INTRODUZIONE
Il racconto si svolge nel dopoguerra quando l’Italia cominciava a risorgere dalle difficoltà soprattutto economiche provocate dal periodo bellico. Una delle attività che ha avuto un incremento favoloso e continuo è quella delle costruzioni private e pubbliche. Infatti sono sorte le prime autostrade ed i primi centri industriali, i centri abitati hanno aumentato notevolmente il numero di nuove abitazioni. Insomma tutti i campi dell’edilizia e delle grandi opere hanno avuto un incremento notevolissimo.
LA NECESSITA’ DI MATERIALE INERTE
Uno dei materiali in quantitativi enormi che hanno consentito questo incremento sono stati gli inerti per calcestruzzi, per malte ed infine per la costruzione di rilevati stradali, per la sistemazione di piazzali e strade esistenti oppure per costruzione di quelle nuove e necessarie per i quartieri piccoli e grandi di nuova edificazione.
La necessità dei materiali denominati inerti da costruzione è stata in quantitativi incredibilmente cospicui. Tutto ciò ha promosso un notevolissimo giro d’affari ma al tempo stesso ha comportato gravi danni alla natura causato anche dalla insufficienza di legislazione e di controllo. Gli industriali per molti anni si sono trovati liberi di recuperare materiali senza limiti di sorta e dappertutto.
I primi elementi naturali che ne hanno sofferto sono stati i corsi d’acqua perché la ghiaia bellissima, pulita e pronta per essere usata era proprio quella del greto dei fiumi e bisogna affermare che per fortuna è intervenuto abbastanza presto lo Stato per salvare una categoria di elementi naturali come i corsi d’acqua prima che subissero danni irreparabili.
Ma la natura ha subito danni rilevantissimi nelle campagne agricole in quanto si sono dimostrate ricche nel sottosuolo proprio di quel materiale inerte che necessitava per l’industria delle costruzioni edilizie e di grandi opere pubbliche. Una volta iniziato lo scavo di terreni di campagna e riscontrata la ottima qualità della ghiaia e sabbie che se ne poteva ricavare è avvenuto un vero assalto predatorio. In certe aree di pianura dove esiste una falda freatica a pochi metri dal suolo si sono formati dei veri laghetti che piano piano sono diventati dei laghi delle dimensione di chilometri in lunghezza e larghezza. Si capisce bene che veder sorgere un lago di queste dimensioni in mezzo ad una campagna un tempo coltivata e con ottima produzione agricola, costituisce uno scempio visivo ma oltre a questo rappresenta un danno incalcolabile pe le coltivazioni agricole ed inoltre alla circolazione sotterranea delle acque. E’ indubbio che quelle grandi superfici idriche siano in collegamento idrico diretto con la falda freatica ed in qualche caso anche con quella artesiana. Al finire del boom edilizio ed all’intervenire della legislazione quei prelievi disordinati e molto intensi sono terminati e i laghi che si erano formati sono stati sistemati con piantagione di alberi e di verde in genere.
LA SOCIETA’ PROPRIETARIA DEL LAGO
Una di quelle società che forniva la ghiaia aveva necessità di prelevare ancora ghiaia dalla estremità sud del lago e fece domanda alle autorità competenti per riprendere il prelievo, domanda che venne respinta con la causale che nel lago in questioine era esclusa ogni possibilità di prelievo per due motivazioni. In primo luogo per motivi di estetica della natura in quanto òa zona era stata già snaturata con la presenza di un lago di enormi dimensioni ed aumentarne ancora l’estensione costituiva un ulteriore danno. In secondo luogo il prelievo delle ghiaie creava turbativa nella nitidezza delle acque le quali, essendo direttamente collegate alle falde freatica ed in minimo grado anche con quella artesiana e le avrebbero inquinate con immissione di acque torbide e sicuramente già inquinate.
La società proprietaria del lago voleva reagire sostenendo che non c’erano ancora leggi specifiche che vietassero l’apertura di cave di ghiaia fatto eccezione per l’inquinamento della falda rispetto al quale sussistono leggi specifiche che possono opporsi alla loro domanda.
A questo punto la società interpellò un igegnere idraulico incaricandolo di esaminate il problema soprattutto testimoniando dal punto di vista tecnico che non esiste collegamento idraulico tra l’acqua del lago e la falda.
L’ingegnere effettuò molte misurazioni di livello tra quello del lago e quello dell’acqua di falda in alcuni pozzi, misurazioni eseguite a distanza di tempo onde tener conto delle relazioni con le acque di pioggia. Da quelle misurazioni risultò un collegamento diretto tra acqua del lago e acqua dei pozzi nel senso che nei periodi di forti piogge la falda freatica aveva una quota maggiore di quella del lago dimostrando che in quel caso la falda stava alimentando il lago nel mentre in periodo di siccità era il lago che alimentava la falda avendo quote maggiori. In poche parole venne determinato un continuo scambio di acqua da falda a lago e viceversa.
Finito il lavoro l’ingegnere presentò una relazione in base alla quale risultava nettamente il collegamento diretto tra falda e lago.
A questo punto la Società proprietaria si rese conto che non avrebbe mai più potuto prelevare inerti dal suo lago perché senza dubbio dal futuro ci si doveva aspettare leggi ancora più severe di quelle vigenti.
UNA DIVERSA UTILIZZAZIONE DEL LAGO
La Società capì perfettamente che era tempo di trovare un altro modo per utilizzare una proprietà così vasta ed importante come quella del lago e terreni agricoli circostanti. Diede incarico ad un valido architetto del quale si era servita più volte con piena soddisfazione, di studiare il problema e di trovare soluzione facendo presente che, se il risultato fosse stato buono, la società avrebbe potuto anche investire cifre importanti essendo proprio questa l’attività sociale: eseguire opere di buon risultato economico possibilmente rivalutando io beni naturali come era il lago con la campagna circostante.
IL PROGETTO
L’architetto dopo un paio di mesi presentò un progetto veramente buono.
Per uno sfruttamento razionale dell’insieme erano previste notevoli possibilità. Si partiva dalla costituzione di un centro turistico-sportivo e termale con albergo e annesse palestra e terme ed inoltre un servizio di noleggio piccoli battelli per il giro del lago. Le sponde del lago, a loro volta , dovevano essere notevolmente migliorate ricavando punti di sosta dei battelli con piccoli porticcioli aree sabbiose provviste di ombrelloni, gazebo o veri ampie tettoie attrezzate con tavoli, sedie e panchine.
Per le terme si sarebbero dovute utilizzare le migliori acque importate dai famosi centri termali essendo previsto un proprio centro termale che utilizza tale forma di approvvigionamento ad hoc delle necessarie acque.
Il progetto dell’architetto fu ritenuto valido dai responsabili della società proprietaria la quale si riservò il tempo di sottoporlo all’approvazione dell’assemblea per dare il via ai lavoro-
Nel frattempo venne appaltato ad un importante vivaio di piantare moltissime piante ornamentali in base al progetto dell’architetto in modo che iniziassero subito a crescere per formare quel bosco verde essenziale completamento della costruzione dell’albergo dei porticcioli e delle altre strutture del progetto.
LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE
Dopo qualche tempo la Società dette il via alla progettazione esecutiva delle opere con redazione delle illustrazioni tridimensionali dell’intero lago nella sua destinazione finale e delle singole strutture per dar modo di iniziare una diffusa pubblicità di questo nuovo centro termale con annessa possibilità di ginnastica specialistica, gite con battello e soste al verde di boschi oramai adulti.
Una volta terminate le opere si dovette organizzare bene l’esercizio di questo insieme assegnando i vari servizi ad aziende specializzate. In particolare fu il centro termale ad aver pieno successo per riuscire piano piano a lanciare poi tutte le altre attività ed anche quelle che nel frattempo furono proposte dai gestori.
Il risultato fu veramente eclatante dimostrando come sia sempre possibile operare senza danneggiare la natura ma invece erigendo opere valide ed utili.