INTRODUZIONE
E’ a tutti ben nota la pericolosità della strada ai tempi attuali. Gli elementi che compongono la sua estrema gravità sono molti e vanno dallo stato di inefficienza del nastro stradale nei confronti di un’intensità di traffico eccessiva e spesso composta sia da mezzi mastodontici e pericolosissimi per la loro mole che incute terrore solo al vederli sfrecciare a forti velocità e sia formata da automobili che scorrazzano incuranti dei limiti imposti dai segnali stradali e spesso indisciplinati ed al di fuori di ogni buon senso.
Quello che tutti i guidatori di automezzi escludono a priori è la fatalità che il protagonista di uno dei numerosi incidenti, possa essere sé stesso. Il conducente è convinto che sia praticamente impossibile che egli medesimo possa rientrare tra di loro.
Soprattutto quello che è difficile immaginatore sono i rischi reali che corre il guidatore cui si fa riferimento specifico in questo racconto
Per rendere una pallida idea di quello che può accadere ci si limita qui a descrivere un fatto che può succedere facilmente e cioè il toccare una cosa con l’automobile o peggio una persona e farlo del tutto inavvertitamente. In questo sfortunatissimo caso un solo tocco che sembrerebbe del tutto trascurabile e privo di conseguenze percepibili, vista la sua natura veramente di modesto rango, può invece far incappare il malcapitato conducente di automobile in una denuncia per investimento accompagnato da mancato soccorso , quest’ultimo potendo benissimo essere classificato come reato di fuga.
Nel caso indicato è opportuno descrivere in dettaglio ciò che la legge prevede.
LE DISPOSIZIONI DI LEGGE
Il mancato soccorso consiste in illecito penale di cui all’art. 189, comma 6, cod. strada il quale, testualmente, è un reato omissivo di pericolo il cui elemento materiale consiste nell’allontanarsi dell’agente dal luogo dell’investimento così da impedire o comunque, ostacolare l’accertamento della propria identità personale, l’individuazione del veicolo investitore e la ricostruzione delle modalità dell’incidente rilevandosi al contempo che integra il reato di cui all’art. 189, comma 1 e 6, cod. strada (cosiddetto reato di “fuga“) la condotta di colui che – in occasione di un incidente ricollegabile al suo comportamento da cui sia derivato un danno alle persone – effettui sul luogo del sinistro una sosta momentanea senza consentire la propria identificazione, né quella del veicolo, posto che il dovere di fermarsi sul luogo dell’incidente deve durare per tutto il tempo necessario all’espletamento delle prime indagini rivolte ai fini dell’identificazione del conducente stesso e del veicolo condotto perché, ove si ritenesse che la durata della prescritta fermata possa essere anche talmente breve da non consentire né l’identificazione del conducente, né quella del veicolo, né lo svolgimento di un qualsiasi accertamento sulle modalità dell’incidente e sulle responsabilità nella causazione del medesimo, la norma stessa sarebbe priva di ratio e di una qualsiasi utilità pratica (Sez. 4, n. 9128 del 02/02/2012).
Questa introduzione termina con una ulteriore possibilità che si potrebbe definire assurdità e che è quella, del tutto incredibile, di venire accusato dell’incidente di cui si è detto senza esserne veramente il responsabile ma soltanto un estraneo totale rappresentandone, nella realtà, soltanto il bersaglio scelto da un diffamatore dedito alle malversazioni per ricavarne denaro del tutto illecitamente.
Si dichiarerà, non certo con inganno, che è proprio questo il caso qui raccontato.
IL FATTO
Antonio è una persona con un carattere dolce che non farebbe male ad un mosca. Il suo comportamento di vita è improntato su fondamenti sanissimi come la semplicità, , la modestia, una rettitudine encomiabile ed anche una riservatezza ed una grande timidezza.
Far del male ad una persona come quella descritta significa colpirla profondamente e provocare in lui sentimenti il primo dei quali , cioè quello immediato, è l’attribuire a sè stesso la colpa dell’accaduto. In altri termini Antonio direbbe subito: “ma se è accaduto questo senza dubbio sono stato io a commettere qualcosa di sbagliato”.
In secondo sentimento é il farsi prendere da uno scoramento totale, di abbattersi moralmente ed in maniera grave.
Figuriamo che cosa succede ad Antonio io quando riceve una raccomandata con ricevuta di ritorno con il seguente tenore.
Egr. Sig. Antonio .
“Con la presente le comunico che, avendo subito da lei quando era alla guida della sua vettura, un forte urto al braccio sinistro, ne ho avuto rilevanti danni dei quali vorrei poter discutere con lei. Sono in mio possesso le prove costituite da una foto del suo passaggio in macchina e del referto dell’ospedale dove sono stato ricoverato e curato.
Le faccio presente che il fatto da lei commesso oltre all’incidente comprende anche il mancato soccorso non essendosi lei nemmeno fermato per vedere come stavo ed eventualmente per soccorrermi nel modo più opportuno..
La invito quindi a fissarmi un appuntamento per discutere della cosa.”
lo sconcerto di Antonio provocato da quella raccomandata lo ha fatto provvedere con la massima fretta all’incontro richiesto.
Il mittente della lettera si è presentato con il braccio sinistro ingessato perché, a seguito dell’urto ricevuto esattamente alle ore 10 del mattino del giorno xxxxx, è caduto a terra rompendosi un osso del braccio. Egli fa presente ad Antonio la grave mancanza riguardante il mancato soccorso che costituirebbe addirittura un reato da sottoporre al tribunale penale con possibile condanna che esula dal processo civile per il quale egli chiede il ristoro pecuniario allo scopo di evitare ambedue i ricorsi alla giustizia di cui si è detto. Egli forniva, oltre ai documenti dell’ospedale che hanno effettuato ricovero e l’ingessatura del braccio, una fotografia da lui stesso scattata in tutta fretta al momento dell’incidente col telefonino. Nella foto si intravedono in primo piano delle strisce pedonali sulle quali egli dichiara essere stato investito, e poco più avanti l’automobile di Antonio ed anche un’immagine non molto nitida dello stesso Antonio che guida la vettura ed ovviamente visto da retro. Risulta chiara la richiesta dell’investito di concludere privatamente e cioè senza alcun riferimento ufficiale a polizia, tribunali ecc. allo scopo di una definizione immediata da chiudere con il versamento di una certa somma a suo favore.
A questo punto Antonio comunica che non gli risulta assolutamente di aver investito nessuno e quindi nega, per il momento, di concordare all’istante cifre di denaro per tacitare ogni azione giudiziaria.
Chiede di poter avere copia dei documenti per decidere assieme ai suoi famigliari. Le copie gli vengono affidate all’istante.
IL RITORNO A CASA
Difficile descrivere lo stato d’animo di Antonio al momento del percorso di ritorno a casa. La sua coscienza gli rimordeva e lo riempiva di scrupoli per il dispiacere di aver rotto inavvertitamente il braccio ad una persona e soprattutto di non aver prestato alcun soccorso. Continuava a chiedersi : “ma come ho fatto a non accorgermi? C’era una foto che documentava che egli era effettivamente passato per quella strada con la propria automobile, quindi cadevano tutti i suoi dubbi di non essere lui ad aver investito ed adesso cosa gli sarebbe accaduto? Forse una condanna penale, con tutte le conseguenze che questo comportava per il suo lavoro e per i suoi rapporti civili con tutta la comunità dal fatto di essere condannato? Ed a seguire cosa sarebbe derivato da una causa civile? Un notevole indennità da versare per risarcire i danni? Quante spese di avvocati e di processo? Ma a questo punto non era meglio sanare subito con il versamento brevi manu della somma richiesta? Tutto ciò lo avrebbe salvato dal dover sottoporsi ai processi!. D’altro canto era sicuro che il ferito una volta ricevuti quei soldi sarebbe rimasto contento oppure avrebbe continuato a ricattarlo con continue richieste di di denaro? D’altra parte anche la sottoscrizione di un documento comprovante l’accordo stipulato era senza valore visto che si trattava di questioni legali non suscettibili di accordi privati. Ma gli effetti dei processi penale e civile erano veramente duri da affrontare?”
Giunto a casa Antonio racconta il fatto a moglie e figli mostrando i documenti e soprattutto la foto che ritrae l’automobile sulla quale dominano in primo piano le strisce pedonali sulle quali sarebbe avvenuto l’investimento e più avanti il retro della sua automobile con visibili sia la targa e sia il retro della testa di Antonio.
Antonio è terrorizzato dal dubbio di aver effettivamente investito qualcuno senza accorgersene e soprattutto dal pericolo che gli sia imputato non solo l’urto che ha causato la rottura del braccio ma soprattutto il mancato soccorso dal quale potrebbero derivare problemi perfino di natura penale. In seguito a questa paura Antonio si dichiara addirittura disposto a pagare quanto richiesto dall’investito.
Nonostante il parere contrario dei suoi famigliari Antonio si incontra ancora con il ferito per sentire l’ammontare della cifra in denaro richiesta per finire sul nascere ogni problema, fermamente convito che si tratti di un importo tanto elevato da non poter essere affrontato dalle sue modeste possibilità economiche Al contrario l’investito imposta un lungo discorso sulla propria modestia che gli fa essere ragionevole nel richiedere pochi soldi onde facilitare quella che egli pensa essere la cosa migliore da fare e cioè chiudere l’argomento quanto prima. L’animo mansueto di Antonio rimane favorevolmente colpito dal racconto patetico che ha sentito e torna a casa con la convinzione di raccattare subito quei pochi soldi sicuro che con una cifra , tutto sommato modesta vista l’entità del danno e soprattutto la possibilità di dover rispondere anche del mancato soccorso, proprio per la piccola richiesta di quella persona che agli occhi di Antonio appare come un generoso galantuomo.
A questo punto gli astanti moglie e figlio reagiscono energicamente in quanto vedono gli ultimi avvenimenti proprio in modo nettamente opposto rispetto a quello di Antonio. Secondo loro l’ultimo comportamento del ferito dimostra che non c’è nulla di vero ma c’è soltanto l’urgenza , espressa dal ferito, di realizzare denaro, poco ma sicuro di fronte alla scarsità di prove vere dell’origine del danno nei confronti di Antonio. Moglie e figlio dichiarano alla fine che cose illegali come quella di dare denaro senza alcun documento ufficiale sulla entità e sulle modalità reali dell’incidente automobilistico non si devono fare nella maniera più assoluta. Occorre invece agire in altro modo ed accertare la verità essendo la verità l’unico elemento in grado di chiarire come stanno effettivamente i fatti. Per raggiungere questo risultato la cosa migliorare è dare incarico ad Artemisio, un investigatore che ha già risolto problemi ben più gravi.
ARTEMISIO
Così viene fatto ed Artemisio inizia la sua indagine.
Artemisio, presa visione dei documenti, riferisce che a suo avviso una persona che cade a terra e si rompe un braccio, non fa più in tempo di scattare la foto alla automobile in corsa per il semplice motivo che quest’ultima (che non si è affatto fermata per il soccorso) nel frattempo è così lontana da non essere più possibile fotografarla. Quindi .l’impressione immediata di Artemisio considera il fatto non congruente e quindi che sussista la possibilità di svelare la inesistenza del danno da parte di Antonio.
A questo punto Antonio comincia già a rasserenarsi
Poi l’investigatore chiede ad Antonio dove stava andando quel giorno con la sua automobile ed ottiene la precisazione che era stato a trovare dei parenti in una cittadina a circa 100 Km di distanza e precisandone il tracciato su una carta stradale il percorso fatto che comprendeva anche la via segnalata per l’ubicazione dell’incidente. Restava però da verificare se se alle ore 10 del giorno xxx veramente Antonio transitava in quella strada ed attraversava veramente quelle strisce pedonali che comparivano sulla foto. Allo scopo Artemisio esaminò attentamente la foto e vide che nella corsia opposta a quella dove risultava transitare l’auto dl Antonio in quel momento, c’era un autobus in corsa del quale nella foto medesima, era possibile rilevare il nome della società automobilistica di appartenenza e la città di destinazione del l’autobus. E’ stato facile per l’investigatore richiedere alla società citata tutte le informazioni del caso relative a quell’autobus e venire a sapere che esso costituiva la corsa diretta in senso opposto rispetto al percorso di Antonio e che faceva parte del trasporto pubblico della lunghezza di circa 200 Km che l’autobus effettuava due volte al giorno una di mattina ed una di pomeriggio. L’immagine ritratta nella foto era il viaggio di ritorno effettuato nel pomeriggio. Quella fotografata dimostrava senza possibilità di errore che al momento della foto dovevano circa essere le 17 del pomeriggio.
Questa informazione rivestiva una grande importanza nel dirimere la questione perché testimoniava che lo scatto di quella fotografia, come del resto aveva già presunto Artemisio, non era pertinente con l’incidente essendo stata scattata sicuramente di pomeriggio mentre l’incidente sarebbe a accaduto la mattina alle 10.
Per confermare questa tesi Artemisio si recò sul posto e scattò due fotografie della zona comprendendovi il passaggio pedonale : l’una di esse al mattino alle 10 l’altra al pomeriggio alle 17. Osservando le ombre portate dal sole che apparivano nelle due foto si riscontrava la conferma che la foto facente parte della denuncia ad Antonio dell’incidente non era affatto stata scattata alla mattina alle 10 per due motivi: per la presenza dell’autobus facente parte della linea pomeridiana e per la luce della foto completamente diversa da quella delle 10 del mattino che si poteva rilevare nell’altra foto di Afrodisio.
. La foto prodotta era quindi un falso.
Infine Artemisio ritrova l’indirizzo di residenza dell’investito e si reca al paese per sentirne informazioni soprattutto di comportamento. E’ bastato andare nella osteria principale del paese per sentire che si tratta di una persona che vive di espedienti e che la rottura del braccio era stata provocata dalla caduta sulle scale di casa.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
Risulta facile per Artemisio ricostruire i fatti.
A seguito della rottura del braccio, causa caduta dalla scala di casa, quella persona si reca all’ospedale dove, alle 10 del mattino, viene ingessato. Egli Pensa per tutta la mattinata come fare per ricuperare del denaro anche da quella rottura accidentale. Al pomeriggio con la sua auto cerca una strada che possa prestarsi bene ad un astuto imbroglio. Scelta una via di gran traffico ben dritta e con strisce pedonali nitidamente tracciate sulla pavimentazione stradale, fotografa il passaggio di tante macchine riservandosi di scegliere in seguito quella che si prestava in modo migliore e e, dopo aver scartato altre soluzioni, alla fine decide di utilizzare, del tutto casualmente, quella dell’auto di Antonio. Poi, usando il numero di targa è risalito al nome e indirizzo di Antonio onde potergli spedire la lettera. Il resto è noto tutto ad eccezione del finale che è il seguente.
FINALE
Artemisio risponde alla raccomandata ricevuta da Antonio, specificando la sua veste di investigatore incaricato di accertare i fatti e spiegando che in realtà il braccio era stato rotto sulle scale di casa, non per investimento della vettura di Antonio. Il ferito stesso aveva poi scattato addirittura una serie di fotografie per scegliere quella più adatta cioè quella di Antonio. L’investigatore allega alla sua raccomandata una copia delle della raccomandata del tutto fasulla inviata ad Antonio e l’orario della corsa della corriera che figura nella foto spiegando che nella foto incriminata figurava l’autobus accanto ad Antonio nella sua corsa pomeridiana dalla città AAAA a quella BBBB avvenuto al pomeriggio
Allega anche un’altra foto cioè quella scattata dall’investigatore stesso alle 10 del mattino e che dimostra come la prima foto era fasulla in quanto discordante con i fatti. Quello descritto è un incidente totalmente inventato che è realmente successo alle 10 del mattino, la fotografia dichiarata come relativa al passaggio del veicolo che ha effettivamente provocato la ferita è assolutamente falsa perché scattata invece al pomeriggio, dato confermato anche dalle ombre della seconda fotografia.
Constatata la successione dei fatti Artemisio comunica ad Antonio di procedere ad una denuncia per tentata frode con richiesta di rimborso dei danni causati che comprendono le spese per l’incarico e la esecuzione di indagini da parte di un investigatore privato, ed i gravi danni morali subiti da Antonio in quanto accusato falsamente di un investimento.
La vicenda viene alla fine composta bonariamente con il pagamento da parte del falso investito della parcella di Artemisio ed anche della somma chiesta per il risarcimento danni ad Antonio.
La conclusione del racconto consiste nell’allungamento della lista dei possibili incidenti automobilistici citati nella parte iniziale di questo racconto ed a cui deve essere aggiunto un investimento inverosimile perché completamente falso come quello raccontato.
Alla sera, a letto quando i cuori di Franco e Maria viaggiano all’unisono. Maria dolcemente rivolse una preghiera a Franco: “vedi Franco tu sei una persona d’oro che io amo profondamente. Però quello che ci è accaduto dovrebbe servirti di lezione! Quando un avvenimento pesante o meglio pesantissimo precipita sulle nostre spalle. dovresti aspettare un pò a rattristarti, a preoccuparti e cioè aspettare il seguito della prima impressione. Pensa che in questo caso il delinquente che voleva raggirarti ha usato tutte le sue armi per spaventarti, per indurti a cedere e dargli del denaro senza alcuna motivazione. Pensa che era arrivato al punto di accusarti di di un reato grave come quello della omissione di soccorso ad un ferito che non esisteva affatto lì sulla strada dove passavi con la tua vettura. Quindi ti prego aspetta ad attristarti, attendi il seguito che, come vedi, può essere tutto dalla tua parte. Franco: ” ti sono grato, molto grato e felice di avere te, per sempre, al mio fianco, riconoscente”