OLIVERSO – LA CITTÀ VIRTUALE IN UN RACCONTO IMMAGINARIO

INTRODUZIONE

Un racconto totalmente immaginario anche se alcuni spunti sono presi dalla verità e trasportati nel testo dopo averli convenientemente integrati nella materia assai complessa che costituisce la base vera del racconto : il metaverso.

IL PROTAGONISTA DEL RACCONTO

L’omonimo Marcello è un tecnico geometra che ha lavorato per molti anni nella filiale veneziana di una importante società Parigina specializzata nella progettazione, costruzione e gestione di acquedotti.
La società, tra le sue opere più importanti annovera anche quelle per il rifornimento di acqua potabile cella città di Venezia che fino ad allora aveva solo i pozzi siti nei campi principali e alimentati con l’acqua che pioveva sui piazzali stessi e sui tetti delle case che attorniavano i campi cioè le piazze. Ogni pozzo presentava in centro al campo una “vera da pozzo ” autentici capolavori scolpiti in pietra viva che servivano per attingere l’acqua.
La particolarità di tale insieme, svolto in un agglomerato di palazzi del tutto singolare come Venezia, ha dovuto vincere le notevoli difficoltà di città lagunare dotata esclusivamente di vie d’acqua. L’eccezionalità dell’acquedotto, costruito dalla Società francese addirittura negli ultimi anni del diciottesimo secolo, merita un accenno anche se non direttamente pertinente con il racconto per le sue particolarità che sicuramente possono incuriosire il lettore. Quella che viene descritta, e che è la situazione quale è stata tale fino al 1 gennaio 1973 quando il Comune di Venezia ha assunto direttamente la reale gestione del rifornimento idropotabile, apportandovi poi quelle variazioni che I nuovi tempi hanno richiesto e che non interessano il racconto. La genialità dell’opera acquedottistica originale è stata quella di utilizzare una falda artesiana situata a circa una quarantina chilometri di distanza ed in grado di far risalire naturalmente una portata pari a ben un metro cubo al secondo di ottima acqua potabile fino al suolo a sua volta posto ad una quota di circa 25 metri più alta di quella di Venezia, cioè del punto finale di arrivo dell’acqua, L’utilizzazione di tale dislivello ha consentito che la notevole portata d’acqua potesse arrivare fino a Venezia in origine senza bisogno di alcun sollevamento meccanico e quindi per gravità naturale mentre negli anni seguenti si è dovuto intervenire con stazioni di pompaggio.
Marcello, il tecnico protagonista del racconto, quando iniziò a far parte dei dipendenti della società, era totalmente all’oscuro della tecnica acquedottistica ma essendosi subito appassionato della materia ed avendo trovato un ambiente atto a metterlo a parte dei buoni principi di idrica, ne approfittò fin dall’inizio assumendo a lungo andare un posto di responsabilità nella progettazione, costruzione e gestione degli acquedotti cui continuò a dedicarsi con passione fino all’età di pensionamento. È da aggiungere che le modalità di svolgimento del suo lavoro hanno seguito attraverso gli anni non solo l’evolversi della parte pratica dell’acquedottistica ma anche di quella teorica la quale, soprattutto con il diffondersi dell’informatica, ha consentito di fare passi da gigante che il protagonista ha seguito costantemente facendone un sempre tesoro.
Una volta a riposo decise di non tralasciare la la grande esperienza fatta ma invece di perseverare prima di tutto descrivendo tutta la sua conoscenza in un manuale intitolato “ACQUEDOTTI – REALTÀ E FUTURO” dato alle stampe e reperibile anche oggi in commercio ed inoltre effettuando consulenze ed articoli su qualificate riviste tecniche.

ARRIVA METAVERSO

Con tale modo di progredire in esperienza, Marcello è arrivato al momento della nascita di quello straordinario sistema di organizzazione mondiale chiamato metaverso che interessa particolarmente questo racconto.
Marcello, non appena resosi conto che, grazie al rivoluzionario sistema, avrebbe potuto soddisfare la sua esigenza di diffondere ovunque l’esperienza e le numerose innovazioni da lui stesso messe in atto in alcuni acquedotti italiani con ottimi risultati, si è affrettato ad acquistare uno spazio virtuale cioè un locale al piano terra e fronte strada di un palazzo per uffici naturalmente virtuale e dove iniziare a operare con i nuovi sistemi. Prima di tutto ha arredato il suo locale con scrivania e fotografie appese ai muri e che raffiguravano alcune delle opere effettivamente realizzate ed inoltre dei grafici dei concetti di base di alcune sue innovazioni di acquedottistica. Il nuovo sistema prevedeva anche la presenza in ufficio di un avatar cioè di un suo rappresentante virtuale in grado di dare delle risposte di base ad eventuali clienti. Nel caso il cliente avanzasse delle richieste alle quali lo stesso sostituto non era in grado di rispondere adeguatamente egli svolgeva il compito di mettere in contatto diretto il cliente con Marcello.

INIZIATIVA DI METAVERSO

Marcello essendo convinto che comunque che con metaverso avrebbe comunque faticato molto ad entrare direttamente nel merito di una materia così complessa come era l’acquedottistica nel suo insieme ed ha quindi deciso di limitare il campo di azione iniziale dedicandosi esclusivamente all’elemento essenziale di base e cioè al reperimento, che stava diventando sempre più difficoltoso, dell’acqua potabile in quantità e qualità atte a coprire i voluminosi fabbisogni delle popolazioni, ripromettendosi di ampliare successivamente la materia in funzione del risultato che mediante l’innovativa attività si sarebbe in realtà ottenuto.
La modalità comunemente attuata fino ad oggi per risolvere l’annoso problema del reperimento d’acqua é quella di ricorrere immediatamente ed esclusivamente alle tante offerte della natura di ottima acqua tramite sorgenti, falde sotterranee, corsi d’acqua superficiali, di acqua piovana ecc. ecc, cui aggiungere le varie modalità di reperimento più complesso quali sono ad esempio la desalinizzazione delle acque marine, l’utilizzazione a scopo potabile delle acque di scarico degli i impianti di depurazione fognaria e d’altre svariaste possibilità similari.
È senza dubbio sufficiente questa breve disamina per rendersi conto che il solo settore produzione dell’acqua ha un’ampiezza con cui riempire interi testi di acquedottistica mentre in questo racconto ci si limita ad una parte molto piccola ed alla quale non si usa dare l’importanza che le sarebbe invece dovuta.

OGGETTO PRECIPUO DELLA ATTIVITA’ INIZIALE DI METAVERSO

Fatta la premessa sarà molto interessante lo scoprire che tutti gli avvenimenti qui raccontati sono ancora più contenuti di quanto si possa immaginare essendo di proposito limitati all’operazione chiamata in linguaggio tecnico “compensazione delle portate giornaliere di un acquedotto” e che nella pratica riguarda soltanto il funzionamento del serbatoio giornaliero di un generico acquedotto.
La ragione di questa scelta è data dal fatto che quando si parla di quel fenomeno detto teoricamente “compensazione delle portate giornaliere degli acquedotti” lo si considera semplicemente un fatto naturale quale è la circostanza che i consumi di acqua potabile non sono affatto costanti in tutte le 24 ore della giornata tipo poiché essi invece sono scarsissimi durante la notte per aumentare notevolmente dall’alba al tramonto delle giornate , arrivando a presentare dei momenti di rilevante consumo nelle ore che statisticamente si aggirano dalle ore 8 alle 10 del mattino e dalle 17 alle 20 della sera. Questo grande divario obbligherebbe a costruire acquedotti dimensionati in funzione dei consumi massimi come si fa sempre quando si deve soddisfare una necessità non costante. Sarebbe quindi logico immaginare che l’acquedotto fosse in grado di produrre e distribuire la portata dell’ora di punta poiché nessun problema si verificherebbe in tutte le altre ore della giornata. Il ragionamento sarebbe simile a quello di un fornaio che in tutte le giornate dell’anno deve di primo mattino produrre un quantitativo di pane pari al massimo che potrà richiedere la clientela nella giornata tipo non essendo possibile che il pane finisca presto ed in certe giornate particolari molta gente restasse senza pane. Di contro il fornaio in molti altri giorni ha una forte rimanenza di pane vecchio diventato inutilizzabile. Ma esiste una grande differenza tra panificio ed acquedotto in quanto l’acqua potabile a differenza del pane, può essere accumulata nei serbatoi durante la notte quando i consumi sono minimi per trovar modo il giorno dopo di coprire la punta di consumo proprio usufruendo del volume idrico accumulato prima. Detto in questi termini il problema sarebbe facilmente superato essendo tutti gli acquedotti muniti di serbatoi giornalieri che si riempiono totalmente durante la notte e subentrano il giorno dopo a risolvere i problemi. Come minimo quella descritta é la risoluzione ritenuta ottimale sic et simpliciter nella teoria acquedottistica ufficiale. La realtà è invece un’altra poiché ha luogo una fatto totalmente diverso, poiché si riscontra che l’ottimale funzionamento prima indicato ha luogo soltanto nei giorni di massimo consumo, giorni che, particolarità questa molto importante, hanno la caratteristica di essere, durante un’intera annata, in numero limitatissimo. Nello stragrande numero dei giorni di basso consumo, accade invece un fenomeno poco considerato ma molto dannoso ed in base al quale la esuberante portata delle fonti rispetto a detti bassi consumi occasionali, mantiene sempre pieni o quasi pieni cioè inattivi i serbatoi giornalieri per cui viene a mancare quasi totalmente la funzione di compensazione delle portate giornaliere di cui si è detto. Ne consegue che le fonti sono soggette, per la maggior parte dell’anno , ad un funzionamento anomalo e fortemente dannoso consistente nell’obbligo di produrre in continuità acqua per portate variabili poiché viene appunto a mancare quella azione di compensazione supposta di pertinenza dei serbatoi.

Quello cui si dovrebbe considerare seriamente è il fatto che si sta descrivendo un dettaglio di funzionamento normale della stragrande maggioranza degli acquedotti dal quale nessuno pensa si possano ricavare vantaggi economici e soprattutto di risparmio notevole nel consumo di acqua potabile.

UNA GENIALE PROPOSTA

Il protagonista della nostra storia lo ha pienamente risolto ribaltando completamente la funzione del serbatoio conosciuta come “compensazione della portata delle 24 ore successive” facendola diventare “alimentazione regolata della rete nelle 24 ore successive”.
C’è un concetto di base che va rispettato : il serbatoio non può restare sempre pieno per giorni e giorni. Esso deve invece svuotarsi in tutte le ore diurne della giornata e riempirsi nella notte. Questo il ragionamento da fare.
Un serbatoio giornaliero dimensionato per compensare la portata del giorno di punta diventa sovrabbondante in tutti gli altri giorni, i quali, tra l’altro, costituiscono la stragrande maggioranza delle giornate annue. Ebbene è possibile sfruttare questa sovrabbondanza d’acqua l’intera annata tipo facendo in modo che il serbatoio, in pieno contrasto con la sua funzione attuale che sarebbe quella di intervenire solo nei giorni di punta e di restar pieno negli altri, sia obbligato in ogni caso ed in tutte le giornate, nessuna esclusa, ad immettere in rete nelle sole ore diurne, tutto il volume che a sua volta ha dovuto accumulare solo nelle ore notturne. Oltre a questo è da tener presente che questa maggior portata il serbatoio deve immetterla in rete con una determinante regola e cioè seguendo l’andamento statistico delle richieste dell’utenza. In altri termini il serbatoio di notte deve sempre riempirsi in modo da trovarsi inequivocabilmente al massimo livello alle ore 7 del mattino per poter cominciare a svuotarsi piano piano onde aumentare la portata in uscita ed in modo da arrivare alle ore 9, statisticamente l’ora di maggior consumo, ad una portata in uscita avente un maggior valore il quale deve poi proseguire inalterato fino alle 10 mentre più tardi deve mantenersi più moderato fino alle 18 dove ha inizio una nuova punta di consumo. Alle ore 23 il serbatoio finisce il suo apporto in rete e comincia a riempirsi.

Il fatto di obbligare il serbatoio ad immettere in rete ogni giorno proprio il volume corrispondente circa al maggior consumo della giornata ed immetterlo con una regola precisa, significa riportate il valore di portata prodotta a coincidere con il valore ricercato e cioè alla portata media consumata nel giorno in esame.

Ci si chiederà come fare per imporre al serbatoio in tutti i giorni un comportamento come quello descritto. La soluzione automatica della regolazione da imporre appare della massima semplicità. Infatti sarà sufficiente non agire per nulla sulle portate ma soltanto sui livelli che deve assumere l’acqua in serbatoio ogni giorno. La cosa non presenta problemi di sorta bastando che il programma dell’impianto di controllo generale ed automazione dell’intero acquedotto potesse aver pre-registrato il grafico delle altezze d’acqua da imporre al serbatoio stesso nelle ore di un’intera giornate dalle ore zero fino alle 24. Sarà poi il sistema a controllare, ad intervalli brevi, il livello reale del serbatoio imponendo alla apparecchiatura di immissione in serbatoio di maggiorare o diminuire la portata immessa in modo da garantire la esatta corrispondenza continuativa tra livelli reali e livelli riportati nel grafico, il tutto indipendentemente dalle portate consumate dall’utenza essendo da rispettare solo e soltanto il livello in serbatoio. L’andamento giornaliero del grafico sarà derivato da elementi reali di funzionamento provvedendo di volta in volta ad aggiornarlo fino a trovare una curva giornaliera che sia mediamente adatta in ognuna delle stagioni dell’anno.

E’ qui da precisare che la tipologia di regolazione del serbatoio giornaliero descritta è stata messa in pratica in diversi acquedotti italiani e per un decennio di funzionamento ha fornito delle indicazioni estremamente interessanti che dimostrano la grande utilità reale del metodo. In primo luogo si è constatato che la portata di produzione durante le 24 ore della giornata tipo era costantemente molto vicina a quella media giornaliera del giorno medesimo qualunque fosse il suo valore durante l’annata. In dettaglio sia in tempo estivo secco di grandi consumi dell’utenza e sia in quello invernale di scarso consumo giornaliero, il nuovo sistema ha giorno per giorno ha prodotto per tutte le 24 ore della giornata in esame, costantemente una portata fissa e di valore in litri al secondo prossima a quella media anche se variabile settimana per settimana. In altri termini la regolazione indicata ha risolto l’imponderabilità dei consumi futuri seguendo minuto per minuto la richiesta reale dell’utenza grazie alla sovrabbondante disponibilità d’acqua cui veniva fatto fronte nella notte successiva per il riempimento del serbatoio.
In secondo luogo la rete di distribuzione, essendo l’immissione d’acqua integrata dalla fornitura intelligente del serbatoio derivata dai criteri di sfruttamento descritti, richiedeva alla produzione durante le ore diurne una di portata leggermente inferiore a quella media nel mentre la notte la produzione stessa, in maniera conseguente, era impegnata a produrre una portata leggermente superiore a quella media. Tutto questo significava uno sfruttamento razionale delle fonti sia di falda artesiana sia se prodotte da impianto di potabilizzazione, e, in ogni caso, venendo favorita la produzione notturna ne risultava un importante beneficio dato dal minor costo notturno dell’energia elettrica, dalla continuità di portata dell’acqua da produrre ed infine dalla maggior disponibilità delle falde durante la notte quando diminuiscono i prelievi privati dalla stessa falda. In definitiva l’adozione effettiva del sistema proposto in queste righe ha dato buoni risultati sia nell’economia delle fonti sia nei costi i esercizio del servizio idrico. Trasformati in dati reali l’applicazione de metodo, chiamato di regolazione imposta del livello dei serbatoi, ha consentito una diminuzione nella spesa per corrente elettrica ed una riduzione di prelievo d’acqua dalle fonti pari a circa il 15 % in ambedue i valori.

UNA EFFETTIVA APPLICAZIONE DEL METODO

Da segnalare un avvenimento importante. Dopo qualche tempo ha preso contatto, sempre tramite metaverso, il tecnico di un grande acquedotto del Canadà interessato alla regolazione a livelli imposti. Dopo alcuni incontri verbali per spiegazioni del funzionamento, ha chiesto a quanto ammontava la spesa poiché immaginava che il progetto fosse coperto da brevetto esclusivo. Gli è stato precisato che lo scopo della sede di metaverso non era affatto di tipo economico ma solo tecnico in quanto teso soltanto a diffondere le buone soluzioni e pertanto non prevedeva nessuna spesa per gli utilizzatori semmai l’eventuale rimborso delle spese da sostenere in caso di necessità di sopralluoghi in posto.

OCCASIONI PREVEDIBILI

Si deve in fine racconto far rilevare che l’iniziativa metaverso, nel caso in questione, ha posto le basi per un’azione prevedibile di grande espansione migliorativa nel campo del rifornimento idropotabile di una grande mole di interventi essendo altrettanto grande la casistica propria del sistema attualmente in uso. Sarebbero molti gli esempi di grande importanza ma si vuole citare qui un elemento che costituisce la base di tutto il servizio idropotabile ed è quello della mancata conoscenza minuto per minuto del funzionamento idraulico dettagliato punto per punto della rete di distribuzione. In questo senso i grandi progressi fatti sino ad oggi, tutti basati su approssimazioni grossolane, forniscono risultati delle verifiche di funzionamento della rete tanto approssimativi da non poter in nessun acquedotto al mondo esser usati per la regolazione istantanea ed automatica del sistema con funzionamento a pressione di consegna regolata. Si potrà raggiungere quello scopo assieme a d altri utilissimi risultati quando gli attuali contatori privati di misura dell’acqua consumata utente per utente saranno sostituti da apparecchi in grado di rilevare e trasmettere in tempo reale valori istantanei di portata, pressione e qualità dell‘acqua che viene consegnata a casa dell’utente. Anche in questo frangente è da augurarsi sia ancora metaverso a renderlo realizzabile.