GLI UCCELLINI
L’accanimento dei giovani contro i poveri e graziosissimi uccellini non si limitava ad alcune bravate di caccia ma andava ben oltre a dimostrazione di una crudeltà che oggi non riesco a giustificare. Ai giovani piaceva molto tenere in casa degli uccellini che, per l’eterna necessità di economizzare nelle spese, venivano scelti tra quelli che abbondavano nelle nostre campagne e quindi abituati a vivere in piena libertà ma che noi, senza riflettere per nulla sul misfatto che stavamo compiendo, costringevamo entro anguste gabbie.
Due erano le modalità da seguire per entrarne in possesso.
Prima di tutto tenevamo d’occhio i nidi sugli alberi e, non appena finito il periodo di covata, insensibili al verso disperato della madre che ci svolazzava intorno per tutta la durata della truce operazione, li prelevavamo dal nido ancora implumi. Mi ricordo un episodio davvero drammatico occorsomi con una nidiata di splendidi cardellini che io avevo messo, appena nati, in una gabbia sistemata sulla finestra della soffitta di casa mia. All’interno avevo preparato il mio osservatorio dal quale potevo assistere, non visto, allo spettacolo della mamma che veniva a dar da mangiare ai piccoli i quali, non appena la sentivano arrivare, protendevano attraverso le sbarre della gabbia, i loro minuscoli becchi spalancati.
I miei amici mi avevano avvertito di stare attento e, non appena i piccoli avessero messo le piume, di ritirare la gabbia impedendo alla madre di avvicinare i figlioletti perchè questa, una volta resasi conto che essi, ultimata la crescita delle piume, non potevano spiccare il volo perchè prigionieri, avrebbe preferito vederli morti e quindi li avrebbe avvelenati. Pensando non fosse ancora finito lo svezzamento e non essendo pienamente convinto della veridicità di questa affermazione a mio parere inverosimile, ho tardato un pò ad intervenire confortato anche dal ripetersi in piena normalità dell’alimentazione dei piccoli che tenevo sempre sotto controllo. Invece una brutta mattina hanno trovato piena conferma le più pessimistiche previsioni e tutti quattro i cardellini giacevano morti nella gabbia, sicuramente per aver ingerito qualche sostanza velenosa che la madre aveva loro procurato.
Il fatto che un gesto così violento venisse messo in atto dalla loro mamma dimostra quanto grande fosse per quelle bestiole il valore di ciò che avevano irrimediabilmente perduto cioè della libertà e, di riflesso, quanto crudele fosse il nostro gesto che di tale dolorosa perdita era responsabile.
La seconda possibilità di entrare in possesso di uccelli era rappresentata dai “roccolo”. Al raccapriccio dell’episodio che ho appena raccontato bisogna qui aggiungere il ribrezzo per questa attività che era fondata su una vera ecatombe di uccelli.