INTRODUZIONE
Ai nostri giorni possiamo affermare, senza tema di smentita, di essere letteralmente invasi da apparecchiature oltre che sonore anche visive e che ci assillano con mille messaggi, filmati ed altri tipi di rappresentazioni grafiche o sonore della natura o della gente che ci circonda e con molti altri elementi più o meno fasulli ma che comunque contribuiscono a questa vera invasione dei nostri sensi.
Ho fatto un accenno a tutto questo per far risaltare la differenza con i tempi della mia gioventù nei quali l’unico mezzo di colloquio era un telefono rudimentale e null’altro. Basterà pensare che quando io mi trovavo via di casa e volevo parlare con i miei, dovevo prenotare una telefonata alla cabina pubblica del mio paese situata in una osteria e fissare un orario di incontro con i miei. A loro volta, per esempio se si fosse trattato di mia mamma, la commessa dell’osteria sarebbe dovuta andare di persona a casa mia e preavvisarla affinché si presentasse al telefono nell’ora che io avevo fissato. In questo modo poteva aver esito positivo la mia telefonata.
LA RADIO : UNO STRUMENTO STRAORDINARIO
In quei tempi pochissimi erano i fortunati possessori di una radio grazie alla quale poter ascoltare l’unico programma che veniva trasmesso nelle ore diurne.
Ho fatto questa premessa per illustrare un episodio a mio avviso molto bello e che rappresenta bene la situazione reale di quella volta.
Allora la mancanza di attrezzature ed al tempo stesso la tentazione comune a tutti in molti settori, obbligava a stuzzicare sistematicamente l’intelligenza sl fine di produrre dei sistemi pratici con i quali raggiungere delle vere vette in tutti i campi dello scibile umano.
IL TEMPORALE
L’episodio che vorrei raccontare è la modalità seguita per far capire a noi scolari delle prime classi elementari cos’è il sistema metrico decimale.
Al giorno d’oggi io credo non sia nemmeno da insegnare ai ragazzi la consistenza dei numeri tanto sembra una cosa logica di base e nessuno pensa nemmeno lontanamente che possano esistere altri sistemi diversi da quello decimale.
Io, a sette anni, ho capito questo principio tramite un racconto alla radio della scuola il quale oltre ad avermi chiarito in maniera semplice il principio del sistema decimale, è stato così divertente che oggi a distanza di oltre ottanta anni, io lo ricordo come lo avessi sentito ieri.
Dunque, una volta riunite le cinque classi elementari nella sala, dove era installato l’unico apparecchio radio di cui era dotata la scuola stessa, ci ha fatto immaginare, grazie alla bella trasmissione radiofonica, di essere riuniti tutti in un bosco durante una gita, quando improvvisamente arrivò un fortissimo temporale. Dalla radio ci giungevano i tuoni, lo scoppio di fulmini ed il fracasso di un fortissimo acquazzone che stava precipitando sulle foglie del bosco e, ovviamente, su di noi scolari che, virtualmente, eravamo in gita. La maestra ci fece correre verso alcune casette che si vedevano lontano.
LE CASETTE DI ACCOGLIENZA OSPITI
Quando siamo arrivati alle casette che avevamo intravisto da lontano, sempre virtualmente, abbiamo notato sopra ogni porta di ingresso una scritta della quale non ci siamo affatto interessati avendo fretta soltanto di entrare per ripararsi dalla pioggia battente. La maestra ha infatti bussato alla porta chiedendo ospitalità.
La risposta è stata : “Signora maestra questa è la casa delle decine e qui si ospitano solo quelle, come vedete scritto sopra la porta. La maestra ha alzato gli occhi ed ha visto la scritta “decine” capendo subito di cosa si trattava. Allora ha detto a noi tutti : cari scolari dovete riunirvi in tanti gruppi ognuno composto da dieci di voi. Vi trasformerete quindi in tante decine alle quali è consentito entrare.
Noi eravamo in numero totale di 133 scolari e quindi abbiamo fatto tredici gruppi da dieci e poi un gruppo dei tre che restavano. La maestra ha allora chiesto di fare entrare subito le tredici decine che c’erano li pronte per ripararsi dalla pioggia che continuava a cadere. Dalla porta non ci hanno assolutamente fatto passare spiegando che noi non eravamo tredici decine bensì un centinaio più tre decine e tre unità e pertanto il centinaio doveva entrare nella casa delle centinaia, nella casa delle decine potevano entrare solo le tre decine rimaste ed infine che gli ultimi tre scolari dovevano entrare nella casa delle unità. Allora la maestra ha fatto un gruppo composto da cento ragazzi che venne a costituire il centinaio. Ha lasciato tre delle decine già fatte ed infine ha accompagnato tutti al loro posto nelle casette in base ai tre cartelli posti sopra le porte. Così organizzati tutti gli scolari hanno potuto riparare in casa il centinaio entrando nella casetta “centinaia”, le decine ed i tre singoli rispettivamente nelle “decine” ed gli ultimi tre nelle “unità”.
CONCLUSIONI
Ora invito i lettori di questo raccontino ad osservare la bellezza del sistema scelto dalla scuola per farci, prima di tutto e visti i tempi di svolgimento dell’avvenimento, restar stupiti della bella rappresentazione sonora del temporale, rappresentazione che oggi non provocherebbe nessuna meraviglia nemmeno se si trattasse di assistere personalmente ad una tempesta con tutti i suoi rumori assordanti.
Soprattutto ci ha fatto capire i concetti di base del sistema metrico decimale in un modo cosi affascinante che io lo abbia da ricordare bene con tutti i dettagli come fosse accaduto ieri.