L’AMORE

E’ necessaria una premessa . Il racconto è totalmente immaginario e pertanto qualunque riferimento a fatti realmente accaduti è soltanto casuale e il lettore non deve considerarli come veri .

INTRODUZIONE

Siamo nel primo dopoguerra

Mario è un giovane di 14 anni che si sta affacciando alla vita con il tipico entusiasmo della sua giovane età. Passa in rassegna il suo avvenire a partire dalla salute per la quale rivolge al cielo frequenti suppliche per avere un futuro senza grandi mali. Alla salute segue il lavoro al quale tiene in maniera particolare e sul quale insiste molto, sognando il successo nel campo per lui il più affascinante, che è quello della tecnica. Sogna di realizzare interessanti lavori purché, tenendo nel giusto conto la sua grande passione, i genitori lo avviino in quella direzione, scegliendo la scuola adatta.

LE DIFFICOLTA’ CON LE RAGAZZE

C’è un argomento nel quale si sente inadeguato ed è quello che riguarda l’altro sesso. Gli piacerebbe avere una vera amica con cui scambiare opinioni e punti di vista, invece gli accade che la sola presenza di una ragazza lo blocchi, al punto da evitare perfino ogni gruppo che comprenda anche il gentil sesso.

Eppure, ne è attratto …

Dove le cose invece vanno bene è la frequentazione degli amici con i quali partecipa a compagnie molto affiatate e con divertenti programmi di giochi che variano a seconda della stagione.

Una cosa importante: Mario è l’unico di tutta la compagnia a non essersi fermato alla quinta elementare perché frequenta, con molto piacere e buon profitto, la scuola media. Ha solo una grossa difficoltà: la sua classe è mista e lui con le compagne riesce a parlare solo di argomenti strettamente scolastici. Questa è la solita difficoltà che lo angustia molto, soprattutto perché, negli anni, non accenna a diminuire. Eppure, nella sua fervida fantasia, forse per le assidue letture o per i frequenti film che vede e che in quel tempo costituivano lo svago più importante, ! egli si immagina spesso d’essere il protagonista di bellissime avventure amorose nelle quali la cosa che più assapora è l’intesa, la comunione reciproca. la loro estrema fiducia tra due che si amano di cui continua a sentire intensamente la mancanza.

Non ha nessuno a cui confidare le mille aspirazioni, i propositi, le speranze, le delusioni, tutti argomenti dei quali in casa non si parla, ma che sente il bisogno di confidare a una persona con cui nutrire un rapporto esclusivo e di piena fiducia. E questa persona non può che essere una ragazza, una ragazza che però non ha e che gli manca tanto.

Passano gli anni e Mario, per frequentare la scuola media superiore, deve allontanarsi dal suo paese, ma ha la fortuna di trovare ospitalità presso una famiglia che dispone di una casa con molte camere da letto che le consente di ospitare fino a una decina di studenti. La famiglia ospitante e gli studenti formano un insieme splendido dove Mario, oltre a studiare, assorbe lo stile esemplare di una famiglia istruita, corretta ed ospitale. Anche in questa occasione, nonostante la presenza di ragazze, Mario, a causa della sua immutata ritrosia, non riuscirà a legare con nessuna.

Finita la scuola media superiore, Mario torna a casa e ritrova i suoi amici di un tempo. Tutti lavorano. La maggioranza collabora nell’attività del padre pe lo più agricoltori, ma alla sera ci si trova allegramente in osteria.

Dopo qualche tempo, decidono di andare tutti assieme, con la bicicletta, a trovare le ragazze dei paesi vicini. Questa volta, trovandosi in tanti, Mario riesce a rendersi amico di una ragazza con la quale finalmente riesce a parlare e a scherzare. In questa sua nuova situazione, pur soddisfatto, Mario prova una sorta di delusione. Era convinto che l’approccio amoroso con la donna giusta, dovesse essere qualcosa di forte, un sentimento profondo che gli avrebbe fatto tremare il sangue nelle vene, facendogli vedere questa sua compagna, come una specie di Dio in terra. In altri termini, nella parola “amore”, che non osava nemmeno pronunciare, immaginava si dovesse vivere in un vortice di travolgente felicità, facendogli provare quanto di bello sia possibile ad una creatura umana. Pensava addirittura che il grande sentimento amoroso, avrebbe perfino trasformato i difetti della donna amata in pregi, e la stessa cosa sarebbe dovuta accadere a lei nei suoi confronti.

Le cose proseguono felicemente per alcuni mesi. Entrambi provano il piacere di stare assieme e di scambiarsi dolci baci, ma tutto finisce li.

È enorme la differenza tra il grande amore da lui sempre fantasticato e quello che sta vivendo. Rimuginando sulla differenza tra i sogni e la realtà. Egli, per l’ennesima volta, trova conferma che tutto quello che aveva sentito magnificare in racconti, in libri d’amore o al cinema, erano solo parti di fervide fantasie, ma che in realtà non esistono affatto.

Questa conclusione lo porta alla rottura del “fidanzamento”, accettata di buon grado anche dalla ragazza che ne condivide la motivazione.

È venuto meno l’entusiasmo iniziale che, anzi, con il decorso tempo si era affievolito sempre più. Sì, l’amore sempre sognato e tanto desiderato sicuramente deve essere un’altra cosa, perciò il “surrogato” attuale si trasforma presto nel rimpianto per tutto quello che non è.

Una volta sciolto questa sorta di fidanzamento, Mario, ormai venticinquenne, sente il desiderio di trovare un’altra compagna con cui unirsi in un rapporto più travolgente.

Dopo poche settimane, gli capita di conoscere una ragazza molto bella e con molte ottime qualità, come una buona cultura personale, un carattere allegro, la passione per i viaggi e per il teatro. Insomma, la nuova conquista sembra rappresentare l’optimum. Non è stata una facile conquista: ha dovuto rincorrerla a lungo per riuscire a farsela amica. Passano assieme ore bellissime, piacevolissime, ma dopo qualche mese Mario realizza che con lei non riesce a condividere un ragionamento. L’intesa la trovano solo su argomenti superficiali, mentre risponde con un silenzio imbarazzante quando l’argomento è un po’ più impegnativo e profondo. Allora il piacere di stare assieme scade e la delusione raffredda gli animi di entrambi. La mancanza d’intesa gli appare così grave che decide ancora una volta di interrompere anche questa amicizia, preferendo la libertà. Al rapporto insipido e monco, sceglie la solitudine, in attesa che il destino gli faccia incontrare la donna giusta, la donna con cui vivere la sintonia dei sentimenti.

Trascorso qualche mese, ad una serata di amici resta affascinato da un viso e soprattutto dagli occhi incantevoli di una meravigliosa ragazza che però è già fidanzata e prossima al matrimonio. Ma il giovanotto non si scoraggia e userà tutte le astuzie e le arti, ormai ampiamente collaudate, per far breccia nel cuore della celeste creatura che l’ha folgorato. Tanto fa e tanto prega che riesce a farle rompere il fidanzamento. Si fidanza felicemente con lei e comincia a frequentarla assiduamente. Purtroppo, bastano pochi incontri per capire che la bellissima ragazza, dal punto di vista sostanziale è lontana mille miglia da lui: è solo una bellissima statua completamente priva di “anima”. Non gli resta che scusarsi e tornare single.

Resterà solo per un lungo periodo.

IL MATRIMONIO

In questo periodo di solitudine non fa altro che rimpiangere tutto quello che passò con la sua prima fidanzata: la pressoché totale coincidenza nella visione sui vari aspetti della vita, il suo spirito allegro e la capacità di ottenere grandi gioie con pochi e semplici mezzi. Ripassa attentamente tutto il tempo passato in sua compagnia che ora gli appare splendido. Rimpiange amaramente i bei programmi fatti allora su un comune futuro, progetti che ora sente come una grave mancanza. Questo fatto lo rode per lunghi mesi. Ora Mario è letteralmente assillato dalla mancanza di lei. Comincia a chiedersi se quello fosse stato vero amore, il tanto agognato grande amore e giunge ad una risposta tragica. No! il vero amore è un’altra cosa, ma esiste un altro elemento non meno importante: quell’amore tanto idealizzato forse non esiste, mentre quello che provavano loro due è qualcosa di più, perché è il vero affetto, la totale fiducia reciproca, e questi costituiscono la vera essenza di un bel matrimonio, pur senza essere l’amore eccelso tanto sognato ma veramente inarrivabile.

Questo pensiero, ora non lo assilla più, essendo diventato una convinzione profonda. Anzi, è diventato così importante da decidere di riavvicinarsi alla sua prima fidanzata.

La trova disposta ad ascoltarlo molto volentieri. In realtà lei aveva sempre aspettato il suo ritorno, perché il suo affetto per lui non era mai venuto meno. Lei aveva sempre pensato a lui e solo a lui e nel vederlo tornare con questi propositi, la fa salire al settimo cielo dalla felicità.

La conclusione è scontata: si sposano ed inizia una lunga e felice vita familiare. Lei si dimostra un’ottima moglie e poco dopo, una splendida madre, attenta ed affettuosa.

Mario, felice del passo compiuto, cerca di accontentarla in tutto, riservandole tutto il tempo che il suo impegnativo lavoro gli concede. Ciò nonostante, la moglie è dispiaciuta, e spesso contrariata, perché Mario si fa coinvolgere troppo dall’attività lavorativa. Lo accusa di vivere la professione con esagerata passione, al punto di trascurare lei e l’intera famiglia.

Effettivamente è un lavoro che Mario svolge con molta soddisfazione non tanto e non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto per essere tanto cresciuto professionalmente e per le numerose conferme e tangibili riconoscimenti. Infatti, molte sue proposte innovative vengono accolte e realizzate con ottimi risultati organizzativi e consistenti risparmi economici nel pieno rispetto dell’ambiente. La sua bravura viene premiata con dei rapidi avanzamenti di carriera che però implicano l’assunzione di sempre maggiori responsabilità e la necessità di prolungate trasferte lontano dalla sede e da casa.

Anticipo ora un aspetto di questa storia il cui spirito costituirà l’importante conclusione. Nel suo lavoro, Mario dona tutto sé stesso ed i successi ottenuti rappresentano quel maggior apporto che ogni persona responsabile dovrebbe offrire per contribuire al progresso generale dell’umana società, finendo per costituire un libero e spontaneo volontariato, altrettanto utile come quello che ha contraddistinto meritoriamente la popolazione italiana del dopoguerra. Olire a questo aspetto risulta molto importante il piacere ch egli prova in continuo : quei successi tecnici gli danno una soddisfazione immensa che aumenta la sua dedizione profonda, direi totale, per il suo lavoro anche al prezzo di farlo mancare in alcuni doveri della famiglia e dei figli per i quali egli comunque prova molto affetto.

Passano i decenni con un trantran che possiamo definire felice. I figli crescono, si sposano, arrivano i nipoti: insomma una storia come mille altre. Non mancano nemmeno gli screzi e i problemi tipici di tutte le famiglie di questo mondo. Difficoltà le quali per il rispetto reciproco e l’affetto che il tempo ha consolidato, non riescono a scalfire la solidità dell’unione.

Marito e moglie sono entrambi giunti alla soglia degli 80 anni quando lei viene a mancare, con grande dolore di tutti. Mario rimane tristemente solo. Gli manca enormemente la sua compagna, che non poteva essere moglie migliore.

LA NUOVA AMICA

Sembrerà fuori luogo la seguente anticipazione del racconto e non mi sarà nemmeno facile descriverla: solo alla sua venerabile età, Mario riuscirà a capire e spiegarsi l’ardente desiderio che in gioventù sentiva dentro di sé e che poneva al di sopra di ogni altra cosa: provare l’amore, l’amore quello vero.

Da vedovo pensionato passa del tempo ad interessarsi, via internet, del suo lontano paese di origine e gli capita di leggere delle poesie che gli ricordano la sua gioventù in maniera romantica.

Lo colpiscono perché sono molto belle, perfino commoventi. Fa in modo di conoscere l’autrice e, dopo una breve ricerca, riesce a contattarla da remoto e a stabilire un certo rapporto epistolare. L’oggetto, all’inizio, riguardava esclusivamente le sue poesie, ma piano piano il reciproco interesse si amplia investendo aspetti di vita personali e sociali della loro comune vita paesana. Lei ha 20 anni meno di Mario, è sposata con figli.

Dalle poesie trapela puntualmente un velo di mestizia causata da una tragica esperienza, che verrà confermata da alcune terribili confidenze. Si tratta di un gravissimo fatto accaduto nell’ambito familiare, che per ora non è il caso di toccare. Fu un evento talmente traumatizzante che, in una bambina di tenera età scolare, tale era la sua età al momento della tragedia, causò un enorme sconvolgimento nello sviluppo psico-fisico.

La terribile immagine impressa nella retina, sconvolse la mente, arrestò i battiti del cuore e lacerò l’anima.

Il trauma rimarrà presente in lei per sempre. La incupirà lungo tutti gli anni successivi: dalla giovinezza alla maturità. L’immagine lacerante è sempre lì, davanti a lei e dentro di lei. Mortifica e smorza sul nascere ogni impulso gioioso che la vita e la natura pur le propone. Non perde occasione per farne un doloroso accenno manifestando il profondo turbamento sia nei racconti e nelle sue poesie, sia nei dialoghi confidenziali.

Una cosa è certa: la ferita continua a sanguinare. Immutata, la sofferenza condizionerà fino al suo ultimo giorno, ogni suo pensiero, il suo umore e ogni sua relazione, velandoli immancabilmente di sfiducia, di pessimismo, di depressione. Questo suo grave stato d’animo é confermato da un fatto altrettanto grave, addirittura tragico : ogni tanto le esce dal cuore il desiderio di giungere allo stesso atto estremo compiuto suo grande papà.

Mario entra in confidenza con la nuova amica che gli apre l’animo e lo rende partecipe dei suoi sentimenti, compresi quelli più oscuri che vorrebbe rimuovere. In una fortunata occasione lei scrive una poesia splendida riguardante un episodio accaduto realmente a lui. La poesia è molto bella e , pubblicata in molti siti, ottiene un successo vero.

Mario trascorre un periodo della sua vita veramente bello con motivazioni validissime che lo avvicinano sempre dipiù a quell’amica. Il suo modo di fare, l’amore per la natura, per l’arte soprattutto per la musica. Scrive poesie e racconti che rapiscono l’animo di Mario.

L’intesa tra i due, che si sviluppa nel pieno e reciproco rispetto e che si intensifica in una perfetta sintonia sui vari aspetti della vita, aumenta di giorno in giorno.

L’attrazione che Mario prova per questa persona, poco a poco diventa un vero e proprio affetto tra un vecchio signore e una signora intellettualmente molto creativa e piacevole. È difficile descrivere lo stato d’animo di Mario e l’apprezzamento che egli sente per lei. Alle volte assistono assieme a spettacoli artistici e musicali, che spesso le ispirano poesie che ne colgono l’aspetto saliente.

LA FINE DI UNA BELLA AMICIZIA

All’improvviso, accade un fatto che cambia tutto.

Una notte, la signora si sveglia e, impotente a reagire, sente la necessità di scrivere fatti indipendentemente dalla sua volontà, ma da un qualcosa di misterioso che le detta una parola dopo l’altra. Ne esce un lungo racconto rivolto direttamente all’Altissimo al quale lei chiede il perché di tutte le sue sciagure e, per farlo, le descrive una ad una nei più piccoli particolari e con incredibile precisione. Ne risulta un pezzo straordinario, bellissimo, ma di una tragicità grave ma che alla fine ed incredibilmente incanta con vera dolcezza perchè dopo aver dettagliato tanta tragedia lei passa improvvisamente ad un soffio intenso di bellissima vita poetica su cui trionfa la descrizione romantica del suo bambino mai nato che lei ammira su altissimo in un cielo mentre dondola su una altalena spinta dal nonno tanto amato mentre una sorella defunta da poco sta assistendo lì di fianco. Manda a Mario quella splendida poesia e gli spiega la circostanza che l’ha indotta a farlo cioè un impegno più forte di lei a scrivere. Mario rimane sconvolto dalla bellezza e al tempo stesso dall’efferatezza della descrizione che contrasta vivamente con il dolcissimo breve finale. L’impressione che il racconto ha provocato, prima di tutto a chi lo ha scritto, e alle pochissime persone che lo leggono, è grande. Mario rimane stordito e non sa come reagire. Improvvisa qualche commento, forse inopportuno, e le consiglia di tenerlo riservato, per sé sola , almeno per il momento.

Inaspettatamente l’amica reagisce male e gli spiega che in lei sta montando un odio profondo contro l’ingiusto comportamento di tutte persone che, non toccate da tragedie come le sue, dissipano le meraviglie ricevute, i famosi talenti del vangelo, in una vita spensierata e senza impiegare le loro possibilità per far il bene ai bisognosi, per esempio con il volontariato.

Ad un certo punto accusa anche Mario di essere uno di loro. Gli imputa di aver goduto di una bella famiglia e di un buon lavoro, di un impegno lavorativo procuratogli solo dalla fortuna, da tanta fortuna immeritata e che ha dato a lui tanta soddisfazione e l’opportunità di godersi i buoni risultati. Lo accusa infine di essere nient’altro che un edonista che è sempre vissuto nel benessere, senza condividere nulla con gli altri. Come ben noto, edonista a é colui che dedica tutta la sua vita alla ricerca del piacere. Quindi niente lavoro, solo donne, gioco d’azzardo droga, fumo ecc. Da queste parole gratuite e del tutto infondate, Mario si sente toccato sul vivo. Sa di aver donato al lavoro tutto se stesso, di essersi impegnato con tutta l’anima per dare il meglio di sé, sà di aver accettato responsabilità ben maggiori di quanto fosse il suo dovere e sa di aver contribuito notevolmente al progresso della tecnica in generale ed a quello della società per cui lavorava, fino a sacrificare anche la famiglia. Come risultato finale della sua vita egli pensa di avere dato all’intera società il massimo contributo che ogni persona ha il dovere di apportare onde garantire tutti assieme una migliore vita , più serena e più giusta.

In realtà l’amica si presta da anni ad opere caritatevoli e di volontariato a favore dei più sfortunati e misura la generosità delle altre persone esclusivamente con questo suo parametro. Emerge una profonda avversione per tutti quelli che non si prestano a favore dei poveri come fa lei : è quasi un odio, celato e sopito da decenni, cioè dal momento in cui tragedia l’ha folgorata, giovanissima.

Sopra a tutte le considerazioni fatte e a quelle trascurate, sarà il caso di segnalare il grande amore, la devozione e l’ammirazione che lei nutriva per il suo papà, soprattutto per la sua immensa bontà della quale approfittarono parenti, amici e conoscenti senza mai, mai, un segno di gratitudine. Le ripetute richieste, che egli nella sua grande bontà non sapeva respingere, gli provocarono un malessere che accumulava dentro di sé e che riusciva a malapena a soffocare, finché ritenne che esistesse un solo modo per uscirne: quello estremo.

Fu lei, bambina, a scoprirlo. Nella soffitta di casa, appeso con quella stessa corda che lei usava per saltare. Tutto questo continua a pesare nel cuore e nella mente dell’amica. Non la lascia mai: è un dolore che negli anni si è tramutato in odio verso quella mentalità che ha avuto il coraggio di approfittare di suo padre, di cui era la prediletta, fino ad indurlo ………..

Sente ancora lo strazio del vuoto lasciato dall’amata persona che le ha profuso a piene mani la passione per la natura, la cultura, lo spettacolo e il teatro, per l’arte, la musica e la poesia in particolare. Tutto questo cozzava dolorosamente con il ricordo del suo papà e di quello che aveva sofferto.

Nella circostanza, Mario scopre che lei non ammette il perdono, anzi lo ritiene un atto di viltà: far del male ben sapendo che poi vi si può rimediare con dele scuse. Invece i torti avuti li si possono anche perdonare però il male ricevuto no : quello rimane sempre nella memoria dove forma un nutrito archivio di tutto ciò che si é subito. In sostanza tutto questo significa non aver affatto perdonato. Il perdono quello vero e che dona felicità è quello che cancella la cosa nella sua totalità.

Inoltre, come già ricordato, in lei cova una specie di odio represso per tutte le persone fortunate che non aiutano i poveri. E, per non rinunciare a farsi ancora un po’ di male, nutre un odio vivissimo per quel progresso che, secondo lei, è servito solo a far diventare i ricchi più ricchi, senza preoccuparsi di aiutare i nuovi poveri e i disgraziati di sempre.

Quando Mario timidamente si dichiara non completamente d’accordo, l’amica lo sbatte immediatamente nella schiera delle persone che odia e che hanno contribuito alla rovina dell’ambiente da loro stessi sfruttato per il proprio esclusivo interesse, e che nulla hanno mai condiviso con i sofferenti.

Lo sconvolgimento dei rapporti ha costituito per Mario una dolorosa offesa grave e immeritata, ricevuta da una persona che, nonostante tutto, considera una sua grande amica alla quale continua ad essere profondamente affezionato.

Per lui, quell’amica è una persona ferita irrimediabilmente in un delicato momento della sua formazione. Lei è stata colpita gravemente ed allora ha scelto di rimanere legata agli effetti di quel trauma ed ora si trova in rotta di collisione con tutti : parenti, amici, persino con i fratelli e addirittura con il marito. Egli vorrebbe spiegarle che perdonare sarebbe un atto liberatorio anche per lei perché, perdonando, proverebbe un senso di sollievo che la libererebbe dal peso che la opprime.

Invece é lei a imporre a Mario di scomparire dalla sua vita, perché lei “ha bisogno di amici veri, mentre di quelli falsi come Mario è tutta contenta solo quando riesce a liberarsene”.

Mario accetta l’assurda volontà e, molto dispiaciuto, si adegua.

Ma, dopo qualche settimana, accade un fatto nuovo. Viene a sapere che tutti i componenti della famiglia dell’amica si sono ammalati di covid . Di fronte a questo grave evento, dimentica tutto e sente la necessità di informarsi, principalmente sullo stato del marito, il solo ricoverato all’ospedale.

Non l’avesse mai fatto: riceve una serie di improperi perché “continua a interferire nella sua vita, nonostante l’assoluto divieto”.

Mario s’impone il rispetto di questa stravagante realtà perché le vuole tanto bene. L’accontenta con grande fatica e immenso dolore, perché lui l’ha capita ed ha colto in pieno il fascino della sua anima, anche se ferita. Vorrebbe con tutto il cuore esserle accanto per sostenerla, confortarla e inondarla del suo amore come solo un innamorato sente il bisogno di esprimere.

IL VERO AMORE

La conclusione del racconto è un fatto clamoroso. Mario, nonostante tutto, sente di voler sempre più bene all’amica che si trova in uno stato di depressione tale da aver bisogno dell’aiuto di tutti. “principalmente” del suo. Egli le vuole tanto bene anche se, proprio da lei , ha ricevuto la più grande offesa che egli stesso potesse immaginare e cioè quella di essere stato giudicato un edonista che ha passato tutta la sua vita nei piaceri, anche in quelli più torbidi.

Passano un paio di mesi, il covid fortunatamente cessa la sua virulenza e la famiglia torna alla normalità Mario non dovrebbe nemeno pensare mai più all’amica, invece continua a farlo e lo farà per sempre, nonostante gli sanguini il cuore.

Ma alla fine Mario si ritiene contento.

Ha finalmente provato l’amore, quello vero, quello che ha tanto teorizzato e che per tutta la vita è sempre stato convinto fosse solo un’invenzione dei grandi romanzieri e degli sceneggiatori dei film.

Nella sua mente l’amica é la donna ideale, la persona che racchiude quanto di meglio esista al mondo per bontá di cuore, generosità, passione per la vita, per la cognizione di tutto lo scibile umano di qualità adeguata alla sua persona , per l’aiuto del prossimo soprattutto quello più bisognoso. Detto in un solo concetto Mario ha riconosciuto l’unico essere che egli poteva, doveva amare perdutamente. La sua amica era il colmo della bellezza in tutto e per tutto ed egli, com’era desiderio di lei , ha rinunciato per sempre a questa immensa bellezza nel senso definitivo che tra loro due non ci sarà nessun contatto epistolare, telefonico, whatsapp o altro simile. Il tutto, per Mario, costituisce un gesto importante : la rinuncia, come richiesto da lei, di tutto quello che gli rimane per i pochi anni da vivere. Al tempo stesso non cesserà mai di amarla e conserverà esclusivamente per sé stesso quel grande amore che aveva tanto sognato in gioventù e che sente riempirlo di una gioia continua.

FINE DEL RACCONTO