INTRODUZIONE
Giuseppe, il protagonista della storia, è un venticinquenne figlio primogenito di una famiglia benestante e che frequenta l’università a spizzico e bocconi in quanto non sente nessuna passione per la preparazione, per svolgere una determinata professione. Egli risiede in città via da casa proprio per l’università nella quale però esegue solo qualche esame una volta tanto ma soprattutto passa le serate con amici e, molto spesso in meravigliosi viaggi intorno al mondo. Quando viene a colloquio con la sua famiglia non riesce a spiegare questa sua indifferenza per il passar degli anni senza concludere gli studi, senza formarsi una famiglia: in pratica passa il tempo senza concludere nulla di buono perché anche il suo reale modo di vivere spensierato e sereno, in realtà non lo soddisfa. In sostanza la sua è una vita priva di lati positivi e pur essendo una persona corretta e semplice riconosce da sé stesso la noia di una vita senza senso come quella che stà vivendo. Egli ha un amico con il quale si confida in tutti i suoi problemi anche perché Guido, questo suo amico, alla fin fine ne segue pedissequamente le orme avendo anch’egli gli stessi problemi.
UN ESEMPIO DA IMITARE
Un giorno discutendo con l’amico Guido egli ha un pensiero che lo soddisfa ripetutamente ed è la descrizione dell’ultima gita che hanno fatto recentemente. Ambedue ne sono rimasti molto soddisfatti non tanto per i bei posti visitati quando per la soddisfazione di essersi trovati in una bella compagnia di persone, prima sconosciute, ma che componevano nell’insieme un gruppo affiatato e nel quale tutti si trovavano moto bene.
Giuseppe allora provò con l’amico a capire il perché di questa armonia di questo bel periodo che hanno trascorso così felicemente. Dapprima non riuscivano a trovare il bandolo della matassa ma parlando arrivarono ad una conclusione.
L’organizzatore di quella gita, con cui hanno trascorso tutti i bei giorni, lo aveva spiegato: egli faceva parte di un’agenzia che organizzava viaggi, però durante gli anni di lavoro aveva capito che l’organizzazione dei viaggi non doveva solo mirare nella scelta dei posti da visitare e nei mezzi usati per farlo in maniera soddisfacente ma prima di tutto doveva preoccuparsi di curare la qualità dei partecipanti. Questo rappresentava veramente una novità: il fatto che si curassero i partecipanti ad una gita in maniera così ordinata era proprio quello che i due amici avevano notato cioè di aver fatto parte di una bell’assieme di persone con le quali si stava bene. La logica domanda che fece seguito riguardò il come l’organizzatore aveva fatto per raggiungere questo scopo sicuramente molto difficile da da realizzare . La prima risposta risultò quella di organizzare gite solo tra persone conosciute ma questo risultò assolutamente irrealizzabile in quanto l’agenzia aveva a che fare sempre con persone nuove ed ignote delle quali non poteva assolutamenmte assumere ufficialmente delle informazioni personali. Il risultato poteva essere raggiunto in un solo modo: spiegando in anteprima che si intendeva organizzare un assieme di persone che appartenessero il più possibile ad una categoria il più omogenea possibile e per far questo chiedevano ai partecipanti alcuni elementi come l’età, il titolo di studio conseguito, la professione. Ora imporre in anteprima che tutti i partecipanti dichiarassero questi dati personalissimi era assolutamente non fattibile per molti motivi pertanto restava un solo modo per venire al risultato. L’agenzia di sicuro non fissava la partecipazione a coloro che ne facevano domanda se non previa loro conoscenza personale ed infatti nella offerta di partecipazione ad un bella gita l’agenzia poneva come condizione di stipulare l’accordo non in via anonima tramite mail o altri sistemi di fissare le condizioni. Invece l’agenzia proponeva di farlo previa conoscenza e cioè dando modo al cliente di conoscere da viva voce le caratteristiche del viaggio . Al tempo stesso, una volta convocato nel suo ufficio ogni capogruppo dei partecipanti, in via indiretta e cioè senza porre domande precise ma soltanto parlando del più e del meno, riusciva a venire a conoscenza di quei dati di cui si è detto, ma, oltre a questo, coglieva l’occasione per descrivere a grandi linee il gruppo di persone che avrebbero composto la comitiva cui partecipare e quindi mettevano tutti preventivamente a conoscenza dando modo, se ritenuta la cosa non gradita, di rinunciare.
I due amici mentre discutevano compiacendosi di un modo tanto nuovo quanto gradito di organizzare viaggi, cominciarono a domandarsi se, una volta capito un aspetto così interessante non potessero essi stessi darsi da fare in questo campo che, tutto sommato, essi avevano sempre gradito: costituire un’agenzia di organizzazione di viaggi ed escursioni. Ambedue i giovani ne parlarono a casa e si sentirono appoggiati anche con un sostegno economico per abbandonare quegli studi nei quali non riuscivano a concludere poco per tentare una valida professione .
NASCITA E PROGRESSI DELLA NUOVA AGENZIA VIAGGI
Costituita in base alle vigenti leggi un’agenzia sulla carta ed in attesa di scegliere la città ed il luogo dove aprire l’ufficio, visto che le modalità di organizzazione dovevano basarsi sulla conoscenza individuale dei partecipanti, essi rifletterono a lungo prima di scegliere la città ed il posto preciso della stessa dove invitare i partecipanti impiegando il debito tempo non solo per questa scelta ma per la ideazione dettagliata del primo viaggio. Per andare sul sicuro essi immaginarono di ripetere quello degli ultimi viaggi del quale erano rimasti soddisfatti e provvidero a contattare tutte le ditte che svolgevano i vari compiti su cui si basava il viaggio stesso come ad esempio i mezzi di trasporto, gli alberghi, le guide locali ecc. ecc. Fatto quello che può essere definito il progetto dettagliato del primo viaggio da organizzare, affittarono un ufficio in posizione centrale di una cittadina ritenuta adatta allo scopo ed iniziarono via internet e via stampa a propagandare la loro proposta di viaggio. La novità (anche se in realtà non si trattava proprio di quello) consisteva nel fatto che essi proponevano di avere degli incontri individuali con i vari concorrenti allo scopo di spiegare bene le caratteristiche del viaggio e del trattamento proposto. Allo scopo essi avevano effettuato numerosi sopralluoghi per verificare la qualità degli alberghi proposti, delle gite locali ed in genere di tutto il progetto completo. Logicamente in questo primo esperimento essi, non solo verificarono bene tutti i servizi proposti ma ne definirono preventivamente i costi al tempo stesso rinunciando al guadagno del primo loro impegno considerata la spesa di avviamento necessaria e che consentì di fare un’offerta molto appetibile per il cliente. Inutile dire che in questo primo esperimento curarono molto bene la scelta dei partecipanti, allo scopo di riuscire ad avere dei gruppi omogenei ai quali assicurare ottimi giorni di vacanza in maniera del tutto analoga a quello che era successo loro nel viaggio aggettivamente fatto qualche anno addietro.
Si deve dire che il primo viaggio, sia per la cura usata nell’organizzazione sia perché i partecipanti erano un gruppo modesto, andò molto bene e a fine viaggio ebbero i complimenti di molti partecipanti.
Cominciò da allora il lavoro vero e proprio: occorreva trovare delle proposte di viaggi veramente interessanti per le località visitate, per il trattamento di prim’ordine e, detto in sordina, per la composizione del gruppo accuratamente scelta sulla base dei colloqui avuti in anteprima con tutti partecipanti.
Inutile aggiungere che tutte le volte che si presentava l’occasione di un partecipante poco adatto per esempio per il grande scostamento di età, sia per l’istruzione personale quale si percepiva durante i colloqui ed infine sia per la scarsa disponibilità del denaro necessario ( una necessità questa molto difficile da capire e da mantenere nascosta ma pur sempre necessaria ) tale partecipante lo si induceva a non partecipare, con qualche scusa di giustificazione inventata lì per lì.
Si deve dire che alla fin fine i due amici riuscirono a sfondare in un campo tutt’altro che facile ma la cui riuscita era anche dovuta alla costituzione di gruppi molto omogenei cui essi riuscivano seguito della pratica acquisita durante i colloqui. Si può dire che fin dal primo presentarsi del muovo concorrente si era già capito se accettarlo o no.
IL CONTRASTO ALLA NUOVA AGENZIA
Il successo era dovuto in parte anche al tipo di pubblicità dei viaggi dei quali venivano spiegate in sunto tutte le bellezze visitate con le le loro caratteristiche particolari ma veniva di volta in volta aggiunta una frase che si riferiva al trattamento famigliare, alla compatibilità reciproca fra partecipanti dovuta alle particolarità dell’organizzazione, all’amicizia che veniva a stabilirsi tra partecipanti e che diventava una caratteristica essenziale del viaggio.
In conclusione la nuova agenzia presentava tutte le caratteristiche per richiamare molti clienti e quindi dare una bella soddisfazione ai due amici che. d’amore e d’accordo la vevano creata.
Il fatto risultava evidente anche all’agenzia viaggi molto importante che da anni organizzava viaggi e che si sentiva superata e spesso sostitutita da questa nuova piccola agenzia in maniera così evidente da dover prendere dei provvedimenti seri. La devisione veramente drammatics fu quella ed di provocare la fine rapida di quella nuova concorrente eseguendo gli stessi loro viaggi ma ad un prezzo molto più basso in modo da comprometterne l’economia .
LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI
Da allora Giuseppe e guido dovettero accorgersi che non appena lanciavano un nuovo programma esso veniva replicato ma a spese molto più favorevoli per i clienti che, logicamente, nella loro agenzia cominciarono a scarseggiare.
A questo punto era necessario stabilire la strategia da seguire ; o chiudere i battenti dando la vittoria alla grossa agenzia oppure far finta di nulla ma con una regola. Approfittare della loro situazione di ditta con spese generali relativamente basse (basti pensare che non avevano nessun dipendente) e quindi variare spesso il progamma dei viaggi cambiandolo molto spesso nella sostanza e nei dettagli.
Accadde quindi che in zona si giocasse una specie di gioco dell’oca con un susseguirsi frettoloso di programmi innovativi creati da Giovanni e Guido grazie ad un ingente lavoro di organizzazione seguiti a ruota da analoghi programmi di fretta organizzati dall’altra agenzia. Ora se questo modo di fare comportava soltanto tanto lavoro personale dei due amici così non accadeva per la grossa agenzia per la quale ogni nuovo programma comportava una grossa spesa per organizzare un nuovo viaggio in quanto doveva mettere in moto tutta l’organizzazione con conseguenti spese per di più non remunerate dal ricavato che era tenuto molto esiguo allo scopo di far morire l’agenzia di Giuseppe. Chiaramente la cosa non poteva durare a lungo per il semplice motivo che si capiva come il gioco di inseguimento attuato, oltre che molto dispendioso, diventava ridicolo ed inutile.
Si pensò a tutt’altra decisioone: non più la guerra ma la collaborazione. Venne combinato un incontro tra le due agenzie dove vennee deciso di concordare ogni viaggio in modo da distanziarli l’uno dall’altro sia come qualità che come lunghezza in giorni.
La cosa finì per dare lustro alla piccola agenzia di Giuseppe in quanto la clientela aveva capito bene che le due agennzie si erano accordate per dare alla clientela la più ampia possibilità di scelta dei viaggi cui partecipare.
Occorre dire che, dalla parte della piccola ditta, restava sempre un vantaggio non noto e cioè quello di organizzare non solo il viaggio in sé e per sé ma anche la compagnia che di volta in volta venica composta, per qunto possibile, in manietra ottimale,.
La conclusione finale vede prosperare bene il lavoro di Giuseppe e Guido i quali, di fatto, ripresero il rango di persone normali con formazione di una famiglia figli e tutte le problematiche ed i vantaggi che tutto questo comporta.