INTRODUZIONE
Accade di rimanere colpiti delle meraviglie ella natura. Basta osservare attentamente una piccola foglia verde e si rimane rapiti dalle venature colorate del contorno disegnato e bellissimo. Ma gli incanti della natura sono infiniti : le ali colorate ed intricate delle farfalle sono opere d’arte viventi. Osservare la varietà di colori può essere affascinante. La struttura di una ragnatela è un capolavoro di ingegneria naturale. Osservare le gocce di rugiada o la luce del sole che le attraversa può rivelare una bellezza incantevole. L’acqua sorprende . Essa è essenziale per la vita, e il ciclo dell’acqua è una manifestazione straordinaria della natura. L’evaporazione, la condensazione e le precipitazioni mantengono costante il flusso d’acqua sulla Terra, sostenendo gli ecosistemi e la vita stessa. La relazione tra i fiori e gli insetti impollinatori è essenziale per la riproduzione di molte piante. Ragionare su tutto questo e sulle mille particolarità della natura rappresenta una parte importante della vita di ognuno di noi, ma ciò che mi impressiona veramente è la cura con cui la natura svolge tutti i suoi compiti. Il ciclo annuale delle stagioni è un miracolo che influisce su tutto, dalle piante che fioriscono alla migrazione degli uccelli. Questo ciclo perpetuo crea un equilibrio nella natura e sostiene la vita sulla Terra. Ma ci sono infinite combinazioni geniali che sembrano ideate da una mente superiore che ha pensato a tutto quello che è necessario per la sopravvivenza di ogni cosa che ci circonda. noi stessi compresi.
LE MERAVIGLIE NASCOSTE
Ho detto che la natura ha pensato a tutto quello che ci circonda, ma sussiste qualcosa di infinitamente più grande che avviene da sempre senza che sia possibile accorgersene ed è la funzione dell’intelletto dell’uomo quando, spinto da un desiderio incontenibile, esce con delle innovazioni che possono essere così piccole da non poter essere notate ma che riescono comunque a raggiungere un certo risultato opera del cervello dell’umano e che influenza tutta la vita della comunità umana intera.
Faccio un piccolo esempio. In un giorno di moltissimo tempo fa qualcuno, mentre spingeva a viva forza un sasso che giaceva per terra onde trasferirlo nel punto giusto, ebbe un’intuizione straordinaria e domandò a sé stesso : ma se io mettessi sotto al sasso delle assi di legno cilindriche farei tanta minor fatica. Proseguendo nella constatazione del vantaggio del cilindro fu cosa semplice arrivare al progetto della ruota e da quel momento le ruote invasero il mondo intero poiché tutti poterono constatare l’importanza di aver ideato la ruota da adottare attraverso gli anni ed anche ai nostri giorni dappertutto.
A questo punto viene da chiedersi come si può descrivere quello spunto originario che provocò una delle più importanti scoperte della terra e cioè quella della ruota.
Io penso che colui o quell’evento che ha creato tutto il firmamento e noi stessi, ha anche immesso nel nostro cervello quella spinta razionale della curiosità di conoscere tutto, del riflettere, dell’accorgersi di una eccezione, di una necessità da vincere cioè di progettare delle continue innovazioni attraverso gli anni passati e presenti.
Quel creatore dell’universo ha permesso che arrivassimo ad una civiltà così avanzata come è quella odierna tramite continue invenzioni aventi, in maniera esemplare, due caratteristiche fondamentali. In primo luogo le nostre innovazioni non si estinguono mai e quindi il progresso considerato in senso generale è destinato a continuare all’infinito.
In secondo luogo la possibilità di fare le innovazioni è limitata esclusivamente al cervello pensante che esclude in modo assoluto l’altra parte del creato dalla facoltà di fare un’invenzione anche piccolissima. Quest’ultima preoccupazione del creatore sembrerebbe una decisione di poco conto ed ognuno di noi potrebbe sperare che, se esistessero anche altre possibilità di innovazioni, ciò potrebbe costituire un vantaggio in più e dal quale sarebbe forse potuta derivare una società ancora più sviluppata di quella realmente esistente. La situazione effettiva invece, nel caso che qualcuno dei numerosissimi elementi dell’universo avesse la possibilità di creare innovazioni, potrebbe facilmente passare via via dalle piccole alle grandi innovazioni con una lenta progressione, continua e pericolosissima per il prevedibile arrivo ai punti estremi e cioè alla supremazia della macchina sull’uomo e tutte le gravissime conseguenze che sicuramente ne deriverebbero.
Questo fenomeno è descritto molto bene in molti film di fantascienza dove i nuovi esseri meccanici che nella finzione cinematografica sono in possesso dell’intelligenza ( che invece la natura, perfetta in ogni settore della realtá, non ha affatto concesso) proseguono nelle innovazioni fino a pretendere di sottomettere l’intera natura umana.
I RISCHI DI UN CATTIVO USO DELL’ITELLIGENZA ARTIFICIALE
Bisogna ammettere che, come accade spesso con l’uso smodato delle moderne tecnologie, un cattivo uso della tecnologia di cui si parla può condurre a risultati disastrosi sia pur escludendo quelli già descritti e riguardanti la distruzione del genere umano oppure deviazioni mentali già teorizzati da molti disfattisti.
In questa sede si evita di discutere di questi rischi rinviando alla letteratura che, in tal senso , è molto ricca.
Ci si limita solo a raccomandare un uso accorto di tutte le moderne tecnologie.
CONCLUSIONI
Si può arrivare alla conclusione logica di una umanità come quella realmente esistente che é al sicuro dai pericoli che possono derivare da un uso anormale dell’intelligenza artificiale. Risulta invece molto importante un buon uso di essa ottenendo risultati eccezionalmente buoni.
Infine si deve rilevare un aspetto importante dell’intelligenza artificiale che é in anteprima comprovato dal nome “intelligenza artificiale” che secondo me è falso in quanto il sistema non è affatto intelligente perché é soltanto in grado rielaborare concetti critici della intelligenza umana.
Questa constatazione trova una prova nel nuovo acronimo “SALAMI” che dovrebbe sostituirsi a “ intelligenza artificiale” per le seguenti ragioni. ” SALAMI è l’arguto acronimo di “Systematic Approaches to Learning Algorithms and Machine Inferences” [Approcci sistematici agli algoritmi di apprendimento e alle inferenze automatiche], una definizione proposta dall’informatico e politico italiano Stefano Quintarelli nel 2019.
Ma non basta tutto questo. Recentemente si è pensato di aggiungere al termine del nome “ intelligenza artificiale” il vocabolo GENERATIVA perché ci si era accorti di questo errore nel titolo originale. Però anche questa correzione non è affatto servita a dimostrare che il programma potrebbe generare innovazioni perché non sussiste alcuna dimostrazione di questa proprietà anzi il fatto che si voglia effettuare questa aggiunta senza che cambi la sostanza del programma è un’ulteriore dimostrazione del contrario.
Certamente queste ultime versioni dell’eccezionale sistema informatico, che continuiamo a chiamare, sia pur impropriamente, “intelligenza artificiale”, generano programmi cosiddetti intelligenti con i quali si raggiungono risultati ottimi, stupefacenti in tutti i campi dello scibile umano sia tecnici che letterari, o di altra tipologia ma sempre, nessun caso escluso, si tratta di elaborazioni non intelligenti in quanto per essere intelligenti servirebbero quelle innovazioni che sono assolutamente riservate soltanto al cervello umano.
La conclusione del presente articolo è quella di fugare quelle deleterie convinzioni sparse ovunque d in base alle quali l’arrivo ed ormai l’uso diffusissimo dell’intelligenza artificiale darebbe più rischi pericolosissimi per l’intera umanità che benefici per la stessa.
Invece è accertato che dalle rielaborazioni dei concetti già esistenti, essendo stati prima creati dal cervello umano, si riesce, tramite i sistemi in argomento, ad arrivare a risultati straordinari grazie ad un velocissimo esame ed una rielaborazioni che il sistema è in grado di eseguire in tempi brevissimi e con risultati ottimi alla sola condizione di saper usufruire nel modo corretto del sistema stesso e cioè senza trascendere nel suo uso e facendo buon uso dei risultati ottenibili.
Quanto sostenuto in questo articolo non intende affatto dichiarare che non esistano rischi di pericolosità dell’uso del programma in argomento. Di questi rischi è visibile una ricchissima letteratura a cui si rinvia il lettore perchè vi troverà spiegazioni documentate e ricche di dettagli. Qui ci si limita a sostenere che tali rischi sono del tutto simili a quelli che possono provocare anche altri sistemi informatici soprattutto se usati in maniera errata. Ad esempio sono ben noti i danni provocati da un uso eccessivo o in qualche modo errato del telefonino che ormai tutti usiamo correntemente con risultati ottimi. Quello che preme qui dimostrare è solo la fortuna che non esiste alcun modo che i progressi dell’informatica, pur avendo raggiunto progressi straordinariamente avanzati, mai riusciranno a sostituire le vere invenzioni che restano, grazie a l’ennesima azione miracolosa della natura, esclusiva disponibilità del cervello umano.