via via più affascinante. Dovendo progettare interi arredamenti Laura fu mandata ad un corso avanzato di arredamento moderno dal quale apprese moltissimi particolari necessari per poter svolgere bene la sua definitiva occupazione. Occorre precisare che nonostante le lunghe discussioni teoriche sulle caratteristiche ideali degli arredamenti moderni, Laura nel suo lavoro continuò ad applicare su larga scala le soluzioni che man mano che un suo lavoro veniva realizzato le venivano in mente in modo del tutto naturale in un flusso continuo della sua passione per l’argomento e la fantasia brillante che la portava a soluzioni aderenti sia alle regole imparate al corso e sia dall’esperienza diretta e continua fatta nella falegnameria ma comunque improntate sempre su particolari nuovi che lei creava spontaneamente.

IL MATRIMONIO E LE DECISIONI DEFINITIVE

Passarono in questo modo un paio d’anni e giunse il giorno del matrimonio effettuato con grande festa presenti ovviamente i genitori entusiasti sia della figlia che del genero.
Tornati dal viaggio di nozze i due sposi stavano per riprendere il lavoro quando Laura disse al marito che aveva una cosa importante di cui discutere.
Per prima cosa Laura disse che riteneva inopportuno che nella stessa società lavorassero due sposi tra i quali il marito era diventato dirigente e la moglie occupava un posto importante nell’ufficio progetti. La cosa non poteva più reggere proprio perché esisteva incongruenza tra parentela stretta e rapporti di lavoro. Oltre a questo Laura parlò del suo sogno che cullava da sempre: avere uno studio di designer per conto proprio nel quale lavorare non solo per un determinato mobilificio ma per qualunque tipologia di attività soprattutto in ragione di grafica pubblicitaria che era la sua prediletta. Un altro aspetto importante: lo studio in proprio le avrebbe consentito di dedicarsi di più alla famiglia soprattutto nel caso di arrivo di figli.

Antonio le disse subito che condivideva in pieno le sue idee e quindi la storia ha termine con Laura che diventa titolare di un affermato studio di disegno industriale e con i due sposi che abitano in una bella villetta costruita allo scopo utilizzando gli introiti del loro lavoro.

Un dettaglio importante. La villetta aveva un piccolo corpo avanzato con un piccolo appartamento completamente indipendente dalla abitazione vera e propria e che Laura aveva fatto costruire allo scopo di poter ospitare i genitori qualora volessero passare qualche settimana di vacanza in vicinanza con i due sposi e, per un eventuale domani, anche poter trasferirsi definitivamente a trascorrere lì felicemente la loro vecchiaia .

Quando i genitori ne ne vennero a conoscenza provarono una gioia immensa e si ripromisero con tutto il cuore di tenerne grande conto.

CONCLUSIONE

La conclusione del racconto sembra chiara: mai imporre ai figli la strada da scegliere nelle grandi decisioni di gioventù. Bisogna invece lasciar loro prendere la direzione che li interessa veramente.
Basandosi sulla propria esperienza di vita vissuta l’autore sarebbe però di parere nettamente contrario.
Egli è convinto che le cose veramente importanti siano, dopo quello fondamentale di essere fortunati con la salute, principalmente due e cioè l’aver avuto in gioventù una buona istruzione e una volta entrati nel campo del lavoro cercare a fondo, sicuri di trovare, all’interno dell’ambiente dove si è cominciato a operare, anche se a prima vista sia apparso sbagliato, sicuramente trovarvi un settore che soddisferà in pieno.
Anche l’autore da ragazzo aveva una passione sfrenata per i motori e tutto quello che ne era corollario. I genitori non hanno seguito le sue aspirazioni ma, poiché si era nel dopoguerra ed a loro avviso era il momento di inizio della importante attività delle costruzioni edilizie, lo hanno forzato ad intraprendere quella strada che non gli piaceva affatto. Nonostante questa inconfutabile verità del prevedibile successo delle costruzioni edilizie, nel campo scelto dai genitori, egli ha trovato impegni veramente straordinari. In un primo tempo, entrato nei cantieri di costruzione delle grandi dighe, ha scoperto in sé una vera predisposizione per un elemento essenziale ed affascinante come la topografia alla quale mi è dedicato con passione ottenendo risultati e soddisfazioni straordinarie. Quando ha dovuto abbandonare quel settore e passare agli acquedotti (progettazione, costruzione ed esercizio) ha trovato anche lí un settore tanto affascinane come quello della ricerca di soluzioni tecniche innovative, da dedicarvisi per tutto il resto della sua vita attiva.
La conclusione definitiva sull’argomento di base del racconto è proprio la seguente : ricercare a fondo e dovunque si operi poiché anche lí esiste sicuramente quello che ci appaga in toto.